Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Al Qaeda invoca la jihad contro Israele e minaccia l'Unifil
Testata: Corriere della Sera Data: 17 maggio 2008 Pagina: 14 Autore: Guido Olimpio Titolo: «Osama minaccia l'Unifil: «Protegge Israele»»
Dal CORRIERE della SERA del 17 maggio 2008:
WASHINGTON — Osama riscalda i cuori dei suoi seguaci con il fuoco sempre vivo della Palestina. E lo fa inserendosi nell'anniversario della fondazione di Israele sapendo di cogliere gli umori e le sensibilità dei musulmani. Con il terzo messaggio audio del 2008 diffuso su Internet, Bin Laden — la Cia ritiene che la voce sia sua — torna a «sparare» sullo stato ebraico e sulle potenze occidentali che ne hanno favorito la nascita, denuncia la presenza dei capi di Stato a Gerusalemme, definisce bugiarda la stampa internazionale perché «complice» dell'occupazione. E, soprattutto, promette di «continuare la battaglia contro gli israeliani e i loro alleati. La Jihad è un dovere». La «questione palestinese — afferma la presunta voce del capo qaedista — è una delle cause che hanno spinto i 19 uomini liberi a colpire gli ebrei e i loro alleati. È da qui che sono venuti i fatti dell'11 settembre». Dedicando alla Palestina il clamoroso attacco all'America, Osama vuole ribadire la centralità della crisi a Gaza rispetto alle altre. Un messaggio ripetuto in modo ossessivo in questi mesi sia da Bin Laden che dal vero ideologo del movimento, Ayman Al Zawahiri. Non meno importante è il nuovo riferimento ai caschi blu Onu schierati in Libano sud, un contingente del quale fanno parte anche duemila soldati italiani ed è guidato in questo periodo dal generale Graziano. Bin Laden ribadisce la teoria che le forze di pace rappresentano in realtà uno scudo per proteggere Israele dagli attacchi dei mujahedin. Una visione che ha spinto Al Qaeda a criticare, negli scorsi mesi, persino gli Hezbollah sciiti. Per i vertici jihadisti i guerriglieri libanesi sono parte del complotto e la loro azione contro gli israeliani ha favorito l'arrivo delle truppe Onu. Il crescendo sulla Palestina e il Libano è seguito con attenzione dai servizi di sicurezza. Le sortite di Bin Laden spesso sono rimaste confinate nella sfera della propaganda e la frequenza dei messaggi ha tolto drammaticità. Rispetto ad una volta Al Qaeda parla tanto, forse troppo. Ormai ci si è abituati ai comizi via Internet e solo i video di Osama hanno un impatto maggiore. In ogni caso il braccio mediatico qaedista non si va sfuggire l'occasione per essere presente sulla scena e rispondere alla promessa fatta da John McCain agli americani: prenderemo o uccideremo Bin Laden. Detto ciò gli 007 temono che prima o poi qualcuno raccolga il segnale di Osama. A Gerusalemme sono sicuri che Al Qaeda sia alla ricerca di rilancio con un attacco spettacolare contro un obiettivo israeliano. Le intelligence occidentali, a loro volta, guardano con inquietudine al ginepraio libanese. Il contingente è già stato attaccato da presunte formazioni qaediste ed esistono— purtroppo — le condizioni che favoriscono manovre clandestine. Il colpo di mano degli Hezbollah ai danni dei sunniti libanesi potrebbe essere usato come «pretesto » aggiuntivo per giustificare un attentato.
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