Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
La Casa Bianca smentisce il Jerusalem Post non è previsto un attacco all'Iran prima della fine del mandato di Bush
Testata: Corriere della Sera Data: 21 maggio 2008 Pagina: 17 Autore: la redazione Titolo: ««George W. attaccherà l'Iran entro la fine del mandato»»
Dal CORRIERE della SERA del 21 maggio 2008
GERUSALEMME — Un attacco all'Iran prima della fine del mandato di Bush. Secondo il Jerusalem Post è questa l'intenzione della Casa Bianca rivelata da un alto funzionario Usa durate la recente visita in Israele del presidente americano. Ma da Washington arriva una secca smentita. La portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, afferma che l'articolo in questione «non vale la carta su cui è stato pubblicato» visto «che cita fonti anonime che citano a loro volta fonti anonime sulla posizione del presidente Bush sull'Iran». Secondo un dirigente israeliano, la fonte del quotidiano, uno stretto collaboratore di Bush, ha detto durante un incontro a porte chiuse che il presidente americano e il vice-presidente Dick Cheney sono a favore di un intervento militare contro la Repubblica islamica. Tuttavia, sempre secondo la fonte, «le resistenze del segretario alla difesa Robert Gates e del segretario di Stato Condoleezza Rice impediscono all'amministrazione Usa di prendere una decisione al riguardo in tempi brevi». Teheran è accusata da Stati Uniti, Israele e diversi Paesi occidentali di voler sviluppare un programma nucleare con fini bellici e di destabilizzare l'Iraq e il Libano. La Perino, però, assicura che «il presidente degli Stati Uniti non dovrebbe mai rinunciare a priori ad alcuna opzione ma la nostra preferenza è per i metodi diplomatici pacifici».
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