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Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.06.2008 Masada non cadra' mai piu'!
un articolo di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 giugno 2008
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Masada non cadra' mai piu'!»

"Una palma di Masada torna a rivivere" e' la notizia che e' apparsa recentemente sui media, ma che e' di tre anni fa, quanti ne ha la palma in questione, nata da un seme che si e' risvegliato dopo duemila anni.

 Per chi come noi e' amante delle palme, che si esalta alla visione di un nocciolo di dattero che improvvisamente germina facendo spuntare dalla sua dura scorza un'appuntita foglia eretta, a forma di spada che si apre alla vita e giorno dopo giorno cresce e forma altre foglie, si rinforza e si rinvigorisce, fino a formare il fusto legnoso......cosi' come per chi come noi ama le meraviglie della scienza che ci aiuta a capire il mondo e tutto l'arcano che nasconde, ci emoziona la notizia che un antichissimo seme di una palma -che si pensava ormai estinta, dissotterrato e ritornato alla luce tre anni fa, in seguito agli scavi archeologici di Masada-  abbia messo su i germogli e radici e sia ritornato alla vita dopo essere rimasto sepolto cola' per due millenni. E' una notizia sbalorditiva, ricca di emozioni che ci fa trattenere il fiato, stupefatti come di fronte a tante meraviglie dell'universo: e' una prova con tutte le sue implicanze, del passato storico di Israele che riaffiora alla memoria e ritorna a vivere grazie al C14 e a tutte le scoperte scientifiche che hanno permesso di datarlo.

 Ebbene, i genitori della piccola palma in questione erano le palme che producevano grappoli di datteri che furono alimento agli Ebrei che a Masada, citta' fortificata che si erge alta nello scenario del Mar Morto, combatterono strenuamente per la liberta' dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 dell'era volgare, proprio quando tutto era ormai perduto e proprio quando le derrate alimentari ammassate e razionate nei suoi magazzini cominciavano sicuramente a scarseggiare. E cosi' quelle palme progenitrici  si trovarono ad aiutare l'ultima resistenza della popolazione, ridotta allo stremo delle forze di fronte all'agguerrito esercito romano, forte di settemila legionari schierati in otto accampamenti con il loro decumano massimo, con le loro catapulte, arieti e macchine belliche. Proprio Giuseppe Flavio che fu testimone oculare di quell'assedio e che poi, ridotto schiavo, fu condotto a Roma al seguito dell'imperatore Vespasiano nel suo libro " De Bello Judaico" ha parole di grande ammirazione per quegli eroi e per il loro comandante Eleazar Ben Year che non vollero arrendersi e che, forti del loro coraggio e del loro ardore, seppero dar prova di grande patriottismo.

 Quel piccolo seme e' figlio di quella palma madre che fruttifico' carica di grappoli di datteri di cui si cibarono gli abitanti di Masada e che rese, in mezzo alla disperazione, piu' dolce anche la morte a quei valorosi che erano stati cinti d'assedio dai Romani che dopo due anni la conquistarono si', ma che furono privati della vanteria di ostentare il trofeo dei suoi abitanti soggiogati in catene e ridotti in schiavitu' perche' quei coraggiosi indomiti preferirono una morte autoinflitta con la spada piuttosto che cadere vivi nelle mani del nemico. Ma di fronte a tanto  eroismo, a volte  accade che anche i nemici si inchinino alla maesta' dei loro avversari, e forse lo fecero i Romani stupefatti quando entrarono nella fortezza e videro sparso tutto quel sangue che in parte affievoli' l'ebbrezza della loro vittoria.

 I Romani spargevano il sale sulle terre conquistate per renderle sterili e crocifiggevano, erano spietati alla maniera di altri popoli bellicosi, come i Greci che cinsero d'assedio Troia e l'irato Achille sfracello' il piccolo Astianatte, figlio di Ettore, giu' dagli spalti della rocca della citta' nella Troade.

 I nostri eroi sapevano quello che li aspettava e preferirono la morte, magari rapida, a quella del circo a Roma, sbranati dalle  belve feroci.

Eppure un seme e' prevalso sulla tracotanza dei Romani conquistatori, una piccola grande rivincita che ci fa un po' sorridere dopo la sconfitta di duemila anni fa. Quella palma che raggiunge un metro di altezza e che sta crescendo in terra di Israele, ha avuto ragione sulle avversita' dei tempi che seguirono a quella espugnazione di Masada, tanto piu' ferale perche' segno' la dispersione del popolo ebraico ormai senza piu' terra, non piu'libero, non piu' sovrano, sempre ritenuto esule in terra straniera e percio' sempre perseguitato, fino alla proclamazione della sua rifondazione nel 1948.

 Siamo gia' affezionati a questa piccola palma, per la vetusta' della sua specie, per il lignaggio della sua discendenza e il retaggio storico che racchiude in se', perche' grazie a lei, possiamo rivivere la storia di Masada come l'ultimo baluardo di resistenza di un glorioso popolo che anche dopo la sconfitta non si e' dato per vinto ed ha tentato di ricostituirsi in uno stato libero, sovrano e democratico, dopo due millenni. E c'e' riuscito!

" Masada non cadra' mai piu'!" gridano all'unisono i soldati israeliani quando si arruolano nell'esercito, il giorno del loro solenne giuramento di fedelta'alla patria.

E' un grido corale che piu' che mai e' un memento per tutti noi, consapevoli del grave pericolo che come ieri a Masada, corre oggi Israele e con Israele tutto il mondo, perche' il terrorismo che e' un nemico votato alla nostra distruzione, non risparmiera' nessuno, come ha gia'colpito New York e il Pentagono,  Madrid e Londra, Buenos Aires e Roma, Tel-Aviv e Gerusalemme, e altrove, colpira' ancora e la prossima volta con le armi nucleari. Non c'e' piu' tempo da perdere e il tempo sta per scadere: e' da stupidi non prenderne atto!

Piera Prister Bracaglia Morante


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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