Da AGENZIA RADICALE
A voler vedere Israele distrutto non sono solo i vicini, ma anche qualcuno al suo interno. Ricordate Azmi Bishara, arabo cristiano membro della Kneset per il partito Balad che passò informazioni agli Hezbollah durante la seconda guerra del Libano e che andò a trovarli subito dopo? In seguito a questo scandalo e successivamente ad un suo viaggio nello Yemen e nel Qatar, due Paesi che non riconoscono Israele, si dimise e si trasferì in Egitto.
Ora un altro membro del parlamento israeliano, Ahmed Tibi, sta seguendo il suo esempio. Medico quarantanovenne fu consigliere di Arafat, partecipando anche ai negoziati di Wye River nel 1998. L'anno successivo si candidò con il Balad, per poi distaccarsene e fondare un altro partito, il Ta'al, Movimento arabo per il rinnovamento, che nelle scorse elezioni si è presentato insieme a Hadash, formando la Lista Araba Unita.
Il poco onorevole Tibi si è recato a fine marzo nello Yemen per tenere una conferenza nel Giorno della Terra (evento in cui i palestinesi rivendicano la proprietà su tutta la terra dell'attuale Israele) e discutere con diversi esponenti del mondo arabo sugli sforzi per una riconciliazione tra le varie fazioni di Hamas e Fatah al fine di convogliarli verso l'obiettivo comune di costituire lo "Stato palestinese con capitale Gerusalemme".
Al suo ritorno ha allungato il viaggio passando per il Libano e non è chiaro se si è incontrato con qualche esponente degli Hezbollah. La legge israeliana vieta ai propri cittadini di recarsi, senza permesso, negli Stati nemici. Il Paese dei cedri poi, è anche una minaccia, perché nonostante la presenza dell'Unifil, infatti, gli Hezbollah, supportati da Siria e Iran, si stanno riarmando e preparando ad un altro attacco come quello che causò la guerra del 2006.
Israele ha finora tollerato questi comportamenti poco corretti, poiché i membri della Kneset godono dell'immunità parlamentare. Alcuni deputati, però, ora hanno presentato una proposta di legge che invaliderebbe la candidatura di tutti coloro che si recano nei Paesi nemici.
Su un altro fronte intanto, quello di Gaza, continua anche l'aggressione interna. Giovedi un palestinese ha fatto esplodere il monumento ai caduti presente nel cimitero inglese della Striscia. Alto due metri, ricorda i soldati di Sua Maestà e altri stranieri caduti nella regione dalla Prima guerra mondiale in poi. Nel camposanto ci sono lapidi con croci e con stelle ebraiche.
"La storia di questa zona è complessa, ma il diritto dei morti a riposare in pace e con dignità è semplice e dovrebbe essere rispettato - ha affermato un portavoce del Consolato Generale Britannico - Speriamo che le autorità di Gaza faranno ogni sforzo per individuare i responsabili di questo scempio
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