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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Repubblica Rassegna Stampa
10.05.2008 Confederazione giordano-palestinese: per Benny Morris è la via per la pace
lo storico israeliano alla Fiera del libro di Torino

Testata: La Repubblica
Data: 10 maggio 2008
Pagina: 54
Autore: Susanna Nirenstein
Titolo: «Benny Morris: una proposta per il Medio Oriente»
Da La REPUBBLICA del 10 maggio 2008

Benny Morris, lo storico israeliano di Vittime e 1948: la prima guerra di Israele, è sempre pieno di sorprese: dopo aver smantellato alcuni dei miti fondanti di Israele - dimostrando che i palestinesi nel 1948 erano stati, almeno in parte, cacciati dalle loro case con la forza - , dopo l´inizio dell´Intifada dei kamikaze, dichiarò che quell´allontanamento avrebbe dovuto essere ancora più radicale. Poco tempo fa, invece, ha studiato e sostenuto il carattere jihadistico, sacro e antioccidentale, della guerra che gli arabi, e con loro i palestinesi, opposero al sionismo fin dagli anni Venti. Ora, alla Fiera del Libro di Torino, presenta il suo nuovo pamphlet politico Due popoli una terra (sempre Rizzoli), la cui tesi è che l´unica soluzione del conflitto tra palestinesi e Israele, non è «due popoli due stati», ma una confederazione Giordana che accolga in sé i territori palestinesi. I vantaggi? Uno stato arabo già esistente e responsabile degli accordi che prende, un vasto territorio in cui ridistribuire virtuosamente i palestinesi, un affaccio sul Mediterraneo per Amman. La proposta non è nuova, ma sembrava andata in soffitta. Ora, per Morris, è di nuovo l´ora di tirarla fuori e aprire negoziati trilaterali fra Israele, Palestinesi e Giordania. Perché l´integralismo non permette altre strade.
Sergio Romano e Antonio Ferrari, che interloquiscono con lui, sembrano stupiti: per loro, l´ostacolo maggiore alla pace sono gli insediamenti in Cisgiordania. Morris di argomenti ne ha. Innanzitutto, lo smantellamento delle colonie attuato da Sharon a Gaza: se si è fatto quello, dice Morris, «potremmo trovare un accordo anche per l´altro: mantenendo come israeliani i settlement più vicini alla Linea Verde (quella pre-guerra del Sei giorni) e dando in cambio dell´altra terra alla Giordania».
Il problema non sono gli insediamenti, secondo Morris. «La questione è un´altra: il conflitto non va visto solo come una questione territoriale, ma all´interno della lotta globale dell´islam radicale contro l´Occidente, che considera Israele un corpo estraneo, come è scritto nello statuto di Hamas. Occorre un altro interlocutore. Abu Mazen? Non è abbastanza forte. Ma un´alleanza con il regime hascemita potrebbe aiutare i moderati».

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