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Informazione Corretta Rassegna Stampa
27.05.2008 Barack Obama: un candidato costruito ad arte per la Casa Bianca
un articolo di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 maggio 2008
Pagina: 1
Autore: Piera Prister Bracaglia Morante
Titolo: «Barack Obama: un candidato costruito ad arte per la Casa Bianca»

Barack Obama: un candidato costruito ad arte per la Casa Bianca

Di Barack Obama, anche gli avversari dicono che ha una lingua d'argento – a silver tongue- facondo ed eloquente com'e' da trascinare le folle che lo ascoltano in deliquio, come all'indomani di tutto quel chiasso suscitato dalle sue connessioni con il pastore razzista ed antisemita, Geremiah Wright e con Louis Farrakan, quando, per nulla irretito dallo scandalo, fece quel discorso tanto atteso e memorabile da sedurre tutti anche i meno sprovveduti, sulla nascita della democrazia e il movimento per i diritti civili – Civil Rights Movement- un periodo glorioso della storia americana, che ogni americano ha nel cuore. Quel discorso scritto in stile kennediano in collaborazione con il suo consigliere e "ghostwriter", Adam Frankel , piu' di ogni altro ha toccato le corde della commozione, quando ha rievocato l'indipendenza  del popolo americano sfuggito alla tirannia e alle persecuzioni, la nascita dello stato e i suoi padri fondatori, la dichiarazione dei diritti dell'uomo di Filadelfia, basata sul diritto alla vita, alla liberta' e alla ricerca della felicita', nonche' lo schiavismo e l'intolleranza razziale. Ha risvegliato negli animi sentimenti di colpevolezza, una colpa che con la sua elezione potrebbe essere cancellata. Ecco perche' i " liberal" lo sostengono ad ogni costo, senza chiedersi troppo sulla sua identita', sulla sua formazione e sulle sue frequentazioni, dai circoli antisemiti di Farrakhan –lo spudorato elogiatore di Hitler- a quelli degli anni 60 delle "black panters" e del movimento terroristico bombarolo underground del prof. William Heirs e di Bernardine Dohrn. Una eventuale elezione di Obama costituirebbe un lavacro delle colpe, una cancellazione di tutti i pregiudizi razziali che hanno infamato l'America in passato. Gli Americani hanno voglia di catarsi ma anche di cambiamento e Barack Obama e' l'uomo che  incarna questi valori in mezzo ad un crescente e pauroso consenso. Gli Americani hanno voglia di energie nuove  e Barack Obama le personifica: vogliono sperare in un domani piu' sicuro nell'incertezza economica dell'oggi, con la recessione alle porte, con un numero crescente di famiglie che non possono permettersi piu' di pagare il mutuo per la casa e con il prezzo della benzina che e' in vertiginosa ascesa.

 E per giunta gli Americani sembrano anche aver bisogno di sentirsi forti nella massa come individualita' collettiva che comunica a ciascuno una forza incommensurabile. Nella folla si sentono come se superassero i limiti della loro individualita'in una unita' trascendente con gli altri. Inoltre Obama inspirandosi a Kennedy appare familiare, i giovani lo applaudono, i suoi discorsi ufficiali suonano armoniosamente con tutte quelle allitterazioni e anafore riassicuranti che ne fanno un idolo come gia' John Kennedy che e' considerato il terzo personaggio storico piu' amato dagli Americani dopo George Washington e Abraham Lincoln: Barack incarna la continuita' di un'America libertaria risalente indietro alle lotte contro i pregiudizi razziali e le discriminazioni verso le minoranze.

 Ed e' per questo che anche Caroline Kennedy, la figlia del  presidente assassinato e John Edwards, come  anche Mc Govern ed Al Gore tutti ex candidati alla Casa Bianca, sostengono Obama e cosi' molti altri superdelegati che in America contano piu' del voto popolare. Anzi per Obama l'America delle suffragette risalenti indietro agli inizi del novecento, ha rivelato inaspettatamente un'anima maschilista e discriminante  a sfavore di Hillary Clinton, abbandonata dal suo partito, dall'establishment e dalla stampa e che e' invece sostenuta da un forte voto popolare. Perche' tutto gioca in favore di Obama: giovinezza, facondia, speranza  in un cambiamento in un'America in guerra e con problemi economici.

 Obama e' un leader che sa sedurre le masse, e' un fenomeno dirompente per una concomitanza di fattori, e tutto sembra congiurare per la sua riuscita. Obama nemmeno lontanamente somiglia a Kennedy. Ne puo' imitare la forma ma non la sostanza: John Kennedy si e' battuto per i diritti civili fino alla morte e ha combattuto contro i regimi nazifascisti ritornando in patria onusto di gloria, di medaglie e di ammirazione. Obama non sa nulla su quei regimi e ne minimizza la minaccia alla pace, per nulla preoccupato che l'Iran in breve sara' pronto ad usare le sue armi nucleari contro Israele e a scatenare una guerra atomica. "Non si raggiunge la pace con l'essere inoffensivi verso il nemico" scrive il senatore Joseph Lieberman e Obama,  in autunno e' stato uno dei 22 senatori  che in senato ha votato contro la risoluzione che ha designato l'IRGC –Iran's Revolutionary Guards Corps -le Guardie della Rivoluzione dell'Iran-  come un'organizzazione terroristica, un voto che lo ha reso una colomba anche tra i democratici, come scrive Bret Stephens nella pagina delle opinioni del "The Wall Street  Journal" del 20 maggio in un editoriale dal titolo "Obama and the Jews" -Obama e gli Ebrei-

 

 Per giunta ad Obama affluiscono con dovizia finanziamenti elettorali di milioni e milioni di dollari, di cui non ne e' mai a corto, come invece capita agli altri candidati, sappiamo che tra i suoi finanziatori c'e' George Soros uno speculatore finanziario che fa capo a moveon.org  che non e' certo a favore di Israele, dell'America e della democrazia.

 Cosi' come  milioni di petroldollari da decenni affluiscono alla fondazione di Jimmy Carter per cui non ci dobbiamo poi tanto meravigliare se poi  l'ex presidente ha pubblicato quel libro infamante contro Israele e se ha deposto una corona di fiori sulla tomba di Arafat. Se poi leggiamo i giornali e anche i libri che si pubblicano sull'argomento, siamo sempre piu' convinti che Barack Obama e' un personaggio costruito ad hoc per diventare presidente degli Stati Uniti.

 A proposito segnaliamo un libro appena pubblicato che si intitola "Counselor" il libro di memorie scritto da Ted Sorensen, 80 anni, l'ex consigliere in capo e ghost-writer di John Kennedy che si e' avvalso della collaborazione di Adam Frankel –attuale consigliere di Obama. Sono le memorie di quegli anni roventi quando Sorensen era il giovanissimo consigliere di Kennedy ai tempi della crisi dei missili nucleari di Cuba contro la Florida ed era il terzo uomo piu' potente alla Casa Bianca. Quindi esiste una continuita' storica tra John Kennedy e Barack Obama attraverso l' attuale collaborazione dei rispettivi consiglieri in capo che provengono dalla stessa scuola. Se queste non sono tecniche manipolative dell'opinione pubblica, diteci altrimenti che cosa sono?

Piera Prister Bracaglia Morante


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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