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L'Espresso Rassegna Stampa
21.04.2008 Tahar Ben Jelloun difende l'islam dai suoi critici...
anziché la libertà di espressione dalle condanne a morte dei fondamentalisti

Testata: L'Espresso
Data: 21 aprile 2008
Pagina: 17
Autore: Tahar Ben Jelloun
Titolo: «Perché l'islam viene insultato»
Su L' ESPRESSO del 21 aprile 2008 Tahar Ben Jelloun affronta il caso Geert Wilders, il deputato olandese autore del film "Fitna".
Per condannare senza ambiguità la fatwa che pende sul suo capo e difendere la libertà di espressione ? Nient'affatto. L'interesse di Ben Jelloun è un altro. Sostenere l'esistenza di una campagna d'odio contro l'islam e i musulmani, tra i cui promotori figurerebbero Theo Van Gogh (assassinato) e Aaayan Hirsi Ali (condannata a morte dai fondamentalisti islamici). Viene citato anche  Pim Fortuyn,  "capo della destra populista, assassinato nel 2002", come oggetto dell'ammirazione di Wilders.

L'articolo si conclude poi con una tesi stravagante sulla politica dell'amministrazione Bush, accomunata :
"a partire dal momento in cui il tradizionale nemico comunista non esiste più, e soprattutto dopo la tragedia dell'11 settembre, bisognava trovare rapidamente un nuovo avversario.
George Bush, con la sua cricca di fondamentalisti che lo circondano, lo ha ravvisato nell'Islam e nei musulmani".

Si noti la costruzione della prima frase:  "bisognava trovare rapidamente un nuovo avversario" dopo la scomparsa del "tradizionale nemico comunista" e soprattutto...  "dopo la tragedia dell'11 settembre".

Già, non sono i nemici dell'America, e dell'Occidente, che l'11 settembre hanno rivelato a tutti il loro odio e le loro capacità distruttive. No, è l'amministrazione Bush che, dopo 3000 morti, e con la prospettiva di nuovi attacchi, aveva bisogno, chssà perché, di inventarsi un nemico inesistente.

Nemico trovato, sostiene Ben Jelloun, nell' "islam e nei musulmani". Assolutamente falso: Bush ha chiarito più volte che il nemico non è la religione islamica, e tanto meno sono i popoli musulmani. Nemiche sono le dittature che li opprimono, i fondamentalisti che li fanatizzano, i terroristi che traggono le estreme conseguenze dell'odio per l'Occidente capillarmente diffuso dalla predicazione islamista.

Il problema semmai, è che in troppi mantengono una posizione ambigua, condannando a parole il terrorismo, ma non prendendo le distanze dall'ideologia che lo alimenta e ravvisando nell'autodifesa delle democrazie sotto attacco (in primo luogo Israele) una inesistente persecuzione anti-islamica.

Un esempio di questo pericoloso atteggiamento è proprio Ben Jelloun.

Di seguito, il testo completo del suo articolo:

Il tempo trascorso dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 ha modificato il modo di vedere l'Islam e i musulmani? Si confonde ancora questa religione col terrorismo, gli arabi con gli iraniani, i sunniti con gli sciiti? Detto altrimenti, la paura dell'Islam è aumentata o diminuita?

Stando al caso del deputato olandese Geert Wilders, autore di un film che denuncia l'Islam e considera "il Corano un libro fascista", verrebbe da dire che le acque non si sono ancora calmate e i malintesi fra le civiltà permangono proprio a causa di questo genere di provocazioni che continuano e accrescono le tensioni generate dalle attività di Theo Van Gogh, assassinato da un olandese di origine marocchina il 2 novembre 2004. La vittima si era distinta per il suo odio dell'Islam e dei musulmani e per il suo razzismo nei confronti soprattutto degli ebrei. Ovviamente, questo non giustificava il suo assassinio né le minacce di morte contro la sua amica e collaboratrice Aaayan Hirsi Ali, che ha appena chiesto asilo politico in Francia. Van Gogh era stato condannato per antisemitismo, ma ciò non gli aveva impedito di continuare a insultare arabi e musulmani.

Cosa sostiene Geert Wilders? Che "l'Islam è una religione arretrata, incompatibile con la democrazia" e "gli immigrati musulmani devono integrarsi o andarsene". Ammiratore di Pim Fortuyn, capo della destra populista, assassinato nel 2002, sta conducendo una campagna fanatica, convinto di non essere solo e di esprimere un'opinione che trova risonanza nella società olandese. E lo fa con un tale odio e risentimento da aver spinto un giornalista a chiedersi se non abbia subito un trauma infantile legato alla religione musulmana.

Ma che importano le motivazioni psicologiche o anche ideologiche? Il fatto è che si permette di insultare una religione e i suoi seguaci con una libertà che non sarebbe concessa ad altre confessioni. Tanto da indurre un ebreo, Harry de Winter, padrone di un giornale, a pubblicare un articolo in prima pagina sul quotidiano 'De Volkskrant', il 17 marzo scorso, in cui scrive: "Se Geert Wilders avesse lanciato contro gli ebrei e l'Antico Testamento le stesse accuse mosse ai musulmani e al Corano, sarebbe stato condannato per antisemitismo". Poiché l'Islam è stato privato del suo senso e della sua missione da agenti del terrorismo, è stato spiegato male e mal difeso e chiunque può permettersi di infangarlo e di offendere la dignità di milioni di credenti. Si cerca di lanciare provocazioni e ottenere una rivincita come se l'Islam fosse appena nato.

Le caricature del profeta pubblicate sul giornale danese 'Jyllands Posten' nel 2005 avevano provocato reazioni di terribile violenza conclusesi con molti morti in varie parti del mondo, a tal punto da spingere a chiedersi se l'Islam fosse davvero così fragile. Sembra che basti una vignetta per distruggerlo o quanto meno per umiliare la dignità di credenti pronti alla guerra santa per rispondere a un attacco che in fondo è soltanto un lazzo di disegnatori e caricaturisti poco propensi a rispettare i dogmi, politici o religiosi che siano. Un deplorevole incidente che ha assunto dimensioni sproporzionate, allargando ulteriormente il fossato che separa l'Islam dal resto del mondo.

Ma al di là del caso del deputato olandese che crede ancora alle crociate, l'Islam non ha ritrovato il posto e il ruolo che aveva nel mondo prima della rivoluzione iraniana del 1978. L'accentuarsi della politicizzazione di questa religione è attribuibile in effetti a Khomeini che aveva accreditato una lettura ideologica e letterale del Corano. L'intervento sovietico in Afghanistan e la strumentalizzazione, da parte dell'America, dei combattenti musulmani in questo paese hanno prodotto l'islamizzazione dei conflitti su scala regionale e di conseguenza il terrorismo in quasi tutto il mondo.

Oggi vi sono ancora paesi che mantengono truppe in Afghanistan. L'Olanda, che storicamente e culturalmente non ha nulla da spartire con questa regione, ha inviato 1.500 soldati. Quando gli Stati Uniti si lanciano in un'avventura militare, tendono a trascinare anche altri. Geert Wilders, di certo, non s'inquieterebbe al pensiero che gli americani hanno perso 4 mila uomini e che le vittime irachene sono più di un milione secondo le stime. Questa guerra condotta in nome della democrazia e della lotta contro il terrorismo islamico si è rivelata una delle più gravi catastrofi della recente storia americana. Ma a partire dal momento in cui il tradizionale nemico comunista non esiste più, e soprattutto dopo la tragedia dell'11 settembre, bisognava trovare rapidamente un nuovo avversario.

George Bush, con la sua cricca di fondamentalisti che lo circondano, lo ha ravvisato nell'Islam e nei musulmani. Il prossimo novembre, l'uomo che ha trascinato il suo paese e il suo popolo in una guerra illecita e ingiusta, si ritirerà tranquillamente come un buon pensionato che approfitterà della vecchiaia per scrivere le sue memorie e fare qualche affare... con gli arabi, come ai vecchi tempi in cui era governatore del Texas.

traduzione di Mario Baccianini

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