Se questo fatto fosse avvenuto in qualsiasi altro paese non avrebbe destato l'interesse di nessun cronista. Ma avviene in Israele, e allora diventa una notizia, ghiotta per di più, da meritare quasi una intera pagina su REPUBBLICA di oggi, 29/03/2008, che titola a pag.17 " Un puzzle tra le pietre del Muro del Pianto, bufera in Israele su una trovata pubblicitaria", a pag.17, in un servizio di Marco Ansaldo. La riprendiamo per completezza di informazione, pensando a quanti articoli seri sullo Stato ebraico avrebbero potuto trovare spazio al posto suo. Poi ci ricordiamo che stiamo sfogliando REPUBBLICA, e allora il conto torna. |
DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME - Il Muro del Pianto come un puzzle di mille pezzi. È solo un gioco. Ma per prendervi parte bisogna andare davanti a uno dei luoghi più sacri dell´ebraismo, a Gerusalemme, e mettersi a frugare fra gli interstizi delle pietre: proprio dentro, dove i fedeli infilano le loro invocazioni personali. Troppo, anche per chi è abituato a scherzare. I rabbini, difatti, hanno subito gridato alla provocazione. In Israele la polemica è scoppiata quando una nota società di giochi da tavolo ha reso noto di avere nascosto, fra le pietre millenarie del celebre monumento religioso nel cuore della Città vecchia, centinaia di piccole "buste-premio". Ognuna contiene infatti un pezzo del puzzle, oltre a un buono che permette di avere in regalo una scatola, del valore di circa 30 euro, contenente a sua volta un puzzle di mille mattoncini raffigurante lo stesso Muro del Pianto. E così, da qualche giorno, sullo slargo davanti ai colossali blocchi di pietra, gli appassionati del gioco vagano divertiti saltando qua e là, cercando nelle fessure le "buste-premio" necessarie a comporre l´immagine completa. Una scena che ha sconvolto quanti, fra gli uomini da una parte, e le donne oltre il divisorio, sono raccolti in preghiera di fronte a rocce che, simbolicamente, trasudano lacrime. Proprio negli interstizi fra una pietra e l´altra, i fedeli sono da sempre abituati a introdurre piccoli biglietti contenenti le loro suppliche. Che si tratti o meno di una burla, l´iniziativa non è affatto piaciuta al rabbino Shmuel Rabinovic, responsabile del luogo santo. «Le pietre del Muro non possono essere utilizzate per giochi o pubblicità - ha detto - questa è una profanazione». Di tutt´altro avviso invece la società produttrice del gioco, il cui portavoce ha affermato di aver agito in buon fede per promuovere Gerusalemme in occasione del 60mo anniversario della fondazione dello Stato di Israele. L´azienda ha aggiunto che i rabbini appaiono spesso pronti a permettere un uso commerciale del Luogo Santo, quando attori o altre celebrità si mettono in posa alla base del Muro, senza che nessuno abbia alcunché da contestare. Gli osservatori, tuttavia, notano da qualche tempo quanto uno dei luoghi più sacri dell´ebraismo venga regolarmente preso di mira da buontemponi o da provocatori. Questa è la prima volta che il Muro viene utilizzato per il lancio di una campagna commerciale. Ma già lo scorso dicembre una giovane donna penetrò nel settore riservato agli uomini, sdraiandosi per terra completamente nuda mentre i religiosi erano impegnati nella lettura di una preghiera da recitarsi in uno stato di immobilità totale. «È stato un episodio sconvolgente, che ci ha lasciato turbati - disse allora Rabinovic - c´è stata una profanazione grave di un luogo santo, i nostri sentimenti sono colpiti». La ragazza, probabilmente una squilibrata, si giustificò spiegando di aver agito «spinta dal volere del Cielo». Tre anni fa, invece, alcuni intagliarono sulle pietre sacre alla religione ebraica la parola «Allah», scritta in arabo, per una lunghezza di mezzo metro. A ridosso del Muro sorge la celebre Moschea di Al Aqsa. Qualche tempo prima il Gran Mufti di Gerusalemme aveva detto che il Muro è «parte integrante della Moschea» e un «patrimonio islamico a tutti gli effetti». Per gli ebrei, il Muro Occidentale è invece l´unica parte superstite dell´antico Tempio di Gerusalemme smantellato dai soldati romani. La sua distruzione segnò per il popolo di Israele l´inizio della diaspora e la perdita del luogo di culto. Ecco perché, da allora, i fedeli vi si radunano davanti per pregare e commemorare questo duplice lutto.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.
|