No alla moschea dell'Ucoii a Bologna una buona notizia
Testata: La Stampa Data: 29 aprile 2008 Pagina: 18 Autore: Elisabetta Pagani Titolo: «Cofferati fa il duro No alla moschea»
Con un titolo che non coglie nel segno ( Cofferati fa il duro “No alla moschea” ) La STAMPA del 29 aprile 2008 pubblica una buona notizia: il no dell'amministrazione comunale di Bologna a una moschea leagata ai fondamentalisti dell'Ucoii:
Il minareto di Bologna si sgretola di fronte ad una lettera senza risposta. Il piano della grande moschea del quartiere San Donato (19 mila metri quadri di cui 2.800 edificabili) ieri è crollato e si è arrestato in via ufficiale: «Per quanto ci riguarda, il progetto non esiste più», ha tuonato risoluto l’assessore all’Urbanistica Virginio Merola. Dopo anni di accese polemiche e faticose convergenze fra Palazzo d’Accursio e il Centro di cultura islamica di via Pallavicini, è arrivato quindi uno stop definitivo e inatteso. A distruggere l’accordo, il rifiuto dei musulmani di costituire una fondazione e prendere ufficialmente le distanze dall’Ucoii. Ieri l’assessore ha svelato di aver inviato al Centro islamico («ma prima delle elezioni» ha precisato) una lettera in cui chiedeva in maniera netta di rispettare due criteri di trasparenza. Il primo era che il Centro diventasse una fondazione, elemento imprescindibile per il Comune perché, in questo caso, lo statuto obbliga ad essere chiari dal punto di vista dei finanziamenti e quindi a scoraggiare infiltrazioni terroristiche. La seconda questione è esplosa qualche giorno fa, quando l’Ucoii ha rifiutato di entrare nella confederazione musulmana richiesta dal ministro dell’Interno Giuliano Amato. Da qui l’ultimatum del Comune: fondazione subito e distanze dall’Ucoii, se no niente moschea. Il Centro islamico, che non ha nemmeno risposto alla lettera, non accenna dietrofront e ieri ha invitato il Comune al dialogo. «Domani (oggi per chi legge, ndr.) - ha annunciato Daniele Parracino, numero due del Centro - chiederò un incontro. Dobbiamo chiarirci a quattr’occhi». Già da questa mattina però, l’assessore Merola sarà in Corea. Ma soprattutto Palazzo d’Accursio non sembra intenzionato, con la campagna elettorale alle porte (a Bologna si voterà per il sindaco nel 2009 e Cofferati non ha ancora sciolto la riserva sulla sua candidatura), a buttarsi in un pericoloso tira e molla sulla moschea durante l’ultimo anno di mandato. Anche nella Rossa infatti, l’ultima tornata elettorale, pur confermando la vittoria del Pd, ha spiazzato per l’aumento dei consensi alla Lega e per l’insofferenza dei cittadini nei confronti delle politiche sull’immigrazione. La giunta, punzecchiava infatti ieri un’esponente dell’Udc, «oggi ostacola il progetto della moschea perché non conveniente in vista delle elezioni amministrative». «Ci mettono un po’, ma alla fine ci arrivano», gongolavano invece Lega e An, forti del fatto che il Comune si sia allineato anche sul minareto. «L’effetto della vittoria elettorale della Lega nord a Bologna - ha detto il segretario cittadino Manes Bernardini - continua ad ottenere sorprendenti risultati. Dopo aver legittimato le ronde di cittadini, Cofferati ci segue anche sul tema moschea». Il Carroccio, ringalluzzito dalle urne, aveva comunque già annunciato che avrebbe chiesto a Roberto Maroni di bloccare la moschea. «Vedo che non ci sono le condizioni per andare avanti - ha concluso l’assessore Merola -. Se si pensa che gli accordi raggiunti con il coinvolgimento dei cittadini siano carta straccia vuol dire che non abbiamo di fronte un interlocutore credibile. La proposta è revocata». Nel gennaio 2007 viene presentato il progetto per la grande moschea di San Donato: 52mila metri quadrati, con sala di preghiera, biblioteche e infermeria. A maggio la giunta comunale lo approva, ma nel settembre lo ridimensiona, a 19mila metri quadrati. A ottobre, in seguito a una consultazione, i cittadini danno l’ok, a patto che vengano rispettate certe condizioni.
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