Hezbollah assedia Beirut il Libano verso la guerra civile
Testata: Il Foglio Data: 09 maggio 2008 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «I telefonini segreti di Hezbollah innescano la guerra civile libanese»
Da Il FOGLIO del 9 maggio 2008:
Beirut. Ieri miliziani sciiti di Hezbollah e sunniti sostenitori del governo eletto libanese si sono scontrati con mitragliatrici e lanciagranate nella zona orientale di Beirut. Per ora ci sono due morti. I presentimenti della violenza erano ormai fortissimi. “Hezbollah tiene l’aeroporto in ostaggio e dà fuoco a Beirut”: con questo titolo drammatico il quotidiano libanese filogovernativo Mustaqbal avvertiva ieri mattina dell’inizio più che probabile di una nuova guerra civile. Eventualità tanto verosimile che il quotidiano di Hezbollah, As Safir così titolava: “Hanno riacceso il rischio di guerra civile”. Al di là delle notizie di cronaca – le strade di Beirut divise in due da chekpoint armati di Hezbollah, che ha dichiarato uno sciopero generale, aereoporto bloccato e scontri anche a Tripoli e nella Bekaa, con alcuni morti e molti feriti – l’elemento centrale è l’innesco della crisi. Il 7 maggio, il governo di Fouad Siniora ha dichiarato “illegale” e bloccato il sistema “privato” di telecomunicazioni per Internet, telefoni e telefonini che Hezbollah ha steso su tutto il paese e le telecamere altrettanto “private” con cui Hezbollah esercitava una sorveglianza capillare su tutto quanto accadeva nell’aeroporto di Beirut, sollevando contemporaneamente dall’incarico il generale Wafiq Shuqeir, vicino a Hezbollah e responsabile della sicurezza dello scalo.Va notato che questa rete di telecomunicazioni fornita dall’Iran – con probabile consulenza nordcoreana – è stato elemento fondamentale per la semisconfitta dell’esercito israeliano nel 2006 e non è affatto un sistema di comunicazione civile, ma l’architrave dell’apparato militare di Hezbollah. Il sistema è infatti talmente raffinato che riuscì a ingannare il Mossad che lo monitorava senza problemi ma che, nel momento stesso dell’inizio delle operazioni, si accorse che era stato inserito un nuovo sistema di criptazione dei messaggi, talmente sofisticato che per tutta la durata delle operazioni non fu penetrato. Naturalmente, il governo di Fouad Siniora non ha scoperto solo il 7 maggio che quel sistema esisteva, ma ha deciso di disinnescarlo proprio perché nelle ultime settimane i segni di una nuova possibile pressione militare di Hezbollah su diretta pressione irano-siriana sono sempre più evidenti. Una sorta di contropiede, dunque, una eccellente mossa di anticipo che mette in gravi difficoltà operative, ma anche di immagine, Hezbollah che infatti reagisce pesantemente. “Arresteremo quelli che proveranno ad arrestarci, spareremo contro coloro che ci spareranno, taglieremo le mani alzate su di noi”, ha detto Hassan Nasrallah, il leader carismatico di Hezbollah, che ieri ha parlato – lo fa di rado – in televisione. “Il sistema di comunicazione è l’arma più importante della resistenza, e la resistenza ha il dovere di difendere le proprie armi”. Cronaca di guerra La tensione è tanto alta e la sensazione che il paese sia troppo vicino al punto di rottura è tanto forte che il comando dell’esercito libanese ha ammonito che “il perdurare dell’attuale crisi minaccia l’unità delle istituzioni militari del paese”. Frase che ha un valore evocativo terribile nel paese dei cedri perché la guerra civile iniziò nel 1977 proprio a seguito della disgregazione dell’unità dell’esercito, che si frantumò in una decina di microeserciti confessionali, l’un contro l’altro armati. Pesantissime sono intanto le prese di posizione dell’Arabia Saudita che accusa “forze esterne”, Siria e Libano di essere la causa della crisi, mentre il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Aboul Gheit ha attaccato frontalmente – pur senza nominarlo – Hezbollah: “L’Egitto sostiene il governo libanese. I partiti che spingono al confronto e che persistono su questa via porteranno certamente la responsabilità storica delle loro azioni”. I sostenitori di Fouad Siniora hanno bloccato le principali arterie nella valle orientale della Bekaa, compresa l’autostrada che conduce in Siria, ponendo come condizione per la rimozione dei blocchi che il movimento sciita Hezbollah liberi dalle barricate l’autostrada che collega Beirut all’aeroporto internazionale, chiuso da ieri. Altri attivisti del movimento governativo al Mustaqbal, di Saad Hariri leader della maggioranza antisiriana, hanno dato fuoco a copertoni di automobili nei pressi del valico di montagna di Dahr al Baydar, punto di passaggio obbligato tra Beirut e la Bekaa. Miliziani di Hezbollah hanno a loro volta bloccato per il secondo giorno consecutivo le principali vie di comunicazione all’interno della capitale. Hariri si è rivolto subito a Hassan Nasrallah: “Togli l’assedio a Beirut"
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