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A proposito del rapporto tra ebrei e cattolici 07/04/2008

Eg. Redazione I.C.

sto seguendo con interesse il dibattito sui rapporti tra ebrei e cattolici scaturito in gran parte nelle ultime settimane dalla revisione della Preghiera Pasquale fatta da Papa Benedetto XVI.

Come ho scritto qualche giorno fa, come cattolico, per la mia esperienza cristiana e per determinati incontri della mia storia  ritengo sempre di piu'  che i fratelli ebrei, come gia' disse Ratzinger quando era vescovo e poi Papa Woytila, siano fratelli maggiori. La mia storia religiosa c'e' perchè c'è il popolo Ebraico. Incontri che ho avuto con persone ebree in varie citta' europee visitate mi hanno arricchito facendomi amare ancora di piu' la mia esperienza e allo stesso tempo quella della storia ebraica comunicatami non solo da libri, e documentari  ma da testimoni. Non mi scandalizzo perciò che in conseguenza della riforma della preghiera pasquale ci siano esponenti autorevoli dei rabbinati e delle varie comunita' ebraiche che non sono convinti dell' azione della Chiesa ma io ho lo stesso una grande speranza, confortata da altri segnali da ambo le parti, di un rapporto di amiczia e di rispetto e insegnamento reciproco delle nostre esperienze. I prossimi giorni saranno importanti in questa direzione. Qualche anno prima di morire, Don Luigi Giussani- dal quale ho imparato questa affezione alla storia e all'esperienza del Popolo Ebraico- manifestava, in una intervista a Libero, con grande commozione che tra ebrei e cristiani ci sarà grande unità. Perciò, ad esempio, esprimo qui un vivo ringraziamento al Professor  Israel per quello che ha scritto su Tempi a  proposito dell'educazione dei giovani dopo aver letto un libro della stesso Giussani ("Si può vivere così?") dove si riscontrano comunanze di idee "  sulla centralità della persona e dell'incontro tra persone nell'esperienza di vita". Guardiamo il positivo, perchè anche se dialetticamente, il dialogo tra ebrei e cristiani, anche alla luce dei tempi che viviamo, resta fondamentale per riaffermare il primato dell'esperienza e della centralità della persona ripercorrendo specialmente in Europa , con rinnovato slancio seppure con fatica, quel solco giudaico-cristiano che ha fatto la cultura e ha costruito sinagoghe e chiese e città per tutti. Facendo ammenda anche degli errori e dei fanatismi che purtroppo sono succesi nel corso dei secoli. Queste sono solo considerazioni personali ma che anche rispetto alle lettere che ho letto sull'argomento, vogliono dare un piccolo contributo positivo. Almeno me lo auguro.  Grazie
Lettera Firmata


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