Nel Magazine del Corsera del 22 maggio, a pagina 38 si legge una notiziola desunta da un poco noto "Rapporto Globale dei Bambini soldato", rapporto ripreso e diffuso, prima che dal Corriere della Sera, da una ancora meno nota "Coalizione Italiana".Secondo tale rapporto tra i paesi "i cui governi arruolano bambini nell’esercito regolare", oltre a Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Somalia, Sudan, Uganda e Yemen (tutti paesi che bene illustrano e onorano la democrazia e l’amor fraterno) appare anche il nome di Israele.
Ed anche tra i paesi che utilizzano bambini "come spie, informatori messaggeri" appare di nuovo il nome dello Stato ebraico.
Si può senz’altro ritenere che la notiziola, incistata in una pagina che di tutt’altro trattava, non sia da imputare al Corriere della Sera e men che meno al suo direttore, di cui si conosce il corretto pensiero, ma il sospetto che qualcuno abbia voluto contrabbandare la linea politica di Osama bin Laden e di Ahmadinejad nelle pagine di un giornale che ne è ben lontano, quello è senz’altro legittimo.
La linea d’Israele riguardo ai bambini nella sua lotta per la sopravvivenza (ed è questo di cui si tratta) è piuttosto bene illustrata da una vignetta di qualche tempo fa in cui si vedeva un terrorista islamico che mentre sparava si proteggeva mettendo davanti a sé una carrozzina con un neonato, mentre di fronte a lui un soldato israeliano sparava mettendo sé davanti ad una eguale carrozzina.
Perché il Corriere non la ripubblica?Luciano Tas