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Il Foglio Rassegna Stampa
28.05.2008 L'ex presidente Carter si allea con i nemici dell'America
ha incontrato Hamas, invitato l'Europa a rompere con gli Stati Uniti, colpito la credibilità del suo paese con le dichiarazioni sulle "150 atomiche israeliane"

Testata: Il Foglio
Data: 28 maggio 2008
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Carter, un uomo sleale e vanesio»
Da Il FOGLIO del 28 maggio 2008:

La regola “buono o cattivo è il mio presidente” è da sempre l’architrave dell’unità americana nella politica internazionale. Le critiche all’Amministrazione in carica, anche durissime, si arrestano al confine oltre il quale si diventa obiettivamente alleati dei nemici dell’America. L’ex presidente Jimmy Carter, la cui conduzione della politica estera è segnata dai tragici errori compiuti in relazione alla rivolta khomeinista in Iran, è il primo esponente politico americano di rilievo a sottrarsi a questa regola. Prima ha incontrato gli estremisti di Hamas a Damasco, sfidando l’Amministrazione in carica e mettendo in imbarazzo anche i leader democratici, poi si è esibito in dichiarazioni che hanno il senso non della critica, ma del sabotaggio aperto. Ha invitato l’Europa a rompere con gli Stati Uniti sulla questione dell’embargo a Gaza dominata dalla fazione terrorista e golpista di Hamas, definendo come una forma di vassallaggio “imbarazzante” la lealtà europea all’alleato americano. Già che c’era si è anche esibito in un indiretto appoggio all’armamento atomico dell’Iran, condannato dalle Nazioni Unite e non soltanto dall’America, sostenendo che Israele possiede già 150 testate atomiche. Al presidente americano sono attribuiti tali poteri e un tale accesso alle informazioni più riservate che, una volta che ha cessato le sue funzioni, è buona norma una strettissima lealtà istituzionale e patriottica. Su questo hanno sempre confidato gli interlocutori della Casa Bianca, certi di avere a che fare con persone che non avrebbero mai violato i principi di riservatezza per una qualche esternazione esibizionista. Vere o false che siano le “rivelazioni” di Carter, costituiscono un vulnus per la credibilità di ogni presidente americano, oltre che un atto di profonda slealtà nei confronti degli interessi del suo paese. Il fatto che ciò accada in una fase delicata, nella quale si gioca una complessa partita tra Damasco e Gerusalemme, rende ancora più inconcepibile e pericoloso l’atteggiamento di un uomo vanesio.

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