Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Polemiche per le dichiarazioni di Gianfranco Fini sui fatti di Verona e Torino l'ambasciatore d'Israele in Italia: sull'antisemitismo di sinistra ha ragione
Testata: Corriere della Sera Data: 06 maggio 2008 Pagina: 0 Autore: Roberto Rizzo - Viviana Mazza Titolo: «Fini: più gravi i fatti di Torino È scontro con Veltroni - Meir: sull'antisemitismo di una certa sinistra ha ragione»
Dal CORRIERE della SERA del6 maggio 2008 la cronaca sulle dichiarazioni di Gianfranco Fini sui fatti di Verona e Torino.
MILANO — Succede ieri pomeriggio, durante la registrazione della puntata di Porta a Porta. In studio il presidente della Camera Gianfranco Fini, che alla domanda sulle differenze tra il pestaggio mortale di Nicola Tommasoli a Verona e gli scontri per il Salone del libro di Torino, risponde: «Gli scontri antisraeliani di Torino e gli attacchi di naziskin a Verona non sono paragonabili. Quel gruppo che si definisce neonazista va punito, ma quello che accade a Torino, dove frange della sinistra radicale danno vita ad azioni violente che cercano una giustificazione con una politica antisionista, è più grave». La risposta di Fini scatena una vera bufera politica, nonostante il portavoce di An Ronchi spieghi che «basta guardare la trasmissione per capire il senso delle parole di Fini». Anche se il neopresidente della Camera invoca «tolleranza zero» nei confronti degli aggressori di Nicola Tommasoli («Un'aggressione bestiale, gli autori vanno rieducati e messi in galera»), monta la polemica. «Di fronte alla morte di un ragazzo ci vuole un giudizio severo ed è sbagliato fare delle priorità», accusa Walter Veltroni, impegnato nell'Assemblea dei deputati del Pd. «Contro chi ha ucciso un ragazzo a bastonate è necessario un giudizio molto severo». Contro le parole pronunciate da Fini interviene anche il ministro uscente della Famiglia, Rosy Bindi: «In presenza della morte di un ragazzo, inviterei il presidente della Camera ad usare prudenza. È pericoloso stabilire delle gerarchie tra il bruciare la bandiera di un Paese e sopprimere una vita». Per un altro ministro uscente, Paolo Ferrero, «le parole di Fini sono indegne di chi occupa un ruolo istituzionale di quel peso ». Anche Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, stigmatizza le frasi («Molto gravi») di Fini: «L'omicidio di un innocente senza ragione alcuna è un fatto di gravità assoluta». Insorge la sinistra radicale: «Parole allucinanti », afferma Salvatore Cannavò di Sinistra critica. In difesa di Fini interviene Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl: «Grave che in Italia ci sia una sinistra che tende a strumentalizzare ogni episodio e a fare sciacallaggio. Le critiche al presidente della Camera rientrano in questa logica». L'eco della polemica arriva negli studi Rai dove è ancora in corso la registrazione. Il clima è teso, il Presidente della Camera dice di essere stato male interpretato e chiarisce: «Vorrei capire quando ho assolto i naziskin? Sono dei pazzi criminali assassini e, ribadisco, i due fenomeni di Verona e Torino non sono paragonabili ». Poi, rincara la dose nei confronti degli avversari politici: «Quando non si hanno argomenti per polemizzare, s'inventano». Il Presidente del Senato Renato Schifani parla di «dichiarazioni minoritarie», mentre il portavoce di An Andrea Ronchi si affida alla prova tv: «Basta guardare Porta a Porta per capire il senso delle parole del presidente Fini. Le scomposte reazioni che uniscono Veltroni alla sinistra massimalista dimostrano lo stato di profonda disperazione culturale e politica in cui versa il centrosinistra».
Il commento dell'ambasciatore d'Israele in Italia, Gideon Meir:
«Non ne so abbastanza e non voglio fare riferimento ai fatti di Verona », dice l'ambasciatore israeliano in Italia Gideon Meir. Ma sulle proteste contro la Fiera del Libro a Torino ha detto ieri sera di essere «assolutamente d'accordo» con Gianfranco Fini. «La sinistra radicale dà vita ad una violenza che giustifica con una politica antisionista — ha detto Fini ieri a Porta a Porta —. Non si può nascondere l'astio per gli ebrei dietro l'antisionismo. Quello della sinistra radicale è un movimento politico diffuso, che dà vita a pregiudizi di tipo politico- religioso». L'ambasciatore approva: «Quello che la sinistra estrema sta cercando di fare a Torino è delegittimare Israele, delegittimare il diritto all'esistenza dello Stato ebraico». E aggiunge: «Bruciare la bandiera israeliana è legittimo, ma non lo è, come si dice... sventolare una bandiera israeliana! Queste persone vogliono boicottare la Fiera del Libro, un evento di letteratura e di cultura. C'è solo una parola per questo, puro antisemitismo». Ma allora chiunque protesti contro Israele e le sue politiche finisce con l'essere bollato come antisemita? Meir dice di no, che esiste un test chiaro. «Natan Sharansky, ex dissidente sovietico e poi ministro israeliano, disse che ci sono tre "D" per valutare se siamo in presenza di antisemitismo. Qualora vi sia delegittimazione, demonizzazione e doppi standard nei confronti dello Stato ebraico». «Io sono un sostenitore della democrazia — continua l'ambasciatore Meir — e penso sia legittimo criticare certe politiche del mio governo, ma quello che non è legittimo è delegittimare lo Stato ebraico. E queste persone a Torino, le voci che chiedono un boicottaggio della Fiera del libro stanno in realtà delegittimando l'esistenza dello Stato ebraico. Non ho mai sentito coloro che chiedono il boicottaggio della Fiera del Libro chiedere un'azione di boicottaggio contro chi perpetra le stragi in Darfur. Perché? C'è un doppio standard». D'accordo con Fini e grato alla destra per l'appoggio, Meir tiene però anche a elogiare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «per due cose che ha detto (nel gennaio 2007, in occasione della giornata della Memoria, ndr): che anche l'antisionismo è come l'antisemitismo e che è una copertura per l'antisemitismo». Ma ha anche parole d'apprezzamento per «l'intero centrosinistra, Veltroni e altri che si sono schierati contro il boicottaggio».
Da parte nostra ci limitiamo a ricordare che il ritorno dell'ideologia nazista e degli atti di violenza efferata che alimenta è favorito proprio dalla diffusione delle falsificazioni storiche, del negazionismo della Shoah, dell'odio per Israele. La sinistra dovrebbe compiere un serio esame di coscienza. Durante il corteo del primo maggio a Torino intervenisse per impedirlo. E' il segno del fatto che la metastasi dell'antisemitismo inizia a diffondersi nel corpo malato di una sinistra che sceglie il silenzio invece di reagire ai pericolosi estremisti odiatori di Israele.
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