Scrissi tempo fa, con ironia, che Vattimo aveva dimostrato di essere un > nazista, per via delle tessere di quel regime che egli distribuiva durante > una manifestazione all'Università di Torino a chi difendeva le ragioni di > Israele. > Ed oggi, ancora una volta, si dimostra che la teoria dei corsi e ricorsi > storici è corretta. Assistiamo ad una riedizione dello scellerato patto fra > il nazismo e il comunismo, concluso in un ben preciso momento storico. > Vattimo ha pubblicamente preso posizione in favore della Cina che, in Tibet, > starebbe attuando, a suo modo di vedere, una politica corretta. > Non è passato che un giorno ed ecco che D'Orsi, un altro insegnante della > stessa università torinese, ci spiega che "il Tibet era uno stato > teocratico, prima dei cinesi. E allora, aggiunge, fermiamoci e proviamo a > ragionare". > E' quanto mai grave che degli insegnanti delle nostre scuole emettano simili > sentenze, senza neanche l'ombra del dubbio, non presente nel loro > ragionamento. > Non è un insegnante, Sergio Romano, ma il suo ruolo nel Corriere gli > permette di influenzare in modo analogo un numero ancor maggiore di persone. > E che cosa scrive il nostro ambasciatore? "La repubblica popolare non > avrebbe mai tollerato, all'interno dei propri confini (già, all'interno, > ambasciatore!) una Santa Sede del buddismo himalayano, un regime feudale e > religioso". E la sua certezza lo porta ad "osservare che la Cina recita la > parte della modernità, i monaci quella della reazione". > Il gruppo di "compagni di pensiero politico", insomma, sostiene che si sia > creata "un'indegna campagna di demonizzazione della Repubblica popolare > cinese", orchestrata "dai governi e dagli organi di stampa decisi ad > avallare il martirio interminabile del popolo palestinese»". Si sarebbe, > insomma, individuato nella Cina il prossimo nemico contro cui scatenare "la > nuova crociata", dopo quella in corso contro i palestinesi, anche a costo di > sostenere la costituzione di uno Stato teocratico in Tibet. > Ecco che il loro strano cerchio si chiude, e i regimi fondamentalisti > islamici, così vicini alle teorie naziste, sia per le loro lontane origini, > sia per i mezzi oggi scelti per la loro propaganda, sono messi su posizioni > vicine a quelle del comunismo. > E tuttavia, se si dovessero seguire queste loro teorie, si dovrebbero anche > distruggere, ad esempio, i "regimi teocratici" dell'Iran, dell'Arabia > Saudita e del Vaticano. Questo, ad onor del vero, non viene proclamato dai > nostri prodi, ma forse solo perché l'Iran è un regime da loro considerato > virtuoso, visto anche il dichiarato sostegno alla causa che dovrebbe portare > alla distruzione dello stato di Israele. Se non fosse che per gli altri due > stati, o almeno per il Vaticano (per l'Arabia Saudita le cose sono più > complesse), certo lo avrebbero già reclamato. > Ci consola, ma solo in parte, leggere che il politologo Gianfranco Pasquino > ritiene che quelle di Vattimo e compagni non siano altro che "stupidaggini" > scritte da chi pensa ancora con "testardaggine manipolatoria che l'Occidente > debba scomparire"; ci consola solo in parte, dicevo, perché questa idea, > oramai sostenuta da troppi, che l'occidente debba scomparire, è tragica; > essa ci prospetta un futuro che ci vedrebbe succubi o del comunismo cinese, > o del fondamentalismo islamico. Dipenderebbe solo da chi vincerà la lotta > appena iniziata. E facciamo attenzione perché se i cinesi non parlano > (ancora?) di conquista dell'occidente, anche se molti episodi ce lo > potrebbero far temere, alcuni imam lo dicono apertamente nelle moschee. > Ai vari Vattimo, D'Orsi e compagnia bella tutto andrebbe bene, sembrerebbe. > Cerchiamo di fare in modo che sia invece la cultura democratica a > predominare, con buona pace loro. > Emanuel Segre Amar