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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.04.2008 Freddezza in Israele verso l'amico di Hamas
l'ex presidente americano Jimmy Carter, che vuole incontrare il capo terrorista Khaled Meshal

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 aprile 2008
Pagina: 15
Autore: Alessandra Farkas
Titolo: «Gelo in Israele per la visita di Carter Niente incontri con Olmert e la Livni»
Dal CORRIERE della SERA del 14 aprile 2008:

NEW YORK — Non avrebbe potuto essere più glaciale l'accoglienza riservata da Israele all'ex presidente americano Jimmy Carter, da ieri a Gerusalemme per una missione privata nella regione che prevede, tra l'altro, un incontro a Damasco con il leader di Hamas, Khaled Meshaal. Il primo contatto in oltre due anni tra un politico Usa d'alto profilo e Hamas.
Soltanto il presidente Shimon Peres ha accettato di incontrare l'83enne Premio Nobel.
Ma si sarebbe trattato di un meeting poco cordiale, durante il quale Peres avrebbe redarguito l'artefice degli storici accordi di Camp David tra Israele ed Egitto (nel 1978), ricordandogli che la sua attività politica degli ultimi anni «ha arrecato danno al processo di pace».
Forse per questo motivo nessun membro del governo israeliano gli ha dato udienza. Carter è stato snobbato dal premier di centrodestra Ehud Olmert, dal ministro degli Esteri Tzipi Livni, da quello della Difesa Ehud Barak e anche dal leader dell'opposizione di destra Benyamin Netanyahu.
A nulla è valsa la sua tanto reclamizzata visita a Sderot, (la città vittima delle quotidiane gragnole di razzi da Gaza) e l'incontro con il padre del soldato israeliano catturato nel giugno 2006 da Hamas, Gilad Shalit.
In Israele non si è ancora sopito il clamore per Palestine: Peace, not Apartheid, il controverso saggio del 2006 in cui Carter accusa lo Stato ebraico di praticare coi palestinesi una politica razzista simile a quella attuata dal Sudafrica nei confronti dei neri durante l'Apartheid. Ma proprio come allora, anche oggi Carter difende a spada tratta le sue scelte.
«È molto importante che ci sia qualcuno disposto a incontrare i leader di Hamas e ad ascoltare il loro punto di vista», ha spiegato in una intervista alla Abc, dove ha ribadito che intende «verificare la flessibilità di Hamas, per tentare di convincerlo a cessare gli attacchi contro civili innocenti in Israele e a cooperare con Al Fatah per unire i palestinesi ». «Non ho dubbi sul fatto che se Israele vuole trovare la pace con giustizia nei suoi rapporti con i palestinesi — ha aggiunto Carter — debba veder incluso Hamas nel processo di pace». Una tesi che lo vede completamente isolato in America, dove considerare Hamas un'organizzazione terrorista è un precetto bipartisan che unisce Casa Bianca e Partito Democratico.
Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha criticato l'iniziativa di Carter, dopo che il Dipartimento di Stato statunitense aveva insistito invano perché rinunciasse al viaggio. «Trovo difficile capire cosa possiamo guadagnare nel parlare di pace con Hamas — ha detto la Rice —, quando Hamas è, di fatto, l'ostacolo stesso alla pace».

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