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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.05.2008 Per chi pensa di non votare Barack Obama
una riflessione di Giovanni Belardelli a sostegno

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 maggio 2008
Pagina: 41
Autore: Giovanni Belardelli
Titolo: «Ma la Shoah per Obama è solo un luogo comune»

SHOAH PER OBAMA
È SOLO UN LUOGO COMUNE

Dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/05/2008, a pag.41, un pezzo di Giovanni Belardelli, che contiene qualche riflessione per chi ha bisogno di rafforzare il proprio no ad una cadidatura Obama.

Ecco il pezzo:


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Parlando durante il Memorial Day, Barack Obama ha ricordato che un suo zio fu tra i soldati americani che per primi, il 27 gennaio 1945, entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz. Un riferimento tanto assurdo (Auschwitz fu liberata dai soldati dell'Armata rossa) potrebbe essere considerato semplicemente come una delle inesattezze e gaffe in cui lo stesso Obama sembra incorrere con una certa frequenza: di recente ha affermato — come ha ricordato Maurizio Molinari sulla
Stampa — di aver visitato tutti i «57 Stati» americani. Ma forse questa particolare gaffe relativa allo zio è anche segno di qualcosa d'altro. Forse è espressione della tendenza a citare continuamente la Shoah, a evocarla comunque, a proposito ma anche a sproposito, cui assistiamo da qualche tempo anche in Italia.
L'invenzione da parte di Obama di uno zio liberatore di Auschwitz lascia infatti trasparire il desiderio di includere a ogni costo nel proprio curriculum qualcosa che abbia a che fare con lo sterminio degli ebrei, come se la biografia di un politico che si rispetti debba preferibilmente avere almeno lambito, magari solo grazie alle gesta di uno zio, quella che ci appare come la tragedia cardine del Novecento. Dopo che la gaffe di Obama ha fatto il giro degli Stati Uniti e non solo, il suo staff si è affrettato a specificare che comunque uno zio dell'aspirante candidato democratico effettivamente «contribuì a liberare un sotto campo di Buchenwald ». Ma forse un parente che aveva liberato «soltanto » Buchenwald, campo di concentramento ma non di sterminio, originariamente non doveva essere parso del tutto adeguato al curriculum di Barack Obama.

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lettere@corriere.it

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