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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
05.05.2008 Il premier israeliano Olmert sotto inchiesta
la cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 05 maggio 2008
Pagina: 17
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Fondi neri elettorali, Olmert finisce nei guai»
Dal CORRIERE della SERA del 5 maggio 2008:

GERUSALEMME — Quarantotto ore di preavviso, novanta minuti di interrogatorio. I poliziotti che venerdì mattina sono arrivati alla residenza del primo ministro non volevano dargli il tempo di coordinare la sua versione dei fatti. «Il provvedimento è stato "urgente", perché le prove sono sostanziali e non possiamo mettere agli arresti domiciliari un premier — spiega una fonte al quotidiano
Haaretz —, impedirgli di usare il telefono o avere degli incontri».
Così dopo aver risposto alle domande degli agenti, Ehud Olmert avrebbe chiamato un capo di Stato straniero che sta per arrivare in visita, nel fine settimana ha visto Condoleezza Rice, segretario di Stato americano, oggi ha in programma un vertice con Abu Mazen, presidente palestinese. Il messaggio del leader israeliano è «vado avanti». Come ha ripetuto ieri al consiglio dei ministri: «Ho intenzione di continuare con il mio lavoro. L'inchiesta non rovinerà le trattative di pace. Sono solo voci scellerate».
Le «voci scellerate» sono quel poco di informazioni trapelate sui giornali. La procura ha posto il segreto sugli atti e solo due commentatori hanno parlato di un ricco uomo d'affari americano, legato alla destra, che sta collaborando con la polizia e avrebbe raccontato di fondi elettorali illeciti. Qualcuno pensa a un complotto politico: far cadere il governo Olmert per bloccare i negoziati con i palestinesi.
Agli arresti domiciliari è finita Shula Zaken, fedele assistente del premier, che ha guidato il suo ufficio fin da quando era sindaco di Gerusalemme. Interrogata per sei ore, non ha voluto rispondere alle domande. «Il caso sotto indagine è serio — scrive Nahum Barnea su Yedioth Ahronoth —. Se emerge che le accuse sono ben fondate, Olmert deve lasciare l'incarico. Altre inchieste in passato ci insegnano a non saltare alle conclusioni, molte volte sono finite in nulla. Le conseguenze immediate di questa vicenda sono più politiche che criminali». La coalizione di Olmert ha già perso qualche pezzo per altre ragioni. Il partito dei Pensionati si è spaccato e tre ribelli hanno accettato di unirsi in parlamento alla formazione organizzata dal milionario russo Arcadi Gaydamak. Il governo è rimasto con 64 deputati su 120 e tra i 64 quelli nervosi sono la maggioranza. Quando le accuse contro il premier verranno rese pubbliche, Ehud Barak, ministro della Difesa e capo dei laburisti, potrebbe decidere di lasciare. Un'altra ipotesi è una sostituzione al vertice, con Tzipi Livni, ministro degli Esteri, al posto di Olmert, per evitare le elezioni anticipate e una probabile vittoria del Likud.
L'inchiesta aperta dal procuratore generale Menache Mazuz è la quinta contro Olmert, da quando è diventato primo ministro due anni fa. Non è stato finora incriminato e nessuno dei casi riguarda il periodo da premier.
«Le indagini non hanno impedito a Olmert di lavorare — continua Barnea — ma gli hanno strappato via l'aura morale, la rispettabilità che si accompagna al ruolo. Nei prossimi giorni, terrà un discorso al cimitero sul Monte Herzl, ricorderà i nostri caduti nelle guerre. Parlerà dei ragazzi, la gente penserà ai soldi».
Giovedì Israele celebra i sessant'anni dalla fondazione. «Il Paese non riceve un bel regalo per la festa dell'Indipendenza», commentano gli editorialisti. Che già discutono delle date di eventuali elezioni anticipate. La destra vorrebbe far sciogliere il parlamento nelle prossime settimane e andare al voto entro settembre.

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