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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.06.2008 Si chiude una polemica
il libro di Ariel Toaff

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 giugno 2008
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Si chiude una polemica»

La vicenda del libro di Ariel Toaff "Pasque di sangue", della sua eco mediatica e del riaffacciarsi della calunnia del sangue contro gli ebrei dovrebbe ormai considerarsi conclusa.
Gli storici hanno ristabilito la verità dei fatti.

 Sulla vicenda riceviamo e volentieri pubblichiamo:


Cari amici

 

 

un anno fa un titolo scandalistico (Pasque di Sangue, invece di "sangue benedetto, sangue maledetto") una recensione infedele (di Sergio Luzzatto, non ebreo, non storico medievalista, non lettore del libro recensito) una pagina degna di un libello scandalistico e non del Corriere già di Montanelli, ha provocato danni notevoli all'immagine dell'autore ed a quella dell'ebraismo.Si é arrivati al grottesco con una Morgantini, un Romano ed  altri che "difendevano" la "libertà di ricerca" di un ebreo del quale  non avevano letto neanche una riga. Ora le acque si sono calmate, gli storici veri, come Gadi Luzzatto Voghera, i giuristi canonici veri , come Andrea Zanotti , le persone informate dei fatti, come il sottoscritto , nipote della storica Gemma Volli che ha spazzato via la mitologia dell'omicidio rituale del Simonino e portato il Concilio Vaticano II all'abolizione del culto, e tanti altri hanno riconosciuto come tutta la vicenda sia servita per creare su falsi presupposti solo uno scoop scandalistico. Ciò posto , ritenuto opportuno dire una parola conclusiva sulla vicenda, anche alla luce delle puntualizzazioni fornite dall'autore nella 2° ed del testo., il sottoscritto ha puntualizzato la situazione innanzitutto alla Assemblea dei Rabbini di Italia e , non avendo ricevuto nessuna obiezione da questa e da altre parti, chiede che venga detta in merito una parola meditata e obiettiva e pertanto allega chiedendone la pubblicazione, anche parziale, la lettera firmata, e l'allegato  inviato a suo tempo all'assemblea rabbinica

grazie

Lucio Pardo

Di seguito, la lettera i rabbini italiani sull'opera di Gemma Volli che demolì l'accusa dell'omicidio di Simone da Trento

Bologna 7 marzo 2008
Al Presidente della Assemblea Rabbinica Italiana
Ecc. mo Rav Giuseppe Laras 
 Ai Componenti della Assemblea Rabbinica Italiana
Loro Sedi

Oggetto: Gemma Volli, il Simonino da Trento e la “Recensione“di Sergio Luzzatto di un volume di Ariel Toaff. Ecc. mo Presidente, Stimatissimi Rabbini

Il 25.6.1992 in Trento, organizzata dal prof. Andrea Zanotti, V. Rettore dell’Università di Bologna, docente di Diritto Canonico in Bologna e Trento, vi fu una manifestazione di riconciliazione della città con gli ebrei italiani. Fra gli altri c’erano Rav Sergio Sierra, presid. dell’Assemblea Rabbinica, Amos Luzzatto per l’UCEI, Federico Steinhaus per la Com. ebr. Reg. le lo scrivente per Com. ebr. Bologna, Deborah Fait per  la Wizo. 

 Ristampato dalla provincia era stato distribuito al pubblico il testo di Gemma Volli “I Processi Tridentini ed il Culto Del Beato Simone da Trento” La nuova Italia Firenze 1963, tappa fondamentale per l’abolizione di quel culto antiebraico.

 Il discorso di Rav Sierra ha ricordato Gemma Volli, che sola, in ambiente disturbato  dalle sue ricerche, operava con rischio personale, con ogni suo movimento seguito sempre dalla figlia di Cesare Battisti, Ernesta, pronta ad intervenire in caso di necessità.

La demolizione scientifica del processo di Trento, (“Il Ponte” anno XIX nr. 11/1963) unita ad uno stile piano e scorrevole, che ne ha reso attraente la lettura, è stato uno dei massimi risultati delle sue ricerche storiche, Grande fu la risonanza, a Trento ove l’Arcivescovo Francesco Maria Gottardi sospese il culto del Simonino, (le processioni soppresse, i dipinti velati, le cappelle chiuse e i volumetti anti giudaici distrutti); e a Roma, l’anno successivo, il culto definitivamente abolito dal Concilio Vaticano II sulla base degli Atti inoltrati dall’Arcivescovo Gottardi. Da tempo l’ebraismo italiano chiedeva l’abolizione del  culto diffamatorio. Nell’ottocento Rabbini e storici avevano chiesto l’intervento di A. Manzoni autore della“Storia della colonna infame”, senza ricevere risposta alcuna.

 Gemma Volli, ci ha sempre informato delle sue ricerche, e perciò mi ritengo al corrente dei fatti, interessato a che l’opera di mia zia non sia vanificata, e motivato ad intervenire nella discussione aperta in merito al Simonino.

 Purtroppo talvolta la stampa riporta gli avvenimenti in modo infedele e la ricerca dello scoop pubblicitario deforma la realtà. Il 23.12.2003 a pag. 35 del Corriere della Sera è apparso l’articolo intitolato, “Simonino, la storia nera del Santo Ingannatore” di Isabella Bossi Fedrigotti. Sotto un titolo, offensivo per la vittima del sanguinario Arcivescovo Hindenbach, s’inventa che “la comunità ebraica internazionale, (Gemma Volli e l’Arcivescovo Gottardi ???) protestò con forza, per fare abolire la processione ed il culto”che furono poi effettivamente aboliti. La Fedrigotti venne a Bologna e le chiesi, invano, un nuovo pezzo di rettifica.

Ma la disinvoltura dell’articolo del 2003, è niente, a confronto del modo con il quale è stato “recensito” da Sergio Luzzatto, e presentato dal giornale, il volume di Ariel Toaff.

Il pensiero di Ariel Toaff non è stato assolutamente reso nelle sue intenzioni e nelle sue proposizioni. Inoltre con inserimenti ed accostamenti tendenziosi si è creata nel lettore l’impressione che l’autore sostenga la verità delle accuse di omicidi rituali per la preparazione delle azzime.

La storia ebraica è ricca di provocatori che mettono in bocca ad autori ebrei affermazioni non vere. In genere questi signori cominciano col prendere di mira gli ebrei e poi estendono i loro interessi anche fuori. Così hanno fatto Freda e Ventura con la Comunità ebraica di Padova, così ha fatto Ravarino contro la Comunità ebraica di Bologna, Purtroppo in questo caso il provocatore di turno ha anche un nome ebraico,  (e solo il nome). Sembra si stia occupando ora di Padre Pio, ma a me interessa solo il Simonino e per non appesantire ulteriormente questa lettera, le confutazioni a Sergio Luzzatto sono inserite in una relazione, allegata- a parte.

Grato per l’attenzione, porgo un distinto shalom.

 Lucio Pardo

Di seguito, un commento alla recensione di Sergio Luzzato del libro di Ariel Toaff:

SE QUESTA E’ UNA RECENSIONE………

Considerazioni in merito all’articolo di Sergio Luzzatto sul Corriere della Sera sul libro di Ariel Toaff, intitolato “Pasqua di sangue”

Sul dizionario della lingua italiana di recente pubblicato da Repubblica con il supporto della casa editrice De Agostini, si legge che:

RECENSIONE” significa: presentazione critica, in forma di articolo più o meno esteso, di un’opera letteraria o scientifica, pubblicata di recente.

Presentare qualcuno o qualcosa significa quindi individuarne i tratti salienti e sottolinearli al pubblico.

Se invece i fatti sono capovolti, gli aspetti abilmente alterati, non è più una presentazione, ma una contraffazione o peggio ancora. In merito alla recensione in oggetto, si chiede di valutare proprio questo aspetto con particolare riferimento al processo di Trento.

 FATTO

Forse la più grave calunnia lanciata contro gli Ebrei era quella che aveva portato sul rogo, anche in Italia, la Comunità Ebraica di Trento, falsamente accusata dal principe vescovo Hindenbach di omicidio rituale. Tutti gli uomini erano stati incarcerati e torturati, poi bruciati vivi nel 1475. Non era solo la morte accidentale di un fanciullo, ma un complotto premeditato.

Un bambino era stato assassinato da un mercenario svizzero il secondo giorno della Pasqua ebraica. Il suo corpo era stato gettato nella roggia del decano della Comunità Ebraica locale, il vecchio Samuele.

Dicevano le calunnie che gli ebrei utilizzavano il sangue dei bambini cristiani per preparare le azzime per la cena pasquale.

Ma il giorno della sparizione del piccolo Simone la cena rituale era già stata effettuata, ed agli ebrei, chiusi nel loro quartiere, era fatto divieto d’uscire per non “profanare” la Pasqua cattolica. Come potevano essere fuori della Giudecca se era loro proibito ed, in via di sola mostruosa ipotesi, “utilizzare” il sangue bambino per un rito già passato?  Queste incongruenze inorridirono la commissione d’inchiesta ecclesiastica, ma non fermarono il principe Vescovo Hindenbach che voleva il denaro della Comunità Ebraica, per colmare i debiti contratti nel restauro del Castello del Buon Consiglio e per iniziare la chiesa di S. Pietro e Paolo. Inoltre voleva un beato se non addirittura un santo nella sua diocesi. La popolazione poi era già stata predisposta dalle violente prediche anti giudaiche pronunciate da Bernardino da Feltre, frate francescano, sostenitore dei Monti di Pietà e soprannominato “il martellatore degli Ebrei”.

Un secolo dopo questi tragici fatti, in pieno periodo di Contro Riforma, Simonino è indicato come vittima di omicidio rituale, proclamato beato e fatto oggetto di culto.

Invano grandi maestri dell’ebraismo, come Samuel David Luzzatto si sono adoperati, nel 1800 per cancellare il culto del Simonino, fonte perenne di odio antiebraico

Era stato pure, invano, richiesto l’intervento d’Alessandro Manzoni, autore della “Storia della colonna infame”.

Fu sulla base delle ricerche di Gemma Volli che il Concilio Vaticano II pervenne infine a cancellare il culto di Simonino e decine d’altri culti del genere.[1][1] La sensibilità e la sollecitudine del coraggioso Arcivescovo di Trento F.M. Gottardi completarono l’opera. Qualche giornalista in epoca successiva, sul Corriere della Sera, rievocò le vicende del Simonino e dell’abolizione del suo culto, ma non seppe resistere alla forza del pregiudizio attribuendo, alle pressioni di un’imprecisata “lobby internazionale” ebraica e non all’assiduo impegno di una storica ebrea ed al coraggio di un Arcivescovo cattolico, la cancellazione di un culto che disonorava la città di Trento.

RECENSIONE

Il giorno 6/2/2007 apparve sul Corriere della Sera una pagina intera, con illustrazioni ove predominava il colore rosso sangue, con un titolo “Quelle Pasque di sangue” e sotto: “Il fondamentalismo ebraico nelle tenebre del Medioevo”.

Incoronava quella orrida composizione, la scritta: “Saggi, la sconcertante rivelazione di Ariel Toaff: Il mito dei sacrifici umani non è solo una menzogna antisemita.”

Questa pagina conteneva la “recensione “che il signor Sergio Luzzatto faceva del libro di Ariel Toaff “Pasqua di sangue. Ebrei d’Europa ed omicidi rituali”. Edito dal Mulino.

Il Saggio affronta il tema dell’accusa rivolta per secoli agli ebrei di rapire ed uccidere bimbi cristiani per utilizzarne il sangue nei riti pasquali.

Un breve testo virgolettato riporta sulla destra uno scritto tratto dal libro ove si riporta un verbale del processo di Trento, relativo alla presunta crocifissione del Simonino da Trento all’interno della Sinagoga, durante la liturgia del sabato.

Sulla sinistra, invece, uno scritto di Sergio Luzzatto tratto non certamente dal libro, che recita:

“Trento, 23 marzo 1475. Vigilia di Pesah (la Pasqua ebraica). Nell’abitazione sinagoga di un israelita di origine tedesca, è rinvenuto il corpo martoriato di un bimbo cristiano: Simonino, due anni, figlio di un modesto concia pelli.

La città è sotto shock. Unica consolazione l’indagine prosegue spedita Secondo gli inquirenti hanno partecipato al rapimento ed all’uccisione del “putto” gli uomini più in vista della Comunità locale, coinvolgendo poi anche le donne, in un macabro rituale di crocifissione….

Unicamente la tortura poteva spingere tranquilli capi famiglia ebrei a confessare di aver ucciso dei bambini dei gentili……… … ma si parla di miti …….o di eventi reali, addirittura prescritti dai rabbini? “

Il signor Sergio Luzzatto insinua la seconda ipotesi e conclude

“Il gesto di coraggio è stato adesso compiuto.”

Cosa si evince dal “combinato disposto” del testo originale di Toaff e dal resoconto di Sergio Luzzatto? Che Ariel Toaff avrebbe accreditato la versione che, alla vigilia di Pesah del 1475, un bambino cristiano sarebbe stato sacrificato in un omicidio rituale.

Ma nel testo di Toaff, questo non sta scritto. Da dove Sergio Luzzatto ha tratto questo brano di cronaca nera, non si sa, Forse dall’Archivio Nazista sui problemi ebraici ?

Il bambino è scomparso la sera del 23 marzo 1475, ricorda la Volli, quando erano già stati celebrati di due Sedarìm di Pesah. Non alla vigilia di Pesah, ma della Pasqua Cristiana di Resurrezione, che è tutt’cosa. Il corpo del bambino si ritrovato il giorno dopo, di giovedì.

Pertanto nessun omicidio rituale è stato compiuto, Inutile avere il sangue di un “goi katàn” per azzime consumate due giorni prima. Si era alla vigilia della Pasqua, non di Pesach !

Ma, nonostante il cognome, Luzzatto non è ebreo e confonde le ricorrenze pasquali. Inoltre, Luzzatto che non è neanche uno storico medioevale, e ignora che gli ebrei , durante la Settimana Santa cristiana, erano chiusi nelle loro abitazioni per non profanare il rito con la loro presenza. E quindi non potevano essere usciti dalla zona ebraica, come la sua “recensione” lascerebbe intuire. Di tutti questi particolari nessuna traccia nel libro di Ariel Toaff e quindi non è Ariel Toaff che ha affermato che il mito dei sacrifici umani è possibile, ma è Sergio Luzzatto che ha posto l’affermazione nel libro di Ariel Toaff.

Se questa, secondo voi, è la maniera di proporre le cose…………

Lungi da me l’idea che una recensione possa diventare una testimonianza e che in questo caso ci siano imputati e giudici.

E quindi ogni associazione di idee con quanto esposto  nel Decalogo sulla testimonianza  è da ritenersi puramente casuale

Lucio Pardo



[1][1] Fu istituita dal Concilio Vaticano II un’apposita Commissione per la revisione di casi dubbi come quello di Simonino. Il presidente della suddetta Commissione il domenicano Padre Ehrlich pubblicò sui lavori il volume: Juden hass , Schuld der Christen ?- Odio antiebraico, colpa dei Cristiani? A Gemma Volli fu riservato il posto d’onore nelle citazioni ed il risultato fu l’abolizione del culto del Simonino e di decine di altri culti analoghi.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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