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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.05.2008 Proibito il velo per le donne-giudici
una decisione del governo danese

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 maggio 2008
Pagina: 17
Autore: Luigi Offeddu
Titolo: «Danimarca, no al velo per le donne-giudici»

Dal CORRIERE della SERA del 20 maggio 2008:

BRUXELLES – È lieve e sottile, il velo delle donne musulmane. Eppure divide un Paese, il regno di Danimarca: un ministro, anzi una ministra, l'una contro l'altra, i partiti che si spaccano. Alla fine, e con l'appoggio «bipartisan » dell'opposizione di centrosinistra, la decisione è presa: il governo danese proibisce alle donne-giudici di portare il velo, nei tribunali di ogni ordine e grado. Possono portarlo le deputate in Parlamento, dove è ammesso qualunque copricapo tranne quello totale, il burka. Ma le donne- magistrato, no. Motivazione: il velo è un simbolo religioso, e ogni magistrato — ha spiegato il primo ministro liberale Anders Fogh Rasmussen — deve essere «equanime» quando amministra la legge, libero anche da pregiudizi religiosi; non deve offrire al cittadino il minimo appiglio per pensare il contrario. Ma c'è chi parla di discriminazione anti-musulmana, e a Copenaghen tutti ricordano che cosa avvenne quando vennero pubblicate le vignette satiriche su Maometto: proprio ieri, per rispondere a una nuova pubblicazione di quelle vignette, ospedali e farmacie dell'Arabia Saudita hanno annunciato il boicottaggio dei medicinali danesi. Così, anche per il «no» al velo, si temono reazioni: il ministero degli Esteri ha avvertito i propri ambasciatori nei Paesi musulmani di tenersi pronti per eventuali proteste di piazza. Lo stesso provvedimento vieta ai giudici anche i crocifissi e i santini, la kippah (il copricapo ebraico), il turbante indu o sikh, e ogni altro segno di appartenenza.
Ma è il velo, il problema vero: perché quella musulmana è la minoranza più nutrita, e naturalmente l'unica tentata dalle suggestioni della sharia, la legge islamica. I magistrati a capo scoperto e senza distintivi di credo— ha ribadito la biondissima Lene Espersen, ministro della Giustizia — sono una garanzia di imparzialità: dovranno solo vestire la tonaca e gli altri paramenti tradizionali del loro ordine. Ma per la collega Birthe Hornbeck, ministro per l'Immigrazione e gli affari religiosi, con queste idee la Danimarca «scivola verso la dittatura», e si colpiscono non solo i musulmani ma tutti i credenti: «Appoggerò il provvedimento, anche se non sono d'accordo ».
E quest'ultima, di decisione, si spiegherebbe con la percentuale sempre più alta di ragazze musulmane, figlie di immigrati, che studiano giurisprudenza e cercano poi di intraprendere una carriera nella magistratura. Tempo fa, quando già circolavano le prime voci sull'orientamento di Rasmussen, una sentenza aveva stabilito che non si può proibire il velo, neppure ai magistrati. Subito dopo, il Partito del popolo (il terzo del Paese, di tendenze nazionaliste) aveva pubblicato manifesti in cui si vedeva una donna velata che, martelletto da giudice in pugno, sentenziava «in nome della sharia». Altre proteste, altri dibattiti. Infine, il governo ha tagliato corto con tutti gli indugi e ha presentato la sua proposta: «no» al velo, e a tutto il resto.

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