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Vattimo, D'Orsi & Co. 13/04/2008
Scrissi tempo fa, con ironia, che Vattimo aveva dimostrato di essere un
> nazista, per via delle tessere di quel regime che egli distribuiva durante
> una manifestazione all'Università di Torino a chi difendeva le ragioni di
> Israele.
> Ed oggi, ancora una volta, si dimostra che la teoria dei corsi e ricorsi
> storici è corretta. Assistiamo ad una riedizione dello scellerato patto fra
> il nazismo e il comunismo, concluso in un ben preciso momento storico.
> Vattimo ha pubblicamente preso posizione in favore della Cina che, in Tibet,
> starebbe attuando, a suo modo di vedere, una politica corretta.
> Non è passato che un giorno ed ecco che D'Orsi, un altro insegnante della
> stessa università torinese, ci spiega che "il Tibet era uno stato
> teocratico, prima dei cinesi. E allora, aggiunge, fermiamoci e proviamo a
> ragionare".
> E' quanto mai grave che degli insegnanti delle nostre scuole emettano simili
> sentenze, senza neanche l'ombra del dubbio, non presente nel loro
> ragionamento.
> Non è un insegnante, Sergio Romano, ma il suo ruolo nel Corriere gli
> permette di influenzare in modo analogo un numero ancor maggiore di persone.
> E che cosa scrive il nostro ambasciatore? "La repubblica popolare non
> avrebbe mai tollerato, all'interno dei propri confini (già, all'interno,
> ambasciatore!) una Santa Sede del buddismo himalayano, un regime feudale e
> religioso". E la sua certezza lo porta ad "osservare che la Cina recita la
> parte della modernità, i monaci quella della reazione".
> Il gruppo di "compagni di pensiero politico", insomma, sostiene che si sia
> creata "un'indegna campagna di demonizzazione della Repubblica popolare
> cinese", orchestrata "dai governi e dagli organi di stampa decisi ad
> avallare il martirio interminabile del popolo palestinese»". Si sarebbe,
> insomma, individuato nella Cina il prossimo nemico contro cui scatenare "la
> nuova crociata", dopo quella in corso contro i palestinesi, anche a costo di
> sostenere la costituzione di uno Stato teocratico in Tibet.
> Ecco che il loro strano cerchio si chiude, e i regimi fondamentalisti
> islamici, così vicini alle teorie naziste, sia per le loro lontane origini,
> sia per i mezzi oggi scelti per la loro propaganda, sono messi su posizioni
> vicine a quelle del comunismo.
> E tuttavia, se si dovessero seguire queste loro teorie, si dovrebbero anche
> distruggere, ad esempio, i "regimi teocratici" dell'Iran, dell'Arabia
> Saudita e del Vaticano. Questo, ad onor del vero, non viene proclamato dai
> nostri prodi, ma forse solo perché l'Iran è un regime da loro considerato
> virtuoso, visto anche il dichiarato sostegno alla causa che dovrebbe portare
> alla distruzione dello stato di Israele. Se non fosse che per gli altri due
> stati, o almeno per il Vaticano (per l'Arabia Saudita le cose sono più
> complesse), certo lo avrebbero già reclamato.
> Ci consola, ma solo in parte, leggere che il politologo Gianfranco Pasquino
> ritiene che quelle di Vattimo e compagni non siano altro che "stupidaggini"
> scritte da chi pensa ancora con "testardaggine manipolatoria che l'Occidente
> debba scomparire"; ci consola solo in parte, dicevo, perché questa idea,
> oramai sostenuta da troppi, che l'occidente debba scomparire, è tragica;
> essa ci prospetta un futuro che ci vedrebbe succubi o del comunismo cinese,
> o del fondamentalismo islamico. Dipenderebbe solo da chi vincerà la lotta
> appena iniziata. E facciamo attenzione perché se i cinesi non parlano
> (ancora?) di conquista dell'occidente, anche se molti episodi ce lo
> potrebbero far temere, alcuni imam lo dicono apertamente nelle moschee.
> Ai vari Vattimo, D'Orsi e compagnia bella tutto andrebbe bene, sembrerebbe.
> Cerchiamo di fare in modo che sia invece la cultura democratica a
> predominare, con buona pace loro.
> Emanuel Segre Amar

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