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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Repubblica Rassegna Stampa
12.04.2008 Uccidere chi la pensa diversamente non sta bene
Speriamo che il messaggio arrivi a chi di dovere

Testata: La Repubblica
Data: 12 aprile 2008
Pagina: 1
Autore: Timothy Garton Ash
Titolo: «Quel film è orribile ma censuralo è peggio»

Su REPUBBLICA di oggi, 12/04/2008, a pag.1-33, l'opinione di Timothy Garton Ash, sul film "Fitna" di Geert Wilders.  Alcune sue conclusioni, come quella che non bisogna uccidere chi la pensa come il deputato olandese, possono sembrare scontate a chi fa buon uso del cervello.  E invece no, perchè nel seguire ciecamente le regole del politicamente si finisce con giustificare qualunque crimine, anche l'omicidio. Ecco l'articolo. Speriamo che instilli qualche dubbio nella testa di chi, a volte forse anche inconsapevolmente, si trova dalla parte dei fondamentalisti.

Nel momento in cui scrivo la diffusione su internet di Fitna, film anti-islamico intenzionalmente provocatorio, opera del parlamentare populista olandese Geert Wilders, non ha suscitato proteste violente paragonabili a quelle per il caso Rushdie o le vignette danesi. Se le cose restano così, è un bel progresso.
Intanto però bisogna porsi tre domande riguardo al film, visionabile da chiunque sul web, basta cercare "wilders+fitna". La prima è se Wilders debba essere ucciso per averlo realizzato. Questo invocavano i manifestanti che agitavano agitando cartelli con su scritto "A morte Geert Wilders" davanti all´ambasciata olandese in Indonesia, dando mostra di un atteggiamento che lo scrittore britannico Douglas Murray ha acutamente sintetizzato così: «Se dite che la mia non è una religione pacifica vi uccido». Cosa più seria, prima ancora che il film uscisse, al Qaeda ha lanciato una fatwa esortando i musulmani di ogni parte del mondo ad assassinare Wilders, mettendo ulteriormente in pericolo un uomo già sotto protezione 24 ore su 24.
Che Wilders non meriti la morte per aver fatto un film vi sembrerà forse una cosa talmente ovvia che non c´è neanche bisogno di dirla. Invece va detto e ribadito. Anzi, è la prima cosa da dire. Perché una delle realtà più corrosive del nostro tempo è che, non una, ma tante persone in tutto il mondo sono minacciate di morte, vivono nascoste o sotto protezione 24 ore su 24, semplicemente perché hanno detto, disegnato o fatto qualcosa che viene considerato un "affronto all´Islam".
Troppi leader olandesi e internazionali si sono affrettati a deplorare il film di Wilder senza prima condannare chi lo minaccia di morte.In questo caso accetto che la questione sia oggetto di legittimo dibattito in una democrazia, ma la mia risposta resta, come per l´assassinio, inequivocabilmente "no".
Il film è incendiario, è vero, ma secondo me non arriva all´istigazione e per ora il ministro della giustizia olandese sembra pensarla allo stesso modo. La posizione dello stesso Wilders sul tema è grottescamente contraddittoria. Lo scorso anno chiedeva di mettere al bando il Corano, "come Mein Kampf". Cosa vuole allora, che il libro sacro di 1,4 miliardi di persone sia vietato, ma che il suo film sia visto da tutti? È questa la sua idea di libertà di parola? Ma chi crede di essere, il vero profeta?
Una volta stabilito il concetto fondamentale che nessuno dovrebbe essere oggetto di minacce per aver realizzato o diffuso un film del genere e che tutti gli adulti consenzienti dovrebbero poterlo vedere – nessuno li obbliga – dobbiamo chiederci cosa farne e che risposta dargli.
In caso non l´abbiate visto, vi dico in poche parole che consiste in un mosaico di citazioni truculente tratte dal Corano, inframmezzate da sconvolgenti video di estremisti jihadisti antisemiti, anticristiani e antioccidentali e di azioni terroristiche (la terribile decapitazione di un ostaggio, una sconvolgente conversazione telefonica con una persona sul punto di morire nelle torri gemelle a New York, un cartello con su scritto "libertà all´inferno!" per arrivare a dare un´immagine allarmista degli immigrati musulmani in Olanda e in Europa. Si chiude con affermazioni tipo «l´Islam punta a distruggere la nostra civiltà occidentale» e «Stop all´islamizzazione», prima che le immagini sfumino con in sottofondo il ticchettio di una bomba e il rombo del tuono. La triplice equazione sottintesa è Islam = terrorismo = immigrazione.

Ciascuno dei tre elementi, l´implicito segno "=" che li lega e l´intento del film vanno chiariti. Il primo ministro olandese ha detto: «Crediamo che il film non abbia altro scopo se non offendere». Può andare come formula di condanna in politichese, ma in realtà sono individuabili almeno tre altri scopi: infiammare il dibattito sui temi che appassionano Wilders fino all´ossessione e che preoccupano profondamente molti olandesi; guadagnare il voto di questi ultimi al suo partito, che ha già 9 seggi su 150 nella camera bassa olandese e fare pubblicità in tutto il mondo ad un populista davvero moderno.
A suggerire una possibile reazione al primo elemento – le citazioni dal Corano – ci ha pensato il produttore televisivo ebreo Harry de Winter dicendo che nella Torah si possono trovare frasi violentemente ingiuriose nei confronti degli omosessuali, delle donne e dei predicatori non ebrei e che un film del genere sugli ebrei risulterebbe antisemita. Quindi, volendo essere polemici, si potrebbe rispondere a Wilders con una selezione di frasi tratte dalla Torah, o da tutto l´antico testamento. In termini più pacati si potrebbe analizzare che valore danno ai brani pacifici e a quelli bellicosi le odierne tradizionali interpretazioni musulmane del Corano facendo un paragone, ad esempio, con le tradizionali interpretazioni cristiane della Bibbia, perché con questi polifonici libri arcani è tutta questione di interpretazione.
Il secondo elemento di Fitna è il meno originale, ma sostiene la tesi più valida. Non sono mai troppi i richiami al fatto che esistono dei violenti takfiri jihadisti pronti ad uccidere noi – e se capita i loro correligionari musulmani– e a distruggere le nostre libertà in nome dell´Islam. Dire che «questo non ha nulla a che fare con l´Islam» è stupido quasi quanto dire, con Wilders, «l´Islam è questo». Credo che gli uomini e le donne di pace musulmani siano chiamati ad affrontare la questione, seppur sollevata da uno come Wilders. «I musulmani devono riflettere sul timore che ingenera la loro religione», dice il vice ministro olandese Ahmed Aboutaleb, musulmano.

La terza parte del film, quella contro l´immigrazione musulmana, è al contempo la più venefica e potenzialmente la più efficace. Wilders sta facendo una fortunata carriera politica perché dice quello che molti europei pensano. L´estate scorsa, oltre a invocare la messa al bando del Corano, ha scritto «basta immigrati musulmani, non deve entrarne neppure più uno». E «basta moschee». In risposta a queste affermazioni sta soprattutto agli europei non musulmani evidenziare un dato di fatto palese, che la gran maggioranza dei musulmani cioè desidera vivere in pace, allevare i figli, risparmiare qualche soldo, rispettare le leggi del paese in cui vive, vedere le partite di calcio … e credere che nulla nell´Islam lo impedisca.
È così che una società libera matura risponde a un film del genere. Non con un atteggiamento conciliante nei confronti degli assassini, non con la censura né con una condanna generalizzata. Che la maggioranza ignori pure il film - come pare abbia fatto finora, sa il cielo se abbiamo di meglio da fare – e che la minoranza che se ne interessa (per mia disgrazia l´ho visto tre volte), lo attacchi, lo analizzi, sveli il suo obiettivo, confuti il confutabile e accetti l´irrefutabile , separando le briciole di verità dalle enormi stronzate

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