Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Più impegno in Afghanistan l'offerta dell'Italia a Bush
Testata: Corriere della Sera Data: 11 giugno 2008 Pagina: 12 Autore: Paolo Valentino Titolo: «L'offerta dell'Italia a Bush: «Più impegno in Afghanistan»»
Dal CORRIERE della SERA dell'11 giugno 2008:
BERLINO — Nel castello prussiano di Mesenburg, la Villa Madama del governo tedesco, George Bush cercherà oggi anche di fare un favore a Silvio Berlusconi. A tu per tu con Angela Merkel, che già ieri sera ha visto a cena insieme a sua moglie Laura e al marito di lei, l'enigmatico professor Sauer, il presidente americano spezzerà una lancia in favore dell'ingresso del-l'Italia nel gruppo di contatto dei «5+1», che gestisce il negoziato con l'Iran. Berlino, che ne fa parte insieme ai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, è infatti la capitale che esprime le riserve più forti al coinvolgimento italiano nello sforzo diplomatico per convincere Teheran a rinunciare alle sue ambizioni nucleari. «Il presidente solleverà il tema, perché pensa che sia nell'interesse di tutti avere l'Italia dentro questo esercizio», ha detto una fonte della Casa Bianca. Non sarà una contropartita, anche perché quella dell'ingresso dell'Italia nel «5+1» non è prospettiva a breve scadenza. Ma il presidente del Consiglio il dono per George Bush, che stasera arriva a Roma, lo ha già pronto. Ed è la fine dei «caveat» che imbrigliano la nostra missione in Afghanistan: come ha ripetuto ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini, da ora in poi l'Italia è pronta a impegnarsi in missioni fuori area, quando e se la Nato lo richiederà: «È una questione di dignità — ha detto Frattini — l'opinione pubblica italiana non può accettare che i nostri soldati siano accusati di restarsene in zone tranquille, di non far niente, di evitare le situazioni a rischio». L'azione di Bush presso la cancelliera non è solo e tanto un gesto personale verso l'amico ritrovato, quanto il logico corollario della nuova offensiva diplomatica verso l'Iran lanciata ieri mattina a Lubiana, in Slovenia, al termine del vertice annuale Stati Uniti-Unione europea. Il cerchio di nuove e più dure sanzioni, finanziarie e politiche, è pronto a stringersi intorno al regime degli ayatollah. America ed Europa dicono ora insieme che se l'Iran non sospendesse il suo programma atomico, consentendo anche una piena verifica da parte degli ispettori dell'Aiea, «misure aggiuntive» al sistema di restrizioni già in vigore sarebbero approvate senza altri temporeggiamenti. Sarà Javier Solana, l'Alto rappresentante della politica estera europea, a portare prossimamente a Teheran la nuova determinazione. Nel castello di Brdo, già buen retiro prediletto dal Maresciallo Tito, Bush incassa dunque dagli alleati europei l'impegno che Washington chiedeva da tempo. Il linguaggio del comunicato finale è netto. Gli alleati ricordano il pacchetto di incentivi offerti a Teheran, fra i quali c'è la disponibilità russa a fornire materiale fissile già arricchito per le centrali civili. Ma tracciano una linea precisa: se l'Iran non fornisse tutte le informazioni necessarie, il prossimo passo sarebbe un giro di torchio alle sanzioni. «Un pacchetto rinfrescato — lo definiscono gli ambienti della Casa Bianca —, potrebbero essere restrizioni sulle attività bancarie o le concessioni dei visti ai diplomatici. E potrebbero essere combinate: in parte imposte dall'Onu, in parte unilateralmente dagli Usa o dall'Ue». Il presidente, al suo ottavo e ultimo vertice euro-americano, è visibilmente soddi-sfatto: «Teheran ha una scelta — dice Bush nella conferenza stampa —, può scegliere l'isolamento, ovvero avere migliori rapporti con tutti noi. Il messaggio di questo gruppo di Paesi è chiaro: se continuate a respingere le giuste domande del mondo libero, continueremo a isolarvi e se necessario imporremo nuove sanzioni. È l'ora di una diplomazia forte». Ma gli europei seguono Bush anche sul tema della lotta al terrorismo, lanciando un avvertimento a Teheran: «Gli Usa e l'Ue faranno in modo che le banche iraniane non possano abusare del sistema bancario internazionale per appoggiare la proliferazione e il terrorismo». L'Iran in altre parole deve smetterla di appoggiare finanziariamente e politicamente i gruppi del terrore in tutto il Medio Oriente. E a chi gli chiede delle voci su un possibile attacco israeliano contro le installazioni nucleari di Teheran, Bush risponde: «Se uno vivesse in Israele, sarebbe preoccupato di sapere che il leader di uno stato vicino dice che vuole distruggervi. Costruire un'arma atomica è uno dei modi per farlo. E tempo di lavorare per fermarli».
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