Michele Giorgio rimpiangerà il sottosegretario Sentinelli e al sua faziosità antisraeliana
Testata: Il Manifesto Data: 28 aprile 2008 Pagina: 6 Autore: Michele Giorgio Titolo: «Ramallah, i cooperanti temono la «cura» Berlusconi»
Dal MANIFESTO del 27 aprile 2008, un articolo di Michele Giorgio sulle o.n.g. italiane filopalestinesi. Avevano un rapporto privilegiato con alcuni esponenti del governo di centro-sinistra e ora temono che le cose siano destinate a cambiare.
Noi ce lo auguriamo, invece. Per capire perché basta leggere dei progetti e delle posizioni delle ong, così come sono raccontati da Giorgio.
Una campagna per la liberazione dei "deputati palestinesi in carcere in Israele" (per terrorismo), che nemmeno Bertinotti ha appoggiato. Una campagna per "Gerusalemme capitale della cultura araba", che sembrerebbe dimenticare programmaticamente 3000 anni di cultura ebraica, sostegno alla costruzione di uno Stato palestinese nella Gaza controllata da Hamas...
Ecco il testo:
Riuniti per celebrare la Liberazione e, soprattutto, per affermare che la sinistra italiana è viva e ha voglia di rilanciarsi anche portando avanti l'impegno per lo sviluppo dei popoli. Tenendo comunque presente l'arrivo del nuovo governo Berlusconi e, quindi, della fine del rapporto privilegiato con il vice ministro per la cooperazione Patrizia Sentinelli (Prc). Con questo spirito e l'intento di raccogliere fondi per lo spettacolo teatrale che il Gruppo Ponte Radio sta realizzando per i bambini di Jenin, venerdì sera si sono incontrati a Ramallah una cinquantina di cooperanti ed esperti italiani, quasi tutti di Ong ma anche dell'Utl, l'ufficio locale del ministero degli affari esteri. Assenti i colleghi che vivono e lavorano a Gaza, rimasti bloccati per la chiusura da parte di Israele del valico di Erez. Per gli italiani che lavorano in Palestina, territorio storicamente di forte impegno anche economico per la cooperazione italiana, la sconfitta elettorale non è giunta inattesa. I rientri occasionali in Italia avevano consentito a molti di loro di intravedere, in anticipo rispetto a chi vive quotidianamente la realtà del paese, che qualcosa stava maturando e che il fiato corto del governo Prodi specie in politica economica e sociale avrebbe condotto al tonfo del 13 e 14 aprile. «La vittoria della destra era nell'aria da tempo ma non avrei mai immaginato un crollo di tali proporzioni della sinistra», commenta Martina Iannizzotto, capomissione dell'"Ics", «ora si volta pagina, la Palestina rimarrà importante ma l'impegno del governo italiano sarà diverso, per qualità e quantità, rispetto a quello uscente che aveva nominato un responsabile diretto per la cooperazione (Sentinelli). Spero che il nuovo esecutivo non disperda l'impegno e le capacità che i cooperanti hanno messo in campo in questo territorio». Da Gaza, con un messaggio, interviene Lino Zambrano, responsabile dei progetti del "Cric" e fautore di un impegno delle Ong più politico e non solo tecnico nei Territori occupati. «Lo scorso anno abbiamo incontrato il Presidente della Camera (uscente) Bertinotti che però si è defilato rispetto alle nostre richieste, una delle quali prevedeva un impegno del Parlamento italiano in sostegno dei deputati palestinesi in carcere in Israele. La Sentinelli si è data da fare, ma la quota dei fondi per la cooperazione è rimasta allo 0,14 % del Pil e la nuova legge (sulla cooperazione) non è andata avanti». Zambrano guarda al futuro con qualche timore. «La linea del governo Berlusconi avremo modo di verificarla subito - avverte - C'è un programma di emergenza per Gaza che dovrebbe partire nei prossimi mesi ma già girano voci che potrebbero esserci ripensamenti. L'Unione europea intende sostenere il programma di Gerusalemme capitale della cultura araba nel 2009 e mi auguro che l'Italia non si tiri indietro». Da parte sua Maria Rosa Vettoretto, con una lunga esperienza in Palestina dove ha lavorato prima per le Ong e ora come esperta dell'Utl, ridimensiona l'impegno del governo Prodi nei Territori occupati. «Non ho visto negli ultimi due anni grandi cambiamenti rispetto al passato sia nella politica verso questa terra che nella cooperazione» dice Vettoretto, che non manca di criticare le Ong. «Dopo il boicottaggio di Cisgiordania e Gaza seguito alla vittoria elettorale di Hamas, le Ong avrebbero dovuto fare di più in appoggio alla popolazione civile. Invece hanno scelto troppe volte i progetti d'emergenza a danno di quelli di sviluppo e quindi della preparazione di uno Stato palestinese». Con il ritorno di Berlusconi l'esperta dell'Utl prevede l'aumento dei progetti di cooperazione «trilaterali» - Italia, Israele, Anp - funzionali all'immagine e alla retorica pacifista di coloro che li proporranno ma, avverte, di «ben poca sostanza».
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