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Le tartarughe di Gaza 10/04/2008
Egregio Direttore de La Stampa
in merito all'articolo da voi pubblicato sulla Tartaruga di Gaza, che riporto integralmente in calce alla presente,   vi invio i  miei commenti. So che le mie parole serviranno a ben poco in quanto come diceva mio nonno " la cosa piú difficile é convincere uno stolto che é uno stolto"  ( lui non usava stolto ma un termine più forte e colorito) ma vi  invio lo stesso i miei commenti in obbedienza ad un imperativo morale che mi é stato trasmesso fin da piccolo.  
 
 
Lo sprovveduto che ha redatto il testo cercando  di aggrapparsi ridicolmente a possibili responsabilitá israeliane  e gli altrettanto sprovveduti  che hanno permesso  la sua pubblicazione  dimostrano  che non hanno mai capito ( o fa loro comodo non capire)  che  le disgrazie Palestinesi  restano tali  perché avere una vittima  povera e oppressa  ( anche se forzosamente e apparentemente) fa il gioco della  nazione araba  per giustificare la sua avversione a Israele e la necessitá di  ributtare a mare tutti gli ebrei.
E questo fin dal 1948 quando gli arabi sdegnosamente rifiutarono  i territori loro assegnati.
Quello che redattore  e la Stampa peró non capiscono, e l'articolo in questone lo dimostra ancora una volta,  è    che il comportamento sempre condiscendente verso gli arabi, anche quando dovrebbero essere censurati come in questo barbaro caso, dà a questi ultimi  un alibi morale che assolutamente non meritano. E i palestinesi  sentendosi  in un certo senso protetti  o comunque  giustificati   continueranno  non solo a mangiare tararughe ma  a lanciare razzi a rampazzo su Israele uccidendo casulamente qua e là  e soprattutto continueranno ad educare i loro figli non con l'abbecedario e i libri del sapere ma coi manuali per fare bombe e guerriglia.  Insomma  facendo crescer varie generazioni  senza educazione, cultura  né alcuna ambizione civile  ma solo con  un odio prefabbricato e forzoso  che non sará utile né all'umanitá e men che meno a loro.
E la responsabilitá morale per tutta questa forma di diseducazione  è anche vostra
lettera firmata

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