La strana interpretazione storica dello storico D'Orsi un intervento di Daniela Santus
Testata: La Stampa Data: 11 giugno 2008 Pagina: 55 Autore: Daniela Santus Titolo: «Università, fascistelli e fascisti»
Dalle pagine torinesi della STAMPA, un intervento di Daniela Santus:
Pochi giorni fa ho letto con interesse le riflessioni del collega D'Orsi. Il suo invito, rivolto agli studenti, affinchè non ricreino le tensioni degli anni Settanta non può che trovarmi d'accordo. Ero studentessa al liceo Gioberti quando il 1 ottobre 1977 gruppi di Lotta Continua, ai margini di un corteo, scagliarono bottiglie incendiarie dentro il bar Angelo Azzurro di Via Po (considerato un bar frequentato da giovani di destra). Nel rogo morì Roberto Crescenzio, che non militava in alcun gruppo politico. L'episodio mi colpì e mi segnò profondamente, così tanto che oggi non posso che apprezzare le parole del collega D'Orsi e ringraziarlo per averle espresse. Purtroppo quelle parole non sono servite a nulla e, lunedì, nell'atrio di Palazzo Nuovo, ci sono state nuove «scaramucce». Se nessuno si è fatto male è stato soltanto grazie alla vigile presenza degli uomini delle Forze dell'Ordine, ormai unici garanti della democrazia in Università. Nel suo appello D'Orsi lasciava infatti intendere che dietro al primo episodio che ha coinvolto Augusta Montaruli, la giovane di destra che non ha sostenuto un esame a causa del clima intimidatorio che si era scatenato intorno a lei, fosse stata operata una montatura. Giornalistica? Politica? D’ Orsi non l'ha detto. Viene da chiedersi se il collega fosse presente ai fatti oppure se parlasse soltanto per sentito dire. Ipotesi più probabile. I quotidiani hanno infatti riportato non soltanto il resoconto dei fatti, ma anche diverse interviste ai membri della commissione d’esame e alla stessa protagonista del caso che non ha esitato ad ammettere di non essere stata impedita «fisicamente», ma di non essersela più sentita, vista la pressione nei suoi confronti. Non dimentichiamo che gli autonomi le stavano gridando «fascista» e stavano ricoprendo lei e i suoi amici di lanci di uova e fumogeni. Per esperienza di docente posso assicurare che a un esame ci si deve presentare sereni per poter ottenere buoni risultati. D'altra parte il racconto è anche confermato da uno dei siti più vicini all'area antagonista che, a poche ore dai fatti, ne dava notizia con queste parole: «(...) Augusta Montaruli, dirigente di spicco del Fuan, si presenta per dare un esame, ma viene riconosciuta e bersagliata da un lancio di uova e fumogeni. Prontamente difesa dalla polizia, la fascistella universitaria non è riuscita a dare l’esame, dando la colpa “al clima che si era creato”. Forse non aveva studiato abbastanza e aveva soltanto bisogno di una scusa». Sarò all'antica, ma credo che gli strumenti più consoni per presentarsi in Università siano libri, penne e quaderni. Direi che parlare di montatura, quindi, sia abbastanza fuori luogo. Ma ancor più fuori luogo, per chi faccia appello alla pacificazione, è la terminologia che D'Orsi ha adoperato. Egli infatti ha sostenuto che la studentessa è «orgogliosamente militante in un gruppo di estrema destra», il che - se fa riferimento al Fuan - è falso. Il Fuan è l'organizzazione degli studenti universitari di An. Affermare che gli studenti del Fuan (di cui fa parte anche mio figlio, orgogliosamente ebreo!) siano «neofascisti» è quanto meno dimostrare di non conoscere a fondo ciò di cui si va argomentando. Sempre secondo le parole di D'Orsi, i giovani del Cua sono «vigorosi e rumorosi portatori di istanze antifasciste». Quegli stessi bravi ragazzi antifascisti, nel 2005, hanno fatto bersaglio di uova e fumogeni anche la sottoscritta: avevo infatti osato, a una «mia» lezione, dare la parola a un rappresentante dello Stato d'Israele! Mi dispiace dunque dissentire da Angelo D'Orsi, ma credo che per essere antifascisti non basti dichiarare di esserlo: occorre dimostrarlo con i fatti. * Università di Torino Membro del Comitato Provinciale per i Valori della Resistenza,della Libertà e della Pace
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