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L'Opinione Rassegna Stampa
30.03.2008 Storie abituali di normale umanità
Omosessuali di Palestina e di Israele

Testata: L'Opinione
Data: 30 marzo 2008
Pagina: 3
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Storie abituali di normale umanità»
Il 25 03 2008, sui siti Online del Corriere della Sera e de La Repubblica, è stata riportata la notizia che il Generale Yosef Mishlav, coordinatore delle attività del governo israeliano nei Territori «per ragioni umanitarie», ha rilasciato un permesso di residenza in Israele ad un Gay palestinese pesantemente minacciato perché partner di un omosessuale israeliano.

 

La notizia è vera, ma è stata raccontata in un modo errato, innanzitutto non è la prima volta che Israele aiuta omosessuali palestinesi salvando loro la vita, e poi non era la relazione sentimentale con un israeliano la causa che lo metteva in pericolo, ma la sua omosessualità. Così come la notizia è stata riportata si potrebbe credere che due omosessuali palestinesi possano vivere insieme tranquillamente, invece l'omosessualità sia a Gaza che in Cisgiordania e' violentemente perseguitata e non sono stati pochi quelli che hanno pagato caro il prezzo delle loro scelte sessuali. Non è noto al grande pubblico che nei territori Palestinesi c'è un comportamento nei confronti dei Gay e delle Lesbiche sul modello Iraniano. Tutti ricorderanno Ahmedinejad che alla Columbia University disse, fra le risa del pubblico, che di omosessuali in Iran non ce n'erano, mentre alcune persone venivano impiccate a Teheran perchè proprio di ciò riconosciute colpevoli. Un altro punto, appena accennato dell'articolo, è che esiste un ufficio che coordina le attività umanitarie del Governo Israeliano nei territori palestinesi, a comando del quale c'e' un Generale dell'esercito. Si, avete capito bene, un Generale di quell'esercito, che a detta dei verdi arcobaleni politicamente corretti, continua da 60 anni a perpetrare genocidi, e che i suoi soldati sono disegnati dal Sig. Vauro come S.S. Ebbene quell'esercito ha un ufficio che si occupa delle attività umanitarie. Non vi sembra strano? Le S.S. naziste facevano attività umanitarie? Ok andiamo avanti, dato che Israele è una nazione democratica, al contrario di quello che in molti pensano, il suo esercito rispetta la salvaguardia, dove sia possibile, delle popolazioni civili, nello spirito delle convenzioni di Ginevra. Questo è il motivo dell'esistenza di un ufficio che si occupa di attività umanitarie. A questo punto è giusto spiegare quali sono queste attività fino ad ora abilmente nascoste: Il rifornimento di medicinali verso l'ospedale di Gaza, di apparecchiature mediche, dalle macchine per le dialisi alle incubatrici recentemente consegnate al valico di Carmi e, non meno importante, voglio raccontare quello avviene ogni giorno ai valichi fra Gaza ed Israele ma che nessuno ha mai riportato. Dopo che le ambulanze palestinesi sono state usate dai terroristi di Hamas, e questo è stato denunciato più volte dalle autorità israeliane, contro tutte le convenzioni di Ginevra per il trasporto di armi coprendo i loro spostamenti sotto il simbolo della Croce Rossa. Il Governo Israeliano ne ha vietato l'ingresso in Israele; delle ambulanze, non dei malati. Infatti sono decine i degenti che ogni giorno vengono trasferiti dalla striscia di Gaza agli ospedali Israeliani. I loro spostamenti avvengono proprio grazie al lavoro e alla supervisione dell'ufficio "Attività Umanitarie", che organizza il passaggio delle barelle ai valichi di confine, dalle ambulanze Palestinesi a quelle Israeliane. Chi non ci crede è invitato a farsi una passeggiata nelle corsie dell'Ospedale Soroka a Beer Sheva, dell’Ospedale Sharei Zedek di Ashdod o dell'ospedale Barzilai di Askelon e vedere quanti sono i malati provenienti da Gaza che sono curati in Israele. Quello che ritengo ingiusto è il riportare notizie in modo da far capire una cosa per un'altra, questa è mancanza di rispetto nei confronti dei lettori. Non voglio dire che non si debba criticare in maniera chiara e decisa il Governo Israeliano qualora non si condividano le scelte o le politiche adottate, cosa che ho visto fare raramente e in agrodolce quando si è trattato di criticare governi di nazioni arabe, ma credo che altrettanto chiaramente si debba mettere in luce quanto di giusto ci sia in Israele e raccontare, senza doverlo nascondere fra le righe, che se esiste un angolo di occidente in medio oriente quell'angolo si chiama Israele. La verità è che, nonostante alcune discutibili scelte politiche del passato, Israele continua ad essere l'unica oasi di libertà che si incontra in questa regione; e questo non viene mai riportato in maniera chiara e netta. Libertà di essere etero, lesbo o omosessuali, di essere atei, religiosi, credenti o no, a prescindere dalla fede che si vuole o non si vuole professare; libertà di uscire con il capo coperto o con la minigonna, di farsi il bagno al mare vestiti o con il perizoma e le tette al vento. In Israele, che sia chiaro, godiamo di libertà che non si trovano in nessuna altra nazione mediorientale, e se non ci credete venite qui a vedere con i vostri occhi.
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