Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Bancarotta morale in Libano l'analisi di Richard Perle, in un'intervista che ci suggerisce una domanda al ministro degli Esteri italiano
Testata: Corriere della Sera Data: 26 maggio 2008 Pagina: 15 Autore: Ennio Caretto Titolo: ««Terroristi legittimati È la bancarotta morale»»
Ennio Caretto intervista Richard Perle sull'elezione di Michel Suleiman, per il CORRIERE della SERA del 26 maggio 2008:
WASHINGTON — Per l'ex sottosegretario alla Difesa e leader neocon Richard Perle, legittimare Hezbollah come forza politica è «una vera bancarotta morale e pratica». Significa, protesta, legittimare anche la sponsorizzazione del terrorismo da parte dell'Iran. «Siamo in una situazione incredibile», afferma. «Hezbollah è un gruppo terroristico un organo del governo iraniano. L'Iran lo ha inserito con la violenza nel governo libanese, che ha ceduto per paura di violenze ancora più gravi». Accettandolo come interlocutore, ammonisce Perle, si sancisce un modello: «L'Iran farà il bis in altri Paesi del Golfo persico e del Medio oriente a danno dell'America e dell'Europa». Perché parla di bancarotta morale e pratica? «Perché trattare con Hezbollah è come trattare con gli ayatollah e con la Guardia rivoluzionaria iraniani. L'Italia e la Francia sono in contraddizione con se stesse perché seguono una linea dura verso l'Iran e una linea morbida verso il suo protetto. Credono davvero che Hezbollah contribuirà alla stabilità del Libano a lungo termine? Non capiscono che danno via libera a qualsiasi governo di interferire in un altro? Che utilità ha per l'Europa chiudere gli occhi?». È certo che l'Iran applicherà il modello Libano ad altri Paesi? «Sì, lo sta già facendo in Palestina con Hamas, proprio tramite Hezbollah, armandolo e finanziandolo, e cerca di farlo anche in Iraq tramite le milizie sciite. L'Iran è abilissimo nello sfruttare il conflitto sciiti-sunniti per espandere la sua sfera d'influenza e creare delle repubbliche islamiche sotto il suo controllo». Ma in Libano non c'erano alternative, sarebbe stata guerra civile. «L'alternativa c'era e c'è, ed era ed è di isolare Hezbollah, l'Iran e la Siria che fa da sua cinghia di trasmissione. Hezbollah non ha a cuore l'interesse del popolo libanese ma quello dell'Iran, manca di legittimazione interna. L'Europa non deve dialogare con esso, deve fare fronte comune con l'America. Idem nei confronti della Siria, che secondo me è sempre pronta a istigare la violenza in Libano».
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano Frattini sull'elezione su Suleiman, se confermate, appaiono ben lontane dalla lucidità di Perle. Riprendiamo dalla cronaca di Lorenzo Cremonesi pubblicata sempre dal CORRIERE:
«Questo è un grande giorno per il Libano, si apre la speranza per la stabilità. E ciò deve basarsi sulla ricostituzione dell'esercito libanese, forte ed efficace, a garanzia del processo di consolidamento politico. Questa è la premessa per il disarmo di tutte le milizie, compreso l'Hezbollah», ha ripetuto più volte il ministro degli Esteri italiano incontrando Siniora, Suleiman e i massimi leader del Paese. A suo dire, solo il disarmo di Hezbollah potrà garantire la pace, «la sicurezza di Israele» e il ritorno della piena sovranità libanese.
L'elezione di Suleiman è stata voluta da Hezbollah, oltre che dalla Siria e dall'Iran che appoggiano il gruppo terroristico. Come pensare realisticamente che ad essa possa seguire il disarmo di Hezbollah? Frattini dovrebbe chiarirlo quanto prima, per rendere possibile un giudizio definitivo su dichiarazioni che al momento non possono che suscitare scetticismo e preoccupazione.
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