Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Liberata da Israele una spia di Hezbollah mentre resti di soldati israeliani tornano in patria
Testata: Corriere della Sera Data: 02 giugno 2008 Pagina: 15 Autore: Davide Frattini Titolo: «Israele libera la spia di Hezbollah»
Dal CORRIERE della SERA del 2 giugno 2008
GERUSALEMME — La cassa di legno è lunga meno di un metro. Non si può chiamarla bara. Dentro, i resti di soldati israeliani, caduti nei 34 giorni di guerra con il Libano. È stata consegnata alla Croce Rossa Internazionale, mentre rientrava a casa Nissim Nasser, rilasciato poche ore prima dal carcere e accolto dai dirigenti di Hezbollah come un eroe. I miliziani sciiti hanno liberato colombe bianche nel cielo, la banda ha intonato marce militari e l'inno del movimento filo-iraniano, mentre Nasser sfilava su un tappeto rosso fino al palco allestito in un campo di calcio, a meno di due chilometri dal confine con Israele. Il governo di Ehud Olmert non parla di scambio e nega che ci sia stato un accordo. Nasser, condannato per spionaggio, aveva scontato la pena di sei anni e avrebbe dovuto essere liberato in ogni caso. I resti dei soldati sono stati restituiti da Hezbollah con una decisione unilaterale. «Il leader Hassan Nasrallah ha voluto creare una falsa impressione — scrive Yossi Melman, esperto di terrorismo e spionaggio, su Haaretz —. Una liberazione formale e dovuta è stata trasformata in un successo dell'organizzazione, che dimostra di preoccuparsi per i suoi agenti. Lo scambio viene presentato come il primo passo in un accordo più importante». L'accordo più importante riguarda le trattative, mediate dalla Germania, attorno ai due soldati rapiti nel luglio del 2006, il sequestro che ha provocato la reazione israeliana e l'inizio del conflitto. Nasrallah vuole riportare in Libano Samir Kuntar, condannato per aver ucciso quattro civili in un attacco nel 1979. Lo Stato ebraico ha sempre legato il destino di Kuntar a informazioni su Ron Arad, il pilota dell'aviazione catturato dai miliziani oltre 22 anni fa. Adesso sarebbe pronto ad accettare uno scambio per riavere Ehud Goldwasser ed Eldad Regev, anche se fonti dell'esercito hanno ammesso che i due riservisti sono probabilmente morti. «La consegna dei resti è stato il primo passo per creare le condizioni che portino a un'intesa», ha commentato Frank-Walter Steinmeier, ministro degli Esteri tedesco. In un discorso il 19 gennaio, Nasrallah aveva rivelato che il movimento era in possesso di teste, braccia e gambe di soldati caduti in battaglia. I resti sono stati portati all'istituto di medicina legale di Abu Kabir per l'esame del Dna. Nasser era stato condannato dopo aver ammesso di aver passato informazioni a un ufficiale di Hezbollah e la foto di un parente che serviva nell'esercito israeliano. Nato da una madre ebrea convertita all'Islam, era immigrato dal Libano nel 1991. «Ho collaborato con Hezbollah perché sono un patriota e un musulmano», ha proclamato alla cerimonia nel villaggio di Naqura. «Non dimentichiamo mai la nostra identità e le nostre priorità, come la liberazione dei prigionieri e quella delle nostre terre», ha detto Nabil Qawuq, leader del Partito di Dio nel sud del Paese.
Sempre dal CORRIERE della SERA un articolosugli sforzi di Israele per dare sepoltura ai suoi soldati caduti in combattimento, i cui corpi sono in mano dei nemici.
GERUSALEMME — Lo Stato ebraico è sempre stato pronto a discutere scambi di prigionieri per ottenere informazioni sui dispersi in battaglia o per riportare a casa i corpi dei soldati morti in azione. Un principio ribadito da Ariel Sharon, quando da primo ministro aveva condotto l'ultimo scambio con Hezbollah, nel 2004: «Raggiungere un accordo è stata una decisione giusta, morale, etica. Il retaggio di Israele ci impone di dare sepoltura nella loro terra ai nostri soldati morti in combattimento e non sospenderemo gli sforzi fino a quando i resti di tutti i nostri caduti non ci saranno stati restituiti». La società israeliana riesce a sopportare di più un altro caduto in battaglia che il destino incerto di un sequestrato nelle mani degli estremisti. Il manuale di Tsahal contemplerebbe la «direttiva Annibale», una procedura mai ufficializzata e di cui i soldati non amano parlare. È l'ordine che un ufficiale non vorrebbe mai dover dare: in caso di rapimento di un militare, i commilitoni dovrebbero sparare sul commando in fuga, senza preoccuparsi della vita dell'ostaggio.
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