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Europa Rassegna Stampa
18.04.2008 Carter a Damasco e la stampa internazionale
nella versione parziale e faziosa del quotidiano della Margherita

Testata: Europa
Data: 18 aprile 2008
Pagina: 7
Autore: la redazione
Titolo: «Damasco, Carter parla con Hamas: grosso errore o apertura necessaria?»

 Mahmoud al Zahar, ex "ministro degli Esteri" di Hamas, chiaramente non è un editorialista, un commentatore indipendente della situazione mediorentale.
E' piuttosto sorprendente, dunque, che EUROPA ,per commentare il "dialogo" con Hamas dell'ex presidente americano Carter , ponga sullo stesso piano il commento di
 Michael Kraft, consulente antiterrorismo del dipartimento di stato americano, pubblicato sul Baltimore Sun e quello di Al Zahar pubblicato dal Washington Post.

Al Zahar è favorevole all'iniziativa di Carter ? Non è propriamente un fatto sorprendente: l'iniziativa favorisce Hamas, e al Zahar è un capo di Hamas.

Interessante sarebbe notare che Al Zahar si è sempre opposto molto chiaramente al riconoscimento di Israele. Il fatto che un personaggio simile appoggi Carter è indicativo dei reali effetti e dei rischi della dissennata iniziativa dell'ex presidente.
EUROPA , però, questa osservazione non la fa. Aggiunge invece al suo trafiletto le critiche di Ha'aretz al governo israeliano che non ha voluto ricevere Carter e gli ha impedito l'ingresso a Gaza.

Con ciò, è finito il panorama della stampa internazionale secondo EUROPA.
Riepilogando: in Israele esiste solo un quotidiano di sinistra, molto critico con il suo governo. Negli Stati Uniti gli editorialisti per le questioni mediorentali sono, sui grandi giornali,  gli ex ministri di Hamas, e le loro tesi sono criticate soltanto su giornali non c'erto di primissimo piano come il "Baltimora Sun".

Non sarà che la scelta operata da EUROPA utilizza criteri di selezione ideologici ?

Ecco l'articolo:



Per sbloccare la situazione di totale stallo dei negoziati tra israeliani e palestinesi è intervenuto, negli ultimi giorni, anche l’ex presidente statunitense, nonché premio Nobel per la pace Jimmy Carter. Il suo annuncio di voler incontrare i rappresentanti di Hamas a Damasco ha suscitato molte polemiche e la stampa, soprattutto americana, si è divisa.
«La decisione di Carter di incontrare i leader di Hamas è moralmente sbagliata e politicamente controproducente», scrive Michael Kraft, consulente antiterrorismo del dipartimento di stato americano sul Baltimore Sun. «È sicuramente giusto non precludere a priori la possibilità di dialogare con il nemico, ma quello che Carter si appresta a fare è molto di più: significa negoziare con i terroristi, riconoscendo e legittimando i loro atteggiamenti criminali. In questi anni, Hamas non ha fatto nessuno sforzo per arrivare al cessate il fuoco; anzi, al contrario, ha continuato a incrementare il proprio arsenale con l’aiuto dell’Iran».
Totalmente diverso il punto di vista di Mahmoud al Zahar, l’ex ministro degli esteri del governo di Hamas, che sulle pagine del Washington Post spiega: «Il viaggio di Carter porterà una ventata di novità e ottimismo in Palestina. Dopo la conferenza di Annapolis, Israele ha intensificato gli attacchi verso la popolazione palestinese, senza che la comunità internazionale intervenisse.
L’impegno di Carter ci dà una speranza, perché testimonia che c’è una parte dell’Occidente che ha capito una cosa chiara già da tempo: nessun accordo di pace potrà mai avere successo finché Hamas non verrà accettata senza precondizioni al tavolo delle trattative».
Il quotidiano israeliano Ha’aretz, infine, critica la scelta del governo di Ehud Olmert di boicottare la visita dell’ex presidente Carter: «Gli avvenimenti degli ultimi mesi, che hanno segnato un netto peggioramento della situazione, dimostrano che è il momento di mettere da parte la strategia dei raid aerei e degli insediamenti».

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Rubrica.lettere@europaquotidiano.it

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