Scienza e sviluppo per sfamare il mondo il contributo di Israele
Testata: L'Opinione Data: 05 giugno 2008 Pagina: 0 Autore: Michael Sfaradi Titolo: «La ricetta di Israele per sfamare il mondo»
Da L' OPINIONE del 5 giugno 2008:
La crisi alimentare mondiale sta toccando limiti da record e se da noi causa solo aumenti di prezzo del riso, della pasta, del pane e tutti i derivati del frumento, in altri angoli di mondo il cibo inizia seriamente a scarseggiare. La F.A.O. ha promosso un summit internazionale per sensibilizzare i leader mondiali su questo problema. Il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon ha spiegato che serve un investimento a breve di 755 milioni di dollari per affrontare l’emergenza e rispondere all’appello lanciato dal PAM (Programma alimentare Mondiale) Il summit però è sembrato più una sfilata dei potenti della terra che non un incontro di esperti per analizzare i motivi della tragica situazione che si è venuta a creare, e forte è stata la sensazione che lontano dai riflettori, si sia parlato più di aspetti di politica internazionale che non delle vere ragioni per cui era stata indetta la “Grande Adunata”. Alcuni presidenti e primi ministri di nazioni fortemente industrializzate, come Spagna, Francia ed Italia, hanno annunciato ingenti stanziamenti ed altri, quelli di paesi in via di sviluppo, sono venuti a battere cassa.In passato, e questo è di dominio pubblico, proprio i paesi in via di sviluppo, quelli che oggi soffrono di più la situazione attuale, hanno deviato i fondi stanziati per lottare contro la fame usandoli per rinforzare il potere dei vari dittatori e andando ad alimentare quelle guerre africane di cui si sa poco o niente; speriamo che questi nuovi stanziamenti siano effettivamente usati per i giusti fini. Non ci sembra comunque che dal summit escano i rimedi per rimettere in sesto il pianeta. In questo contesto ha fatto la sua comparsa il presidente iraniano Mahmoud Ahmedinejad che non smette di soffiare sui venti di guerra e continua ad urlare che Israele deve essere distrutta. Durante il suo intervento ha avuto l’ardire di affermare che gli straordinari aumenti delle derrate alimentari non sono da ricondurre al prezzo del greggio che fa registrare ogni giorno nuovi records. Ahmedinejad sembra dimenticare che la produzione, il trasporto e la commercializzazione dei prodotti, anche e soprattutto quelli alimentari, necessitano però di energia, e l’energia viene prodotta con il petrolio che è sempre più caro un aspetto che secondo il dittatore non contribuisce all’aumento dei prezzi e alla destinazione dei prodotti verso quei paesi che possono permettersi di pagare, mettendo in sofferenza il resto del mondo. Ma l’Iran non fa parte dell’OPEC che sta guadagnando miliardi di dollari al giorno vendendo il petrolio a prezzi da capogiro? Ahmedinejad, tutto questo, fa finta d’ignorarlo, l’unica cosa per lui importa è la distruzione di Israele che e' uno dei pochi paesi al mondo dove il deserto si sta ritirando, dove da decenni si opera la desalinizzazione del mare per usare poi l'acqua per l'irrigazione, dove la riforestazione è sempre stata uno degli obbiettivi principali della politica territoriale. Il governo israeliano ha destina ingenti fondi all’istituto “Volcani”, centro studi e ricerche del Ministero dell’Agricoltura, e i frutti di questa ricerca sono decine di brevetti ed innovazioni per una più alta produzione agraria al metro quadro e per lo sviluppo dei sistemi di agricoltura intensiva con sistemi dedicati ad ogni clima e ad ogni tipo di prodotto, ne sono un esempio gli impianti d’irrigazione che vanno dal sistema a goccia per le zone desertiche, a quello del recupero dell’acqua in esubero che viene rimessa in circolo. Gli studi e l’applicazione della robotica in campo agroalimentare, per far eseguire ai robot i lavori faticosi o in luoghi dove il clima è inospitale. Le serre di ultima generazione con la regolazione interna della luce, umidità e temperatura.. Che Israele nel campo agroalimentare sia una delle nazioni all’avanguardia lo dimostra il fatto che nel mese di Maggio all’Agrospace di Sperlonga, due relatori israeliani, hanno illustrato gli studi per un’agricoltura in condizioni estreme, cioè nello spazio. Se c’è una nazione al mondo che sta facendo davvero qualche cosa di importante in questo campo e che non si limita al semplice stanziamento di fondi, che alla fine non si sa mai dove vanno a finire, e' proprio quello stato di Israele che il presidente iraniano vorrebbe tanto vedere distrutto.
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