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Le falsità storiche di Sergio Romano 11/06/2008
Alla cortese attenzione del Direttore Paolo Mieli.

Egregio Direttore, ancora una volta Sergio Romano scrive, sul giornale da
Lei diretto, delle falsità storiche che al lettore comune, per il semplice
fatto di averle lette sul principale quotidiano italiano, appariranno vere.
Anche le Nazioni Unite hanno riconosciuto che le fattorie di Sheba erano
della Siria, e non già del Libano, prima di essere conquistate da Israele.
Tuttavia gli sciiti di Nasrallah, nell'intento di mantenere calda la
tensione con Israele, le reclamano come territorio sottratto al Libano;
non hanno infatti oggi altro argomento contro Israele. E, ancora una volta,
Sergio Romano si fa portavoce, dalle colonne del Corriere, di coloro che
avversano, in tutti i modi, Israele.
Non contesto certo il diritto di Romano di parteggiare per questo o quel
paese arabo; in democrazia questo è lecito. Ma contesto il diritto di
sostenere, dalle righe di un quotidiano come quello da Lei diretto, dei
fatti che sono contrari alla realtà.
Su tanti, troppi quotidiani, si scrivono regolarmente delle parole che sono
il frutto della fantasia politica di chi le ha scritte. E' troppo chiedere
che, almeno sul Corriere, questo non avvenga?
La ringrazio per la Sua attenzione e Le rivolgo cordiali saluti
Emanuel Segre Amar
Vice presidente Associazione Italia Israele
Torino

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