Parallelismi pericolosi quelli tra le persecuzioni antiebraiche e la situazione dei rom in Italia: un articolo di Giorgio Israel
Testata: Informazione Corretta Data: 20 maggio 2008 Pagina: 1 Autore: Giorgio Israel Titolo: «Parallelismi pericolosi»
Non mi ha convinto l’accostamento tra i “neonazisti in Germania e gli assalti dei campi rom in Italia”. Non sono d’accordo perché non ritengo che occorra accodarsi all’ondata di parole in libertà in relazione ai primi provvedimenti sull’immigrazione e l’ordine pubblico del governo e in relazione alla questione rom. Si sente di tutto: “prove di pulizia etnica”, “parlamento attuale che fa schifo”, “governo di razzisti”, “fascisti al governo”, “sono tornate le leggi razziali”, “clima da pogrom”, “rom come gli ebrei”, “umanità divisa in due parti inconciliabili nel modo di essere”, “abolire ogni contiguità con questo versante inconciliabile”. Soprattutto, non mi piace questa ondata di parallelismi a ruota libera con ebrei, shoah, lager e pogrom. Pierluigi Battista concede che Il Foglio ha avuto qualche ragione a denunciare le allucinazioni della “Nuova Apocalisse” e l’isteria di chi equipara i Cpt ai Lager e chiama “rastrellamenti” le azioni di polizia. Però… Però – e non a torto –denuncia lo spettacolo disgustoso della caccia all’uomo di stampo camorristico e l’incapacità delle forze dell’ordine di opporvisi. Invoca il ripristino della “maestà della legge” e denuncia il rischio di attaccare i gruppi anziché i singoli, che potrebbe “essere la fonte di una nuova apocalisse”. Anche se mi pare assai lontana questa nuova apocalisse – l’Italia è un paradiso di tolleranza di fronte alla Spagna che in pochi anni ha espulso mezzo milione di clandestini e che ci fa la lezione mentre campeggiano nei suoi negozi cartelli che decretano “vietato l’ingresso ai cani e ai romeni” (ricorda qualcosa?) – non esito a dichiararmi assolutamente d’accordo sulla condanna più energica di questa resa dello stato, di questo crollo della legalità, di questo spettacolo indegno di zone intere del paese intere in preda della malavita che impone il controllo del territorio secondo le sue modalità sbeffeggiando le forze dell’ordine. D’accordo. E pienamente d’accordo anche nel dire che in uno stato che si rispetti si sanzionano i singoli e non i gruppi. Però, ora un “però” lo dico io, e con molta indignazione. Non certamente nei confronti di Battista che è uno dei pochi commentatori limpidi e inappuntabili. Ma nei confronti dello stuolo di tartufi che stanno sommergendo la stampa di commenti sulla Nuova Apocalisse e tutti basati sul confronto con pogrom, ebrei, lager – da cui la pertinenza di questo tema nel sito Informazione Corretta. Dov’erano in questi anni queste persone mentre la sciagurata visione della legalità della sinistra ci conduceva in questa situazione? Una sinistra che rivela ancora e sempre quella visione perfettamente descritta da Solgenitzin in Arcipelago Gulag: nutrire un amore speciale per i criminali e i delinquenti. Dov’erano? Quando mai hanno scritto articoli indignati sulla vita che deve condurre una buona parte della popolazione italiana a causa della condizione di illegalità in cui è stato ridotto il paese dalla sciagurata politica buonista nei confronti dell’immigrazione clandestina soprattutto in questi ultimi due anni? Due anni che hanno reso purulente ferite già drammatiche. Dov’erano e perché tacevano? Vivo in un quartiere decoroso con molto verde intorno. Suprema disgrazia, perché questo verde è occupato da centinaia – centinaia – di clandestini che fanno il bello e il cattivo tempo, vivendo in favelas in cui non si sa quel che accade, ogni sorta di attività illegale, e che hanno sottratto il territorio al controllo della “maestà della legge”. L’altro giorno ho tentato di avanzare di qualche metro in questa zona con la mia famiglia e siamo fuggiti terrorizzati dalla visione di gente minacciosa ben protetta da cani aggressivi. Provate a parlare con gli abitanti del quartiere e ne sentirete delle belle. E perché? Perché la “maestà della legge” è da anni una barzelletta, una frase che è soltanto ridicolo pronunziare. È un intero territorio sottratto alla legalità. E parlo di una situazione assolutamente “tranquilla”. Avete idea di quel che accade in certe periferie romane? Avete idea di quel che accade vicino all’università o al policlinico di Roma, dove ieri una collega ha dovuto difendersi con tutte le forze contro uno scippo di giovani rom? Sono vicende che non finiscono sui giornali. Ma sarebbe bene fermarsi a riflettere che, per un’anziana ottantenne, finire per terra travolta da uno scippo e subire la frattura del femore – e nessuno ne sa niente perché è un evento minimo tra tanti – è un dramma terribile che rovina l’esistenza e non è meno grave di quel che è accaduto individualmente a Napoli a ciascuno dei rom cacciati. Casomai, lo è molto di più. O vogliamo indulgere all’ideologia secondo cui i veri reati sono quelli collettivi e quelli che colpiscono la singola persona non meritano interesse? Non c’è bisogno di ricordare quale sia questa ideologia. Potrei continuare con un’infinità di esempi della condizione indegna in cui vaste zone del paese sono state ridotte dal buonismo di chi è sempre pronta a deridere chi richiede la legalità e a trattarlo da fascista. Potrei continuare ma mi fermo qui. Ma sono indignato e scandalizzato da questa indecente ondata di ipocrisia, di tartufismo generalizzato, da questo profluvio di retorica falsa e strumentale. Tanto più sono indignato in quanto questo profluvio si avvale di parallelismi scandalosi: Napoli come il pogrom di Kishinev, i Cpt come i lager. Che certa gente dica questo, non mi sorprende: lo fanno da sempre. Da sempre usano indegnamente la memoria della Shoah, dei lager, di Auschwitz quando fa loro comodo, usano gli ebrei come strumento di propaganda. I Cpt come i lager… Sono io che ho ricordato al Foglio l’indecente vicenda di un film sulle leggi razziali del 1938 patrocinato dal Comune di Roma che terminava con un fotogramma di una persona dietro le finestre munite di sbarre di un Cpt con la didascalia “la storia si ripete”. Alla presentazione di questo film mi levai indignato dicendo che ero, oltre che intellettualmente, personalmente offeso: avrei desiderato con tutte le forze che la quasi totalità della mia famiglia fosse finita in un Cpt anziché ad Auschwitz! Invece, e come se non bastasse, mi sono sentito fare la lezione da “autorità” politiche e funzionari statali di cui tralascio il nome. Ed ora Napoli come il pogrom di Kishinev. Non voglio neppure provare a contestare questi paragoni. Penso che qualsiasi persona dotata di un minimo di ragione e di senso morale dovrebbe provare vergogna a doverlo fare. Ma quel che ancor più mi scandalizza è che persone che conoscono, o per ragioni personali o per cultura storica, queste vicende abbiano concesso qualcosa a questo genere di paragoni. I quali producono una confusione infame in cui tutte le vacche sono grigie. Perché allora Campi rom di Napoli = Lager = Cpt; Hitler = Berlusconi; Leggi razziali fasciste = decreti Maroni (anche se non si sa neppure cosa conterranno) = Bossi-Fini; pogrom di Kishinev = rastrellamenti della polizia nei campi rom a Roma. Bene, scusate, questi “rastrellamenti” me li auguro con tutto il cuore, per il ripristino della “maestà della legge” e nel quadro di una riscossa generalizzata contro l’illegalità, in un nome di una sana guerra contro i criminali, e contro chi li preferisce alla “gente perbene che “vuole la pace” e che merita di “finir sottoterra”, come si diceva all’inizio di un quarantennio che non finisce più. E mi auguro con tutto il cuore che le persone davvero in buona fede riflettano a fondo prima di scrivere ancora con leggerezza sul tema. La “maestà della legge” non ha una faccia sola e l’abuso delle parole “pogrom” e “lager” va lasciato alle strumentalizzazioni ipocrite dei nipoti di Stalin. Attenzione, perché, se si accettano le equazioni precedenti, poi non si potrà aprir bocca quando verrà proposta l’equazione Gaza = Auschwitz. Dalle prime discende l’ultima e quando ci si renderà conto di aver avallato una menzogna accettando per conformismo altre menzogne sarà vano stracciarsi le vesti.
A questo link, la pagina della rassegna di Informazione Corretta che contiene l'accostamento tra "neonazisti in Germania e gli assalti dei campi rom in Italia"