giovedi` 05 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






L'Opinione Rassegna Stampa
27.05.2008 In Libano ritorna l'egemonia siriana
e l'Ucoii viene assolta: non istigherebbe all’odio anti ebraico

Testata: L'Opinione
Data: 27 maggio 2008
Pagina: 0
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Con Suleiman ritorna l’egemonia siriana - Ucoii assolta, non istiga all’antisemitismo»

Da L'OPINIONE del 27 gennaio 2008, due articoli din Dimitri Buffa.
Uno sull'assoluzione dell'Ucoii nel processo per antisemitismo:

C'era chi cercava un giudice a Berlino. L’Ucoii e il suo ex segretario Hamza Piccardo ne hanno trovati addirittura due, uno a Bologna e l’altro a Roma, che li hanno prontamenti assolti dalle accuse di istigazione all’odio anti ebraico per due episodi che all’epoca ebbero molto risalto mediatico: l’annuncio a pagamento sui quotidiani della catena Riffeser in cui, nell’agosto 2006, si faceva un’equazione tra Gaza e Auschwitz e alcuni brani contro Israele e il suo diritto a esistere messi sul sito islam-on line gestito dallo stesso Piccardo. Il quale adesso canta vittoria e straparla di non possibili equiparazioni tra l’odio anti israeliano e quello contro gli ebrei. Il tutto con il sigillo di due magistrati della nostra repubblica: “brutto colpo per chi aveva sperato in una condanna esemplare che chiudesse la bocca a tutti i critici d’Israele, infangando al contempo il presidente della maggiore organizzazione islamica in Italia con una condanna che sarebbe stata presentata come infamante”.

“Eh sì – scrive compiaciuto Piccardo sullo stesso sito che era finito sotto accusa - siamo stati prosciolti dall’accusa ingiusta e infamante di aver incitato all’odio razziale e lo diciamo con tanta enfasi perché quegli organi di stampa, tutti o quasi, che avevano dato grande risalto all’apertura della vicenda e alla successiva richiesta di rinvio a giudizio del pm, si sono ben guardati dal dare, non dico la stessa rilevanza, ma almeno un qualche dignitoso spazio alla notizia”. “Prima a Bologna, nel febbraio scorso – scrive Piccardo - quando era in questione solo l’inserzione ’Ieri stragi naziste oggi stragi israeliane’ pubblicata nell’agosto 2006 sui quotidiani del network Qn poi a Roma”. Piccardo cita anche brani della sentenza di proscioglimento: “il pm Morena Piazzi, incaricata dell’inchiesta, ne aveva disposto l’archiviazione in quanto ’non c’è alcuna espressione neppure in forma sottointesa o indiretta ispirata o caratterizzata da ragioni di discriminazioni razziali o religiosa (...) Si tratta di un documento di denuncia politica, certamente una ricostruzione parziale che non fa cenno alle numerosissime vittime civili israeliane, ma che in nessun modo si traduce in espressioni riconducibili al reato ipotizzato o ad altra ipotesi delittuosa, risultando manifestazione costituzionalmente tutelata dalla libertà d’espressione del pensiero”.

Insomma Piccardo e l’Ucoii vengono dipinti dai giudici come i “martiri dell’ideale”. E loro adesso si sentiranno incoraggiati a rincarare la dose contro Israele. Sembra di tornare ai tempi delle Brigate rosse quando la magistratura di Genova nel 1977 assolse il cattivo maestro Enrico Fenzi (cognato di Senzani), reo anche lui di avere istigato all’odio nelle università dove veniva predicata la lotta armata che poi altri facevano per davvero. E all’epoca passò alla storia la frase che il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa usò per commentare quella sentenza: “l’ingiustizia che assolve”. Di lì a pochi mesi, poi, Fenzi venne arrestato di nuovo e stavolta condannato per avere effettivamente avuto un ruolo nella colonna genovese delle Br. Poi si pentì. E oggi gestisce un ristorante. Ma questa è tutta un’altra storia.

E uno sul ritorno dell'egemonia siriana in Libano:

Le prime dichiarazioni sono state contro Israele e a favore dell’influenza siriana in Libano. Con l’insediamento del generale Michel Suleiman alla presidenza della repubblica, l’Onu può dire addio all’attuazione della risoluzione 1701 che prevedeva, in primis, il disarmo degli Hezbollah. Ma il popolo del Paese dei Cedri può dire addio alla sua primavera così come alle richieste di una commissione di inchiesta internazionale sull’assassinio di Rafiq Hariri. In pratica questa elezione ratifica solo il golpe strisciante di Hassan Nasrallah e normalizza un paese in cui la componente cristiano-maronita, con la sola eccezione della fazione fedele a Samir Geagea, non esiste più. Essendosi consegnata mani e piedi proprio a Hezbollah e quindi all’Iran.

Non c’è quindi molto da credere ai facili entusiasmi degli artefici di questo sfacelo, tra cui l’ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema, che in pratica ha consegnato il paese al controllo Hezbollah grazie all’invio di una missione militare che di fatto ha protetto i terroristi da possibili rappresaglie dell’esercito di Gerusalemme. Su questo tema, vanno condivise - e se ne parla diffusamente in un libro di prossima pubblicazione da parte dell’editore Bietti, “Viaggio negli orrori del Libano” di Giampaolo Pelizzaro - le critiche espresse alla fine di aprile da alcune fonti politiche israeliane riportate dal quotidiano Haaretz nei confronti dell’Unifil, e quindi nei confronti dell’Italia che dal febbraio 2007 ne assunse il comando. Israele ritiene (a ragione) che l’Unifil non riferisca al Consiglio di Sicurezza il quadro preciso della situazione nel Sud del Libano, ovvero nell’area dove si trova ad operare seguendo il dettato della risoluzione 1701 e seguenti, “dissimulando intenzionalmente” – così si sono espresse le fonti israeliane – le ripetute violazioni della 1701 da parte di Hezbollah.

Questo atteggiamento “morbido” nei confronti delle milizie sciite (le quali, dalla fine della guerra dell’estate del 2006, non hanno mai smesso di riarmarsi) ha determinato l’attuale situazione politica di un Libano consegnato agli Hezbollah. L’allarme di Israele è confermato da una serie di gravi episodi cui si aggiunge il “difetto di comunicazione di informazioni sensibili ai superiori organi delle Nazioni Unite”. L’Unifil, come aveva a suo tempo riportato Haaretz, starebbe “Intenzionalmente celando al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite informazioni sulle attività condotte dagli Hezbollah a Sud del fiume Litani, con lo scopo di evitare di entrare in conflitto con l’organizzazione paramilitare”. Negli ultimi mesi, sempre secondo fonti governative israeliane, c’è stato “un tentativo da parte di diversi membri dell’Onu di fuorviare il Consiglio di Sicurezza e di dissimulare tutto quanto ha a che fare col rafforzamento degli Hezbollah nel Sud del Libano”. L’episodio che ha fatto scattare le verifiche e le contromisure da parte di Gerusalemme è stato un rapporto su un incidente avvenuto agli inizi di marzo tra militari dell’Unifil e uomini armati non identificati nel quale – secondo le fonti israeliane – l’Unifil avrebbe taciuto i dettagli. Ecco oggi (a prescindere dal discorso Israele), i libanesi devono ringraziare chi ha mandato i soldati dell’Unifil 2 se si ritrovano la Siria in casa rientrata dalla finestra, dopo averla inutilmente cacciata dalla porta.

Per inviare una e-mail alla redazione dell'Opinione cliccare sul link sottostante


diaconale@opinione.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT