Due professori universitari piemontesi prendono posizione sul seminario antisraeliano organizzato all'Università di Torino.
Di seguito, la lettera di Enrico Fubini dell'Università del Piemonte Orientale al preside di Scienze Politiche
Caro Preside,
ho saputo del convegno sulla "Pulizia etnica della Palestina" organizzato nella tua Facoltà e ne sono stato veramente indignato. Mi dirai che in Italia e nelle Università c'è libertà di parola per tutti. Ma ho da obiettare che libertà di parola non va confusa con la diffusione consapevole di menzogne e di odio contro altri popoli. Già l'Università di Bologna ha saggiamente impedito un convegno organizzato dal collega Vattimo sul boicottaggio del Salone del libro e mi aspettavo da te eguale misura per un 'incontro' che si presenta assai più grave per il suo titolo fazioso. Spero caldamente per il buon nome dell'Università in cui ho insegnato per tanti anni, che vi sia un ripensamento al permesso che tu e il Rettore avete dato all'uso della sala lauree per questo ignobile 'convegno' che si serve di una copertura accademica e pseudo scientifica per manipolare e strumentalizzare l'opinione di chi ascolta. Tale iniziativa non può che distorcere eventi ben altrimenti complessi che richiederebbero invece un onesto esame e una conoscenza reale e obiettiva dei fatti per proporsi come un serio dibattito sulla situazione del conflitto in Medio Oriente.
Cordialmente
Enrico Fubini
Prof. Ordinario di Storia della musica,
Facoltà di Scienza della Formazione.
(in pensione)
Di seguito, la lettera di Guido Franzinetti, docente di storia all'Università del Piemonte Orientale, inviata a La STAMPA (che non l'ha ancota pubblicata)
Caro Direttore/Specchio dei tempi,
Angelo d'Orsi (Dibattiti e tifo da stadio, "la Stampa", 4 maggio 2008, p. 55) afferma che "coloro che edificarono Israele, lo fecero con il ricorso alla violenza sistematica e su larga scala verso 7 milioni di persone".
Le stime attuali della popolazione della Palestina a ovest del fiume Giordano per il 1947 (quindi prima della spartizione del 1948) sono di un totale di 1.970.000 persone (630 mila ebrei, 143 cristiani, 1.181 musulmani; cfr. S. Della Pergola, Israele e Palestina: la forza dei numeri. Il conflitto mediorientale fra demografia e politica, Bologna, Il Mulino, 2007, p. 73, tab. 3.2.). Non è chiaro in che modo i sionisti israeliani sarebbero riusciti ad espellere ben 7 milioni di persone. Presumibilmente d'Orsi dispone di fonti più aggiornate. Questo fornisce ai lettori una indicazione del livello di serietà scientifica che d'Orsi garantisce nei suoi seminari.
Distinti saluti
Guido Franzinetti