Su l'OPINIONE di oggi, 05/04/2008,un articolo di Dimitri Buffa su Khudayr Taher, americano di origine irachena, che in fatto di lotta al terrorismo ha assunto posizioni controcorrente e coraggiose. Il titolo è:
“La guerra al terrorismo è la migliore jihad nel nome di Allah”.
Finalmente è arrivato il “messia” arabo che potrà aiutare l’Occidente a contrastare la predicazione d’odio dei terroristi islamici e dei loro cattivi maestri.
Si chiama Khudayr Taher, è iraqeno, e dice che gli arabi devono aiutare la Cia a trovare i terroristi islamici e che farlo è addirittura un obbligo morale e religioso.
L’uomo ormai vive da qualche anno in America e i suoi scritti appaiono spesso su un giornale liberale in lingua araba che si chiama Elaph.
Nell’ultimo suo articolo apparso il primo aprile scorso, ma non si trattava di un pesce, Taher esordiva così: “ho il piacere di essere il primo arabo nella storia a scrivere a proposito del lato luminoso della Cia”.
Poi si inoltrava nell’autocritica per la mentalità complottistica prevalente: “quando noi del mondo arabo guardiamo agli altri, ci siamo ormai abituati a proiettare le nostre stesse colpe su di loro. Noi tranciamo giudizi gratuiti e ci adiriamo subito per cose che non hanno fondamento nella realtà. La Cia ad esempio è un apparato che difende la sicurezza nazionale degli americani e non quella del regime che comanda.”
Poi Taher passa agli esempi: “l’agenzia inugurò le proprie attività con un altro nome (Oss, office of strategic services) e con la sua entrata nella durissima seconda guerra mondiale contribuì a sconfiggere il regime nazista di Hitler. La sconfitta di Hitler e la liberazione dell’Europa dal nazismo sono le due prime nobil imprese della Cia. Poi aiutò il mondo a sconfiggere l’altro grande male emergente, il comunismo, e fu allora che prese l’attuale nome….”
L’analisi pro Cia si spinge quindi ai giorni nostri: “infine è arrivata l’epoca della guerra al terrorismo e l’Agenzia ha giocato un ruolo determinante nel distruggere e deporre il regime talebano e quello di Saddam Hussein,
e la Cia oggi continua a sfidare il virus del terrorismo perpetrato dai partiti dell’Islam politico con l’aiuto di Iran e Siria.”
Poi l’affondo finale: “ Avere messo la parola fine al nazismo, al comunismo, ai talebani e a Saddam e continuare a svolgere oggi la guerra al terrorismo, per me queste sono tutte nobili e coraggiose attività che rendono un servizio a tutti i popoli del mondo senza eccezioni.”
Ergo? “Mi rattrista di dovere dire che io personalmente non ho alcun legame o contatto con la Cia, dico che ciò mi rattrista nel senso che io considero il cooperare con l’intelligence americana – o con quella britannica, francese, tedesca o di altri paesi occidentali – come un imperativo morale e religioso che incombe su tutte le persone degne di onore, al fine di combattere i crimini del terrorismo e per proteggere le vite umane, le conquiste della civltà, le libertà pubbliche, la sicurezza e la stabilità. Alla fine la guerra al terrorismo è la migliore Jihad nel nome di Allah, di modo da proteggere le vite degli esseri umani e la loro bella civiltà”.
Non c’è che dire sono proprio gli arabi come il liberale Khudayr Taher ( e ce ne sono anche altri in America, basti pensare a Wafa Sultan, ndr) che ancora ci fanno sperare in un destino migliore per l’umanità.
Per inviare il proprio parere a l'Opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.