Gli scheletri nell'armadio della Columbia University oggi invita Ahmadinejad, negli anni 30 tra i suoi ospiti c'erano i nazisti
Testata: L'Opinione Data: 10 aprile 2008 Pagina: 0 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Ieri con Hitler oggi con Ahmadinejad»
Da L' OPINIONE del10 marzo 2008:
Dopo avere invitato Ahmadinejad a parlare di inesistenza della Shoah dai propri scranni, l’Università Columbia (New York) ha fatto un’altra gaffe: stavolta non accettando, nella persona del proprio presidente Lee Bollinger, un invito a parlare dei rapporti pericolosi tra alcune università americane e il regime nazista. Il “David S. Wyman Institute for Holocaust Studies” di Washington si è visto rispondere picche con la poco credibile motivazione che “l’invito era arrivato solo un giorno prima”. In realtà leggendo il racconto di Carole Hallac su “L’Occidentale”, il giornale online legato alla fondazione Magna Carta, si capisce benissimo perché Bollinger abbia disertato l’invito. Durante la conferenza, infatti, un professore dell’Università dell’Oklahoma, Steven H. Norwood, autore di un libro di prossima uscita sui rapporti tra mondo accademico americano e nazismo, ha raccontato come nel 1933 il presidente della Columbia, Murray Butler, “oltre ad invitare l’ambasciatore della Germania nazista per un discorso agli studenti, cercò di promuovere programmi di scambio con le università tedesche controllate dai nazisti”. Inoltre sembra che lo stesso Butler abbia licenziato un professore di storia dell’arte per essersi opposto alla visita dell’ambasciatore nazista. Nonché espulso Robert Burke, uno studente che aveva guidato la protesta contro l’invio di una delegazione della Columbia a una celebrazione organizzata dal partito nazista in Germania all’università di Heidelberg. In un’intervista con il Jerusalem Post, Norwood è andato giù duro con Bollinger e con la Columbia: “Sessant’anni dopo l’Olocausto, la Columbia non ha mai riconosciuto di aver fatto uno sbaglio”. Resta ora da capire se Ahmadinejad sia stato invitato invece proprio per mantenere l’orientamento “paradossale” dell’Università su nazismo, Shoah e antisemitismo.
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