Moqtada al-Sadr manovrato dall'Iran intervista al direttore del giornale iracheno "Babel"
Testata: Avvenire Data: 03 aprile 2008 Pagina: 24 Autore: Luca Geronico e Anderios Oraha Titolo: «E' l'Iran a tirare le fila delle milizie nel sud»
Da AVVENIRE del 3 aprile 2008:
Direttore del giornale Babel sostenuto dall’attuale ministero dell’Informazione, ha sempre fatto il cronista anche durante il regime di Saddam Hussein a Hilla, la sua città. Raccontare l’Iraq è già costato un duro prezzo a Ali al-Houssaini, sciita su posizioni laiche. Poco più di un anno fa sconosciuti lo hanno ferito in un agguato costringendolo a una lunga convalescenza. Nei giorni scorsi si è combattuto anche a Hilla dopo che i ribelli hanno attaccato Bassora, «tesoro dell’Iraq. Forse volevano mettere le mani sul contrabbando di petrolio», commenta. Fortunatamente solo sfiorate Najaf e Karbala, «sarebbe stata una strage». Poi, probabilmente per l’intervento delle autorità religiose, la battaglia si è spostata. Una calma, solo apparente, sembra essere tornata. Al-Houssaini, da qualche giorno la tregua sembra reggere. Quali gli obiettivi di quest’ultima fiammata? Dopo sette mesi di tranquillità l’Esercito del Mahdi ha ripreso le sue attività criminali. Moqtada al-Sadr è un leader arrabbiato e isolato. Sempre più spesso è in Iran per dialogare con l’ayatollah al-Hairi, alla scuola di Qom in Iran, dove ha ripreso gli studi religiosi per divenire pure lui, come il padre Muhammad Sadeq al-Sadr, ayatollah. Quello che è avvenuto è stata la reazione di al-Sadr all’“Operazione Cavalleggeri” del governo. Dall’Iran Moqtada ha lanciato la sfida agli americani: ad al-Jazeera ha dichiarato: «Calpesteremo Bush con le nostre scarpe». Si sottolinea sempre il ruolo dell’Esercito del Mahdi. Raramente le cronache citano altri partiti come il Fadhila. Quali e quante sono le milizie al Sud? A causa delle debolezze del governo, il Paese si è riempito di milizie, sia sunnite che sciite. Sono tutti fondamentalisti: ad esempio il partito islamico al-Fadhila ( Virtù) che ora ha in mano la provincia di Bassora, è molto vicino a al-Sadr. Il partito è guidato dall’ayatollah Jacoubi, discepolo di Muhammed Sadeq al Sadr, il padre di Moqtada. Era lui l’erede designato ma poi per rispetto al figlio, ha fondato un suo partito. Ci sono altre milizie legate all’Iran come Bakiat Allah (I fedeli a Dio), Tha,er Allah (La vendetta di Dio) e gruppi che si chiamano Hezbollah e Hamas. Tutti criminali specializzati in rapimenti, finanziati dall’Iran attraverso le hawza (scuole religiose islamiche, ndr) e da khumus ( la tassa di un quinto che i benestanti danno in elemosina). Quanto incidono le elezioni provinciali del prossimo ottobre in questo confronto? Saranno un duro colpo per i gruppi religiosi sciiti perché la nuova legge stabilisce che i governatori saranno nominati direttamente dal primo ministro. Inoltre la nuova legge non permette candidature in liste chiuse, ma solo candidature individuali. Ora lo Sciiri, il Consiglio islamico della rivoluzione in Iraq, guidato da Abdul Aziz al-Hakim, domina sull’80% dei consigli provinciali. In questa situazione è possibile disarmare le milizie come ha chiesto il premier alMaliki? Per incassare qualche soldo qualcuno consegnerà delle armi leggere, ma le milizie conserveranno il grosso del loro arsenale. I prezzi vanno fra i 500 e i 10mila dollari, dipende dal tipo di armi ma la distanza fra il governo e l’Esercito del Mahdi è incolmabile. Sembra che il governo abbia preso una decisione finale: sciogliere tutte le milizie. Moqtada, nutrito ideologicamente e finanziato dall’Iran, non può cedere: ormai è chiaro che rappresenta un potere iraniano in Iraq. Dove andranno a finire i 150mila miliziani dell’Esercito del Mahdi e gli oltre due milioni di sostenitori? Tutto quello che sta facendo Moqtada al-Sadr in questo momento, penso serva ad allontanare l’attenzione americana dall’Iran. L’Iran approfitta dell’assenza di controlli nelle frontiere per mettere il piede nel sud sciita. E con le milizie alleate ha fatto una campagna in nome della religione: l’Iran riempie la mente degli sciiti, accusa l’«occupante miscredente», chiedendo di cacciare gli occidentali. Per questo i ribelli possono accendere la miccia di una guerra settaria infinita, hanno un’obbedienza cieca ai loro leader religiosi. L’unico rimedio è di sconfiggerli con le armi».
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