Molto intressante il pezzo del FOGLIO di oggi, 19/04/2008 da Gerusalemme sulle reazione del dopo elezioni. Indicativo il titolo a pag.3 " Inviti e rilanci diplomatici. Come si dice < viva il Cav. > in ebraico ". Da parte nostra segnaliamo che il 73% degli aventi diritto di voto nelle elezioni per il rinnovo delle nostre camere, in Israele ha votato PdL. Ecco il pezzo:
Gerusalemme. Alla notizia è stato dato ampio spazio su tutti i mass media israeliani: Silvio Berlusconi torna alla guida del governo italiano e si preannuncia un rilancio delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. La maggior parte degli articoli dedicati dalla stampa locale alle recenti elezioni riporta una frase dell’intervista del Cav. al quotidiano Yedioth Ahronoth, poche settimane fa: “Sento la sofferenza del popolo d’Israele personalmente”. Nessuno nel paese ha scordato le posizioni dei governi Berlusconi e le visite dell’ex ministro degli Esteri Gianfranco Fini. Tanto che la vittoria del centrodestra è stata accolta favorevolmente anche dalla diplomazia israeliana di stanza in Italia, che nei due anni di governo Prodi non ha mai abbandonato i rapporti con i principali esponenti di Forza Italia e An, neanche nel 2006, quando c’è stato l’avvicendamento tra Ehud Gol e Gideon Meir. Pur avendo metodi di lavoro diversi, i due ambasciatori hanno coltivato un confronto e mantenuto il legame con una piattaforma di lavoro che risale al settembre del 2001, quando Gol s’insediò a Roma e Berlusconi era a Palazzo Chigi. Gli incontri avuti negli ultimi mesi dai vertici del centrodestra – Gianni Letta, Gianfranco Fini, Gianni Alemanno – dimostrano che oggi quella stessa strategia può essere portata avanti e sviluppata da Meir. Personalità schiva ma pragmatica, l’attuale ambasciatore ha scelto d’intervenire sullastampa italiana con meno continuità del predecessore. Ma con la stessa efficacia ha dialogato con il centrodestra (e con la Farnesina di Massimo D’Alema). Gol è un amico personale di Berlusconi, tanto che il Cav. ha scritto l’introduzione del libro che l’ex ambasciatore ha appena pubblicato per Mondadori, “Da Gerusalemme a Roma”. Quasi linee guida dei rapporti con Israele dell’Italia di Berlusconi. In Israele il Jerusalem Post ha fatto un endorsement al Cav., con un lungo editoriale di David Horowitz che spiega come “le elezioni in Italia promettono di ridisegnare la mappa politica del paese e di cambiare le relazioni con Israele”. “La maggiore fonte d’ottimismo a Gerusalemme – scrive – è il duraturo calore dimostrato da Berlusconi nei confronti d’Israele”. Il calore è ricambiato: il premier, Ehud Olmert, ha telefonato in Italia dopo i risultati per congratularsi e ha invitato il Cav. alle celebrazioni per il 60o anniversario della nascita d’Israele, a metà maggio. I mass media ricordano come Berlusconi abbia subito fatto sapere che la sua prima visita ufficiale sarà proprio a Gerusalemme. Ricordano anche come abbia dichiarato che farà pressioni in favore di regole d’ingaggio più impegnative per l’Unifil, la missione multinazionale nel sud del Libano, richiesta che Israele fa all’Onu da tempo. Horowitz si mostra entusiasta per una coincidenza: la Germania ha appena passato il comando della TaskForce navale dell’Unifil all’Italia: la responsabilità del pattugliamento delle coste per impedire il contrabbando di armi in favore di Hezbollah sarà italiana. Le cancellerie israeliane sono soddisfatte del risultato che preannuncia differenze tra la Farnesina di Massimo D’Alema e quella del futuro ministro degli Esteri. Berlusconi ha assicurato una partecipazione concreta nei futuri vertici sulle questioni mediorientali in sede internazionale e una particolare attenzione al terrorismo islamista. E se, come sembra, sarà Franco Frattini il nuovo titolare della Farnesina, va ricordato che, in qualità di vicepresidente della Commissione e commissario alla Giustizia e all’Immigrazione, fu lui a voler includere Hamas nella lista europea delle organizzazioni terroristiche. “La maggioranza delle persone che s’interessa di politica internazionale – spiega al Foglio l’ex ambasciatore d’Israele a Bruxelles, Sergio Minerbi – è soddisfatta nel paese, poi si vedrà alla prova dei fatti: se Fini va al Parlamento e non agli Esteri si perde la possibilità di avere un ministro simpatizzante”. A fare notizia in Israele è anche l’elezione a deputato della giornalista Fiamma Nirenstein, intervistata da tutte le tv, i quotidiani e le radio: “Parla ebraico” e appoggia Israele, ricorda il Jerusalem Post. I mass media della sinistra tendono a essere più critici, ma comunque interessati ai possibili sviluppi diplomatici.
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