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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.04.2008 Neonazisti profanano un cimitero musulmano in Francia
condanna del presidente Sarkozy

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 aprile 2008
Pagina: 16
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «Profanato cimitero islamico L'ira di Sarkozy: «Atto odioso»»

Gruppi neonazisti in Francia hanno colpito la comunità musulmana con la stessa tecnica ignobile usata contro quella ebraica: la profanazione dei cimiteri.  Giusta la condanna di questo «atto inammissibile di razzismo», da parte del presidente francese Sarkozy.

Ecco il testo:


Pesanti insulti, in francese sgrammaticato e scritti con vernice, al profeta Maometto. A Rachida Dati, ministra della Giustizia d'origine maghrebina. Slogan inneggianti al «potere bianco», croci uncinate. Perfino una testa di maiale appesa a una lapide. E in totale 148 tombe profanate: tutte di musulmani, quasi tutti provenienti dalle colonie, morti combattendo nella Prima guerra mondiale.
È successo ieri nel cimitero militare di Notre Dame de Lorette, vicino ad Arras, Francia del Nord. E non è la prima volta. Come i luoghi di sepoltura ebraici, quelli dei musulmani sono spesso oggetto di profanazione nel Paese della laïcité (e della più grande comunità europea di fede islamica: 5 milioni). Nello stesso camposanto — il più grande del Paese dedicato ai caduti della Grande guerra (40 mila soldati sepolti, di cui 576 musulmani) — quasi esattamente un anno fa 52 lapidi di combattenti fedeli all'Islam, provenienti dalle colonie, erano state ricoperte di scritte naziste e svastiche; tre ragazzi (tra cui un minorenne) erano stati arrestati. Nel 2004, episodi simili si erano verificati in tutta la Francia, intrecciandosi con violazioni di sepolture ebraiche spesso poco lontano. Lo stesso era successo nel 2003, e prima ancora. Non è una novità.
Ma è la prima volta che Nicolas Sarkozy, presidente da nemmeno un anno, si trova ad affrontare una simile emergenza, che ha creato fortissima indignazione in Francia. E timore, certamente, che l'attuale tensione delle comunità degli immigrati, in gran parte musulmani, possa ulteriormente crescere. Nel fine settimana, da Lione a Marsiglia, migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il Paese, guidate da una quarantina di organismi politici e sindacali, associazioni per i diritti umani, rappresentanti degli stranieri, compresi i sans papiers,
gli illegali. I cortei hanno denunciato la stretta anti-immigrati imposta del governo, la «xenofobia che uccide». Hanno ricordato i caduti di questa nuova «guerra»: l'ultimo, venerdì, è stato un 29enne del Mali morto annegato nella Marna, vicino a Parigi, scappando dalla polizia.
Non è un caso che Sarkozy abbia subito condannato la profanazione: un «atto inammissibile di razzismo», l'ha definito, chiedendo che «gli autori siano arrestati al più presto e puniti come meritano». E non è un caso che abbia subito inviato 100 poliziotti nel cimitero violato, per indagare.
Rachida Dati, padre marocchino e madre algerina nonché uno dei consiglieri più fidati del presidente, ha denunciato l'atto come «l'azione più spregevole che possa essere compiuta. Un chiaro attacco all'Islam». François Fillon, primo ministro, e Michèle Alliot-Marie, ministra degli Interni, si sono detti «profondamente indignati». Il rettore della Moschea di Parigi, Dalil Boubaker, ha parlato di «scandalo odioso». E il Movimento contro il razzismo ha definito la profanazione «un segno rivelatore di un male crescente e quasi impunito della società francese: l'islamofobia».

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