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La Repubblica Rassegna Stampa
03.04.2008 Sciopero del bagno rituale, e quindi del sesso
la protesta di alcune ebree ortodosse, in appoggio alle inservienti, senza stipendio da cinque mesi

Testata: La Repubblica
Data: 03 aprile 2008
Pagina: 0
Autore: la redazione
Titolo: «Israele, ebree ultraortodosse minacciano sciopero del sesso»

Da La REPUBBLICA on-line del 2 aprile 2008:

TEL AVIV - I mariti di ebree ultraortodosse rischiano uno sciopero nel letto coniugale. A minacciare la singolare protesta in Israele sono le mogli degli ultraortodossi che intendono così denunciare il ritardo di oltre cinque mesi nel pagamento degli stipendi delle inservienti dei "mikve", luoghi dove secondo il rito ebraico tutte le donne religiose dovrebbero compiere abluzioni rituali almeno una volta al mese con lo scopo di "purificarsi" e poter poi avere rapporti con il partner.

"Fermiamo le abluzioni, e di conseguenza niente più sesso" ha annunciato con tono da rivolta l'avvocatessa Batia Kahane-Dror che, in un intervento nel forum femminista religioso "Kolech" (La tua voce), ha denunciato la situazione insostenibile creatasi nel suo "mikve".

Di "mikve" ce ne sono di norma alcuni per ogni quartiere, e persino le ebree laiche sono obbligate e recarvisi almeno una volta nella loro vita, con lo scopo di ottenere uno specifico certificato indispensabile a contrarre matrimonio. Secondo una interpretazione biblica, l'emersione che segue a un'immersione nel "mikve", ripete simbolicamente il processo di rinascita.

Le inservienti che lavorano in questa sorta di "vasche pubbliche" (non sempre igieniche poiché l'acqua deve essere piovana e può essere accumulata o ricambiata senza l'ausilio di tubazioni), ricevono di norma un misero stipendio pagato dai consigli religiosi, che dipendono a loro volta dal ministero degli affari religiosi e quindi, in definitiva, dal governo. Ma negli ultimi cinque mesi, per ragioni burocratiche, i pagamenti si sono interrotti del tutto.

- I mariti di ebree ultraortodosse rischiano uno sciopero nel letto coniugale. A minacciare la singolare protesta in Israele sono le mogli degli ultraortodossi che intendono così denunciare il ritardo di oltre cinque mesi nel pagamento degli stipendi delle inservienti dei "mikve", luoghi dove secondo il rito ebraico tutte le donne religiose dovrebbero compiere abluzioni rituali almeno una volta al mese con lo scopo di "purificarsi" e poter poi avere rapporti con il partner. "Fermiamo le abluzioni, e di conseguenza niente più sesso" ha annunciato con tono da rivolta l'avvocatessa Batia Kahane-Dror che, in un intervento nel forum femminista religioso "Kolech" (La tua voce), ha denunciato la situazione insostenibile creatasi nel suo "mikve". Di "mikve" ce ne sono di norma alcuni per ogni quartiere, e persino le ebree laiche sono obbligate e recarvisi almeno una volta nella loro vita, con lo scopo di ottenere uno specifico certificato indispensabile a contrarre matrimonio. Secondo una interpretazione biblica, l'emersione che segue a un'immersione nel "mikve", ripete simbolicamente il processo di rinascita. Le inservienti che lavorano in questa sorta di "vasche pubbliche" (non sempre igieniche poiché l'acqua deve essere piovana e può essere accumulata o ricambiata senza l'ausilio di tubazioni), ricevono di norma un misero stipendio pagato dai consigli religiosi, che dipendono a loro volta dal ministero degli affari religiosi e quindi, in definitiva, dal governo. Ma negli ultimi cinque mesi, per ragioni burocratiche, i pagamenti si sono interrotti del tutto.


Le inservienti sono impotenti perché, essendo anch'esse ebree ortodosse, non se la sentono di chiudere i "mikve" privando migliaia di donne del diritto di "purificarsi" mensilmente.

Così è scattata la molla rivoluzionaria di Kahane-Dror che con la sua proposta di proclamare lo sciopero del sesso dice di ispirarsi a Lisistrata, la donna ellenica che perorò una protesta dello stesso tipo per mettere fine alla guerra nel Peloponneso.

Alle sue compagne Kahane-Drod fa notare che se esse, in segno di solidarietà con le loro inservienti, cesseranno di compiere le abluzioni saranno "impure" agli occhi dei loro mariti i quali dovranno dunque rassegnarsi a settimane, forse anche a mesi, di astinenza sessuale forzata. Fino a quando cioè non si trovino i fondi per pagare gli stipendi arretrati. L'auspicio, ovviamente, è che gli uomini, sentendosi maggiormente coinvolti nel problema, esercitino pressioni sul potere politico per sbloccare i pagamenti.

Da giorni in Israele si moltiplicano le reazioni alla provocazione di Kahane-Dror. Da un lato ci sono commenti entusiastici, mentre dall'altro c'è lo scetticismo di quante trovano la sua proposta "populista". Ma la spregiudicata Kahane-Dror va per la sua strada: "Diciamocelo francamente - avverte - noi non moriremo di certo".

(2 aprile 2008)

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