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Libero Rassegna Stampa
05.06.2008 Insulti antisemiti contro il Makkabi in Germania
inerti le autorità

Testata: Libero
Data: 05 giugno 2008
Pagina: 0
Autore: Renzo Piergianni - la redazione
Titolo: ««Tornate nei lager» La squadra ebrea accolta con inni nazisti - «Bisogna vietare per legge il gay pride»»

Da LIBERO del 5 maggio 2008:

È pericoloso in Germania giocare a pallone in una squadra ebrea con la stella di Davide sulla maglia. Questa, in fin dei conti, la morale delle disavventure del Makkabi, vessillo calcistico della comunità ebraica berlinese e perciò bersaglio di ignobili provocazioni di marca nazista. «Non ci sentiamo adeguatamente tutelati dalla giustizia sportiva tedesca - si sfoga con Libero il presidente Tuvia Schlesinger, nato a Haifa, cresciuto in Israele e trapiantato a Berlino - La Fifa ha emanato norme precise contro il razzismo, ma poi nel nostro caso non vengono applicate con la dovuta severità». GIUSTIZIA SPORTIVA ASSENTE Il Makkabi gareggia nei dilettanti, quinta divisione, terzo classificato nell'ultimo campionato finito sabato scorso. Ogni partita fuori casa è a rischio. I cori antisemiti si sprecano. Due anni fa, l'inizio della vergogna. Gli ultras dell'Altglienicke, alla periferia della capitale, si scatenarono urlando «vi costruiamo una metropolitana per Auschwitz». Era un'apologia assordante delle camere a gas costruite dalla Germania nazista per sterminare gli ebrei, come se sessant'anni di democrazia non ci fossero mai stati da quelle parti. Le stelle di Davide furono costrette a scappare negli spogliatoi. L'arbitro non era intervenuto. Il giudice sportivo, anzichè assegnare la vittoria a tavolino al Makkabi, fece ripetere la partita su campo neutro e si limitò a sanzionare l'Al tglienicke con due gare a porte chiuse senza pubblico. EPISODI FREQUENTI Che la clemenza dei giudici potesse essere tutt'altro che un freno per gli scalmanati cultori della svastica, non c'è voluto molto a rendersene conto. Gli episodi di antisemitismo si sono susseguiti. Dai saluti hitleriani a bordo campo alle oscenità più ributtanti. «Lo metto in c... a questa merdosa squadra di ebrei», ha urlato agli avversari un giocatore del Reinickendorfer Füchse. Così, sentendosi indifeso dall'autorità sportiva, il Makkabi ha messo sulle sue maglie la scritta "Respekt im Spiel" (rispetto durante la partita). «Vuole essere un appello alla lealtà reciproca, ma è dura per noi - si lamenta il presidente Schlesinger - Il fatto è che in Germania certa gente negli ultimi tempi grida a squarciagola quello che una volta nessuno osava dire apertamente». PROTESTE INUTILI Non è indispensabile essere ebrei per giocare nel Makkabi. Nella squadra convivono le più diverse razze e religioni. Per l'attaccante angolano Rafael Lubumbo, la dose di insulti, in campo contro il Viktoria, è stata doppia : «Negro di m... » al servizio degli ebrei. Il giudice sportivo non gli ha creduto e il Viktoria l'ha fatta franca. Il Makkabi per protesta ha deciso di iniziare le sue partite con dieci minuti di ritardo, ma i funzionari calcistici si sono opposti, pur riconoscendo ipocritamente «il diritto assoluto del club alla sensibilità». «L'anno scorso, al mio arrivo, mi hanno subito avvisato di questo problema, ma non immaginavo che fosse così acuto - confida al telefono Vincenzo Lanza Cariccio, 23enne bomber del Makkabi, madre Isa bresciana, papà Salvatore sicialiano di Capo d'Orlando - Non solo gli avversari, anche gli arbitri ce l'hanno sempre con noi». Lui si fa rispettare a suon di gol. La sua doppietta nell'ultima giornata ha garantito il terzo posto alle stelle di Davide nella diaspora berlinese.

Un trafiletto è intitolato "Bisogna vietare per legge il gay pride". si riferisce alla proposta di alcuni deputati , soprattutto religiosi, di vietare il gay pride a Gerusalemme. L'occhiello recita però erroneamente "Proposta israeliana"

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