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La Repubblica Rassegna Stampa
30.04.2008 "Istituzioni salde che sappiano dire di no"
indispensabili per fermare le derive integraliste

Testata: La Repubblica
Data: 30 aprile 2008
Pagina: 0
Autore: Davide Romano
Titolo: «L'integralismo islamico si batte con i "no"»

Da La REPUBBLICA - Milano del 30 aprile 2008:


Si può, e come, dialogare con i musulmani? la vicenda della scuola di via
dei Narcisi deve far riflettere. Troppe volte la sinistra terzomondista si è
dimostrata pronta a piegarsi a qualunque richiesta dei cosiddetti "esponenti
dell'Islam".

Per questo è necessario tornare sul caso della scuola elementare del
Giambellino, assai significativo: da una parte i genitori di 60 bambini che
avevano minacciato di ritirarli da scuola se il mediatore culturale (troppo
laico - secondo loro - poiché favorevole tra l'altro all'ora di musica anche
per i musulmani) non fosse stato allontanato, dall'altra tutte le
istituzioni. In questo caso, probabilmente anche grazie al fatto che la
proibizione dell'ora di musica era inconcepibile anche per i più buonisti,
nessuno si è alzato in difesa degli integralisti islamici. Ma se fosse stato
altro in discussione? Per esempio l'utilizzo del burqa da parte di
studentesse, o l'adozione di un libro di un autore israeliano? Siamo certi
che dalla politica o dal mondo intellettuale non si sarebbe alzato qualcuno
a sproloquiare a favore dei fanatici in nome del diritto alla diversità?
Purtroppo è proprio su costoro che puntano i fondamentalisti per farsi
strada, e a ragione. Se infatti le istituzioni o la pubblica opinione danno
retta alle rivendicazioni dei fanatici, essi vengono legittimati e
rafforzati nella loro lotta contro l'islam moderato. Con il rischio, anzi la
certezza che le loro richieste si facciano sempre più numerose e
intransigenti.

Esistono invece diverse esempi di come salde istituzioni possano "modellare"
l'Islam verso una versione più tollerante. Il più limpido è quello canadese,
dove il Council on American-Islamic Relations (CAIR) aveva preso posizione a
favore di alcuni tassisti musulmani che si rifiutavano di caricare i ciechi
(perché accompagnati dai loro cani, impuri) sui taxi, arrivando a sostenere
che "la saliva dei cani invalida la purezza spirituale necessaria per la
preghiera". Di fronte all'indignazione popolare che suscitò tale presa di
posizione, in poche settimane il CAIR fece marcia indietro esortando i
musulmani a far salire sui loro taxi passeggeri non-vedenti. Era cambiato il
Corano in poche settimane? No di certo. E' solo la dimostrazione che l'unico
modo che abbiamo per fermare le derive integraliste è quello di avere delle
istituzioni salde che sappiano dire di no.  Proprio come hanno fatto in
maniera esemplare la preside della scuola di via dei Narcisi e il
provveditorato, nonché il consolato marocchino.

Purtroppo già sappiamo che è solo questione di tempo prima che esploda il
prossimo caso. Per questo bisogna muoversi subito per rafforzare l'Islam
moderato, iniziando con l'istituire nel nostro paese una scuola per imam.
Magari proprio nella nostra città. Solo così infatti si può sognare di fare
un grande regalo alla Milano dell'Expo 2015: una città le cui moschee  -
guidate dai nuovi imam qui laureati - divengano sinonimo di tolleranza
invece che di diffidenza.

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