Aggressione terrorista e risposta israeliana ma i media italiani raccontano una storia diversa
Testata:Ansa - La Stampa - L'Unità - Liberazione - Libero - Il Sole 24 Ore - La Repubblica - Il Messaggero - Il Manifesto Autore: la redazione - Umberto De Giovannangeli - Roberto Bongiorni - la redazione - Eric Salerno - Michele Giorgio Titolo: «Raid aereo a Gaza, almeno 8 morti - Gaza, ucciso cameraman Reuters - Raid a Gaza, morti 17 palestinesi - Ucciso da due razzi israeliani un cameramen della Reuters - Israele all'attacco nella Striscia di Gaza: diciassette le vittime due sono bambini»
Battaglia e raid nella Striscia - Raid su Gaza, strage di civili - Battaglie a Gaza, uccisi tre soldati e 18 palestinesi -Tre soldati uccisi in un agguato. Israele risponde: 17 morti a Gaza - Un giorno di guerra, a Gaza è strage di civili
Prima il tentativo di infiltrazione di un gruppo di 6 terroristi, sventato dall'esercito israeliano. L'inseguimento e l'agguato, nel quale muoiono 3 soldati israeliani e 4 terroristi. Seguono i raid antiterroristici israeliani, mirati ai terroristi. Un membro della Jihad islamica viene ucciso in un raid aereo. A El Burej, secondo testimoni, gli israeliani prendono di mira alcuni terroristi in procinto di lanciare razzi. Secondo fonti palestinesi vi sarebbero 12 morti, tra i quali due adolescenti. Viene anche colpitoun veicolo con a bordo Fadal Shanaa, cameraman palestinese della Reuters. Fonti delle Forze di Difesa israeliane esprimono rincrescimento per la morte del cameraman, pur ricordando che “si tratta di un’area in cui hanno luogo combattimenti quotidiani con pericolosi gruppi terroristi, il che pone a rischio il personale dei mass-media e chiunque altro si trovi nella zona" (fonte israele.net) Razzi kassam colpiscono Israele, distruggendo case, incendiando campi e provocando altri danni materiali.
Come forniscono queste notizie i quotidiani italiani del 17 aprile 2008 ? Concentrandosi sulla reazione israeliana e trascurando l'aggressione palestinese che l'ha provocata, dando per certi i dati delle fonti palestinesi, istituendo un processo per la morte del cameramen e pronunciando immediatamente una sentenza di colpevolezza sulla base dell'assunto che le insegne della stampa sul suo veicolo dovevano essere visibili.
Su questo punto, segnaliamo che il noto giornalista investigativo Marco Reis, che indaga sulla manipolazione delle immagini che imperversa sui media, ha scoperto che il giornalista in questione, due anni fa, era sfuggito a un altro bombardamento israeliano, mentre si muoveva su un fuoristrada, forse "senza insegne" (sostiene l'esercito israeliano) durante un combattimento. http://cogir.org/newsgapfm.htm
Vediamo ora alcuni esempi di disinformazione.
Due lanci di ANSA:
Raid aereo a Gaza, almeno 8 morti
Stime ancora non definitive, tra le vittime tre bambini
(ANSA) - GERUSALEMME, 16 APR - Almeno otto palestinesi sono stati uccisi - secondo fonti ospedaliere - in un raid aereo israeliano nella striscia di Gaza. Secondo queste fonti sono state colpite una moschea e due case. Altri morti potrebbero trovarsi sotto le macerie. Tra gli uccisi vi sarebbero tre bambini, oltre a miliziani. L'attacco e' avvenuto vicino a El Bureij. Un portavoce militare israeliano ha riferito che l'aviazione ha colpito un gruppo di armati palestinesi.
Gaza, ucciso cameraman Reuters
Salgono a nove le vittime del raid aereo israeliano
(ANSA) - TEL AVIV, 16 APR - Un cameraman palestinese della Reuters e' stato ucciso nella Striscia di Gaza: lo ha constatato un giornalista dell'Ansa sul posto. Il cameraman Fadil Shana e' stato colpito da due razzi mentre si trovava a bordo di un fuoristrada dell'agenzia britannica, sulla quale sono ben visibili le insegne della stampa. L'operatore aveva appena finito di riprendere alcune immagini nel campo profughi di El Bureij, dove un raid israeliano ha provocato oggi almeno 9 morti e 17 feriti.
Sembrano riprendere quest'ultimo lancio ANSA, con qualche aggiunta, i brevi pezzi di LIBERO (Raid a Gaza, morti 17 palestinesi) e della STAMPA (Ucciso da due razzi israeliani un cameramen della Reuters). Di "insegne della stampa ben visibili" scrivono anche LIBERAZIONE (Israele all'attacco nella Striscia di Gaza: diciassette le vittime due sono bambini ) e L'UNITA (il pezzo è di Umberto De Giovannangeli ed è intitolato "Battaglia e raid nella Striscia")
Riportiamo il pezzo della STAMPA
La striscia di Gaza ha conosciuto ieri una giornata di vera guerra, che ha visto Israele replicare con durezza all’uccisione di tre suoi soldati in quello che Hamas ha descritto come un «sofisticato agguato» con numerosi raid aerei: sono stati uccisi, secondo un bilancio ufficioso, almeno 18 palestinesi, tra i quali, oltre ai miliziani, due bambini e diversi civili, incluso un cameraman della Reuters. I feriti sono più di una trentina. Nel raid più pesante i morti, in parte civili, sono stati almeno nove. Il giornalista televisivo Fadil Shana è stato colpito da due razzi mentre si trovava a bordo di un fuoristrada dell’agenzia britannica, sulla quale sono ben visibili, anche dall’alto, le insegne della stampa. L’operatore, molto conosciuto a Gaza, aveva appena finito di riprendere alcune immagini nel campo profughi di El Bureij. Fonti militari ufficiali hanno espresso in serata «rammarico» per l’uccisione di Shana. Al tempo stesso però, le fonti hanno ricordato che la Striscia di Gaza è «una regione in cui ci sono combattimenti giornalieri con gruppi armati radicali e pericolosi». «Questa situazione - hanno aggiunto - mette a rischio sia i rappresentanti della stampa sia gli organismi non coinvolti».
La STAMPA pubblica anche la foto che riportiamo a lato, con la didascalia "un ragazzo palestinese ferito chiede aiuto accanto al fuoristrada del cameraman". Lo stesso ragazzo, in una posizione diversa, si trova in una foto pubblicata sul SOLE 24 ORE Stupisce, oltre alla teatralità delle posizioni, la presenza delle biciclette. Durante uno scontro a fuoco ? E' provata la costruzione di fotografie truccate, con l'inserimento di oggetti (scarpe, pelouche) che evocano l'infanzia e forti reazioni emotive. Un largo uso ne è stato fatto ad esempio durante la guerra del Libano. Rimandiamo, sulla manipolazione delle immagini) ancora alle indagini in materia di Marco Reis . Il quale, ad esempio sulla foto dell'agenzia Grazia Neri criticata da Informazione Corretta a questo link http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=24265 segnala che il fotografo che ne è autore, Bruno Stevens, durante la guerra del Libano aveva spacciato, la foto di una discarica di copertoni in fiamme nell'immagine degli effettti di un bombardamento israeliano (l'immagine finì sulla copertina del settimanale U.S. News & World Report)
Il SOLE 24 ORE titola "Raid su Gaza, strage di civili". L'articolo di Roberto Bongiorni è deciso nel ritenere Israele colpevole per la morte del cameramen e e introduce il tema del "dialogo" con Hamas, guardando con favore ai rapporti che con il gruppo terrorista islamista intrattiene Mosca.
La REPUBBLICA ("Battaglie a Gaza, uccisi tre soldati e 18 palestinesi": si noti che anche i terroristi sono indicati come "palestinesi") sostiene che a el Bureji un missile avrebbe colpito alcuni soccorritori, "tutti civili". Una simile "notizia" ( o falsa notizia) è assente sugli altri quotidiani.
Scatenato Eric Salerno sul MESSAGGERO ("Tre soldati uccisi in un agguato. Israele risponde: 17 morti a Gaza") Esordisce così:
Una serie di raid aerei micidiali. Una reazione rabbiosa al pesante bilancio subito dai militari israeliani in uno scontro notturno coi militanti palestinesi
Più virulento di lui c'è solo Michele Giorgio sul MANIFESTO (Un giorno di guerra, a Gaza è strage di civili") per il quale gli israeliani massacrano impunemente i civili palestinesi grazie all'11 settembre. Ecco l'articolo completo:
«Stiamo traendo beneficio dall'attacco alle Twin Towers e al Pentagono, e dalla lotta americana in Iraq», sono eventi «che hanno spostato l'orientamento dell'opinione pubblica americana dalla nostra parte». Queste frasi pronunciate, senza peli sulla lingua, dal leader del Likud ed ex premier israeliano, Benyamin Netanyahu, all'Università Bar Ilan (Tel Aviv), e riportate ieri dal quotidiano Maariv, spiegano più di mille discorsi ed analisi perché quando una dozzina di civili palestinesi innocenti, tra cui bambini, vengono fatti a pezzi, come ieri nel campo profughi di al-Burej, da un bombardamento aereo israeliano, la cosa non suscita sdegno o interesse nei democratici paesi occidentali. La vita dei bambini palestinesi vale meno o nulla in confronto a quelle dei loro coetanei che vivono dall'altra parte del confine o in una delle nostre confortevoli città europee. E vale meno anche di quella dei tre militari israeliani uccisi ieri mattina, anch'essi strappati alla vita in giovane età ma che a Gaza erano entrati in uniforme, armati e per compiere un'azione di guerra. «I palestinesi se la sono cercata», è il commento di tanti che neppure provano a capire cosa accade ogni giorno a Gaza. Ma ieri ad al Burej nessuno cercava nulla e Fadil Shana, il cameraman dell'agenzia di stampa britannica Reuters ucciso da un missile israeliano, stava soltanto facendo il suo lavoro di operatore dell'informazione. Danni collaterali, nulla di più. Per la portavoce delle forze armate israeliane, i quattro missili sganciati dagli elicotteri Apache hanno colpito palestinesi armati che si preparavano a lanciare razzi verso il territorio dello Stato ebraico. Ma fonti mediche palestinesi hanno poco dopo riferito che tra le vittime i miliziani armati erano tre, gli altri 12 erano civili - si attendeva ieri sera una conferma definitiva - tra cui cinque bambini, un anziano di 67 anni, una donna e tre esponenti religiosi del gruppo «Takfir wa Hijra» (una sorta di setta islamica nata in Egitto alla fine degli anni Sessanta) non legati ad alcun gruppo armato. Poco dopo, non lontano da al Bureji, altri due razzi israeliani hanno colpito un fuoristrada della Reuters uccidendo il cameraman Fadil Shana, 25 anni. Sul veicolo del giornalista erano ben visibili le insegne della stampa. Nello stesso attacco peraltro sarebbero rimasti uccisi anche due passanti. Qualche ora prima l'esercito israeliano aveva avuto una dimostrazione delle migliorate tecniche di combattimento dei militanti di Ezzedin Qassam, il braccio armato di Hamas. Tre soldati israeliani della Brigata Ghivati sono stati uccisi in uno scontro a fuoco avvenuto nei pressi del confine - ma all'interno di Gaza - quando si sono lanciati all'inseguimento di uomini armati che si erano avvicinati ai reticolati di confine. L'accaduto ha tutte le caratteristiche di una trappola, simile a quelle preparate dai guerriglieri di Hezbollah in Libano del sud prima del 2000, a danno delle forze di occupazione. Gli uomini di Ezzedin Qassam avvicinandosi al confine hanno attirato i soldati della Ghivati all'interno di Gaza e si sono impegnati nello scontro a fuoco solo quando i militari israeliani all'inseguimento si sono trovati sul terreno in una posizione sfavorevole e senza copertura adeguata. L'accaduto conferma che la rioccupazione di Gaza minacciata più volte da Israele non sarà una passeggiata. Nelle stesse ore cinque militanti di Hamas sono stati uccisi durante una incursione di reparti israeliani nella zona orientale di Gaza City. Un attivista del Jihad invece è stato centrato da un missile israeliano sparato contro la sua motocicletta martedì notte a Jabalia, nel nord di Gaza. Ieri Israele ha ripreso a rifornire di carburante la Striscia dopo una settimana di blocco totale seguito all'attacco palestinese al valico di Karni. Inizialmente l'esercito aveva detto di non voler riprendere le forniture come ritorsione per la morte, in combattimento, dei tre soldati ma poi ha cambiato idea. Intanto l'ex presidente americano Jimmy Carter è giunto ieri al Cairo per una visita di due giorni nel corso della quale incontrerà due leader di Hamas, Mahmud Zahar e Said Siyam, arrivati in Egitto da Gaza. «Ritengo che sia della massima importanza che Hamas e la Siria siano coinvolti in un accordo di pace globale», ha spiegato l'ex presidente. Boicottato in Israele e criticato dal Dipartimento di stato Usa, Carter visiterà anche Siria, Giordania e Arabia saudita e domani a Damasco vedrà il leader di Hamas in esilio Khaled Meshaal. E proprio grazie a Carter un gruppo di giovani attivisti del Meretz (sinistra sionista) faranno arrivare una lettera a Mashaal in cui lo invitano a riconoscere lo Stato di Israele e ad avviare negoziati con l'obiettivo di formare uno Stato palestinese.