Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
L'uomo d'affari americano Morris Talansky accusa Olmert "gli ho passato 150 mila dollari in 15 anni"
Testata: Corriere della Sera Data: 28 maggio 2008 Pagina: 14 Autore: Davide Frattini Titolo: ««A Olmert 150 mila dollari in bustarelle»»
Dal CORRIERE della SERA del 28 maggio 2008:
GERUSALEMME — Sigari, penne di lusso, voli in prima classe, vacanze di famiglia, campagne elettorali. Davanti ai giudici, Morris Talansky ha compilato la lista delle spese. «Olmert chiedeva e io provvedevo», ha detto uno dei principali testimoni nell'inchiesta contro il premier israeliano. L'uomo d'affari americano ha raccontato di avergli passato almeno 150 mila dollari in 15 anni, quando Ehud Olmert era sindaco di Gerusalemme e poi ministro dell'Industria. Sempre contanti, dai 3 mila agli 8 mila dollari infilati in buste e spesso consegnati a Shula Zaken, assistente- angelo custode del politico. L'accusa vuole dimostrare che i soldi sono serviti a corrompere, Talansky ha sostenuto di non aver mai ricevuto nulla in cambio. «Mi ha messo in contatto con tre uomini d'affari ebrei negli Stati Uniti, per cercare di promuovere una mia azienda. Quando ho chiamato, uno di loro mi ha sbattuto giù il telefono. Mi sono detto: mai andare da un politico per questioni di business». Talansky, 75 anni, è stato chiamato in tribunale a Gerusalemme, anche se per ora la procura e la polizia stanno ancora indagando e non c'è stata richiesta d'incriminazione per il primo ministro. Il testimone risiede in America e i magistrati temevano che non sarebbe più ritornato in Israele per un eventuale processo. Ha parlato per otto ore, in inglese. Ha pianto, quando i giudici hanno ipotizzato di aggiornare la seduta a oggi. «Devo tornare a casa, mia moglie è ammalata». Mentre Talansky raccontava la sua versione, Olmert ha visitato una base della marina militare, accesso vietato ai giornalisti e alle domande scomode. «La lunga deposizione ha chiarito che non c'è stata corruzione — ha commentato il suo avvocato Navot Tel-Zur —. I soldi servivano per legittime campagne elettorali. Il premier e l'uomo d'affari erano amici. Olmert si prestava volentieri alle richieste di partecipare a serate di gala in cui venivano raccolti fondi per istituzioni benefiche ebraiche. Per il disturbo gli venivano pagati l'albergo e un volo in prima classe». Anche Talansky ha parlato di «grande amicizia e ammirazione». «Lo chiamavamo il principe del Likud. Intelligente, sa parlare. Il leader che avrei voluto essere, se avessi avuto il talento». All'amico, Olmert avrebbe chiesto un paio di prestiti: 25-30 mila dollari per una vacanza in Italia nel 2004, altri 15 mila che il politico aveva promesso di restituire. «Le ultime parole famose», ha detto ridendo l'uomo d'affari. «Quando ha voluto i soldi, era negli Stati Uniti. Sono uscito e li ho prelevati in banca per portarglieli». Durante un altro viaggio in America — ha raccontato Talansky — Olmert lo chiama chiedendo di aiutarlo perché la sua carta di credito è fuori uso. «Ho pagato io il conto dell'hotel Ritz-Carlton a Washington, 4.700 dollari per tre giorni. Anche questi non mi sono mai stati restituiti ». Il testimone verrà controesaminato dalla difesa il 17 luglio. Il primo ministro ha annunciato di essere pronto a dimettersi, se dovesse venire incriminato per corruzione. Nei prossimi due mesi e mezzo, continuerà la battaglia giudiziaria e quella politica nel suo partito, Kadima, per un'eventuale successione.
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