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Il Foglio Rassegna Stampa
15.04.2008 Velleitario, ma dannoso
lo è l'ex presidente americano Jimmy Carter, con le sue aperture ad Hamas

Testata: Il Foglio
Data: 15 aprile 2008
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «La sindrome Carter»
Da Il FOGLIO del 15 aprile 2008

L'ex presidente Jimmy Carter ieri ha definito gli attacchi coi Qassam "un crimine meschino". Il sindaco di Sderot ha detto di avere incontrato Carter per spiegargli la situazione, nonostante il suo disappunto per l'incontro in programma tra l'ex presidente e il leader di Hamas in esilio Khaled Meshal. La politica internazionale di Carter è stata disastrosa. con l'ansia di differenziarsi dal "cinismo" dell'amministrazione Nixon, non ha mosso un dito per evitare il tracollo del regime di Reza Pahlavi e poi, quando i pasdaran hanno sequestrato l'ambasciata americana a Teheran, ha oscillato tra pavida rassegnazione e velleitarie operazioni militari mal concepite. Non si capisce perché mai continui a occuparsi di problemi dei quali capisce poco. La sua ultima iniziativa, particolarmente insensata, consiste appunto nel cercare di accreditare la banda golpista e terrorista di Hamas, incontrando a Damasco il suo leader "spirituale" Meshal. Alla freddezza israeliana nei confronti dell'ex presidente si aggiunge la riprovazione bipartisan in America, dove Barack Obama rischia di pagare le esibizioni dell'anziano presidente democratico. La sua tesi secondo cui Israele per cercare le vie della pace deve accettare un dialogo con Hamas riapre le ferite già aperte con Israele da un saggio nel quale Carter accusava lo stato ebraico di praticare l'apartheid verso i palestinesi. Il suo viaggio in medio oriente ha carattere privato, ma i danni che può provocare, illudendo i terroristi di essere sulla strada giusta, saranno reali. Non si capisce bene quale sia la molla politica che lo spinge ad avventurarsi in iniziative di questo tipo. Viene da pensare a una motivazione psicologica, una sorta di sindrome di Stoccolma, che lo porta a favorire gli alleati del fanatismo islamico iraniano, del quale è stato vittima durante la sua presidenza. Purtroppo, quali che siano le sue motivazioni personali, gli effetti della sua azione, che tra l'altro indebolisce il presidente Abu Mazen in un momento cruciale della discussione col governo di Gerusalemme, possono essere nefasti.

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