Bush in Israele denuncia la minaccia iraniana quotidiani a confronto
Testata:Avvenire - Il Sole 24 Ore - Il Messaggero Autore: Luigi Geninazzi - Ugo Tramballi - Eric Salerno Titolo: «Bush in Israele punta Teheran: È la più grande minaccia - Pace anche senza Olmert - Bush in Israele, ricordate che la minaccia è l'Iran»
Da AVVENIRE del 14 maggio 2008, la cronaca di Luigi Geninazzi
B ush continua a crederci. «Resto convinto che un accordo di fondo tra Israele e palestinesi possa essere raggiunto entro la fine di quest’anno», ha dichiarato alla vigilia del tour medio-orientale che inizia oggi. In un’intervista a un gruppo di giornalisti israeliani, il presidente americano ha ribadito la sua visione di un «nuovo Medio Oriente» dove la democrazia resiste in Libano, avanza in Iraq e s’allarga dallo Stato ebraico al futuro Stato palestinese. Bush arriva questa mattina a Gerusalemme per festeggiare i 60 anni d’Israele e per dare una spinta al processo di pace che ha preso il via ad Annapolis lo scorso novembre. Ma il rischio che vada a finire come i tentativi precedenti è molto alto e il leader della Casa Bianca intende fare tutto il possibile per evitarlo. «Non già perché voglio ricevere il Nobel per la pace – ironizza – ma per arrivare a quella che ritengo l’unica soluzione possibile: due Stati liberi e democratici che vivono fianco a fianco». Una soluzione che «gli Stati Uniti non possono imporre ma solo incoraggiare ». Il punto di svolta del conflitto israelo- palestinese, fa capire Bush, sarà la definizione dei confini del nuovo Stato palestinese che «non potrà essere simile al formaggio svizzero ma dovrà disporre di continuità territoriale». Rispondendo indirettamente a chi teme che i guai giudiziari di Olmert, su cui pende la spada di Damocle dell’incriminazione, possano far deragliare i negoziati, il presidente americano sottolinea che «il processo di pace non dipende da una sola persona», pur elogiando il premier israeliano, definito «un ragazzo onesto e di grande visione strategica». Già oggi, subito dopo il suo arrivo, Bush s’incontrerà con Olmert, quindi terrà un intervento alla Conferenza internazionale organizzata dal presidente Peres. Dall’aeroporto Ben Gurion, dove sbarcherà attorno alle 11, raggiungerà in elicottero Gerusalemme, blindata da imponenti misure di sicurezza, con ben 14mila poliziotti dispiegati in tutta la città. Domani parlerà alla Knesset, il Parlamento israeliano, e spera che «alla fine del discorso si dica: ecco un uomo che ha una visione delle cose e sa come comportarsi con gli estremisti ». Punterà il dito contro la Siria e soprattutto contro l’Iran, «il Paese che oggi rappresenta la più grande minaccia», due terribili «sponsor degli Hezbollah e di Hamas». Di rimando, il presidente iraniano è tornato a minacciare Israele, «uno Stato terrorista e criminale che ben presto sarà spazzato via». Ahmadinejad è noto per i suoi discorsi provocatori ma ieri ha superato se stesso. «Celebrare i 60 anni d’Israele – ha detto – è come festeggiare il compleanno di un morto». Dal Palazzo della Nazione dove ha aperto la conferenza internazionale «Affrontando il futuro» gli ha risposto il presidente israeliano Shimon Peres: «Ahmadinejad è il passato, per questo è contro di noi». Dopo Gerusalemme, Bush sarà a a Riad per celebrare i 75 anni d’amicizia tra Stati Uniti e Arabia Saudita, quindi si recherà a Sharm-el-Sheik dove s’incontrerà con il presidente egiziano Mubarak e con altri leader arabi. Ci sarà anche Abu Mazen che, in polemica con i festeggiamenti d’Israele, ha indetto una serie di contro-manifestazioni nei Territori per ricordare la «Nakba », la catastrofe subìta dal popolo palestinese 60 anni fa e non ancora conclusa.
Ugo Tramballi sul SOLE 24 ORE attribuisce all'amministrazione Bush anziché alla politica iraniana la responsabilità dell'insytabilità mediorentale
Erisa Salerno sul MESSAGGERO si concentra sulle rimostranze dell'Autorità palestinese per le celebrazioni dei 60 anni di Israele, riportando acriticamente le dichiarazioni del premier Fayyad e del presidente Abu Mazen per i quali Israele è responsabile dello stallo del negoziato di pace. Insediamenti, supposti "crimini dei coloni", blocchi... questi gli unici problemi, il terrorismo invece non esiste. Salerno, inoltre, accosta ed equipara la denuncia da parte di Bush del pericolo iraniano con le minacce di Ahmadinejad all'esistenza di Israele. In entrambi i casi il suo commento è "nulla di nuovo".