Da SHALOM di marzo 2008, pag.12, dove si analizza la censura dei giornali italiani sugli articoli di A.B.Yehoshua. Quando le sue idee non coincidono con la linea filo araba del giornale, non si pubblicano.
Può sembrare un paradosso, eppure non è fuori luogo un grazie ai cretinetti che hanno dato via al boicottaggio della Fiera del Libro, che quest’anno vedrà Israele ospite d’onore. Bisogna ringraziarli, perchè, nella loro vistosa ignoranza, hanno attaccato A.B.Yehoshua,Amos Oz e David Grossman, definendoli < la triade >, quindi volgari propagandisti dell’ < entità sionista >. L’attacco ai tre più famosi scrittori di Israele ha fatto sprofondare il livello della protesta , spostando a difesa della presenza di Israele forze politiche che finora avevano tenuto posizioni decisamente critiche. Anche perchè, etichettare in questo modo degli scrittori che hanno sempre assunto posizioni distanti da qualsiasi difesa ufficiale della politica israeliana, non importa di quale colore fosse il governo, oltre che assurdo è stato patetico. Grazie dunque agli sciocchini con la keffia intorno al collo, che ci danno anche l’opportunità di allargare la nostra attenzione sull’informazione su Israele così come ci viene fornita dai nostri media, in particolare per quanto riguarda la < triade >. Stampa,Corriere della Sera e Repubblica, i tre quotidiani che ospitano regolarmente i loro articoli, ci hanno abituati a tre scrittori che, quando passano a fare i giornalisti, imbracciano il bazooka e sparano a zero sulla politica del loro paese. Ci abbiamo fatto il callo, siamo arrivati addirittura a provare persino un certo piacere leggendo le loro feroci critiche o i suggerimenti su come andrebbe fatto questo invece di quello. Ogni volta ci complimentiamo con la buona tenuta della democrazia israeliana, un paese che onora con i premi più prestigiosi i suoi scrittori più critici, è la miglior risposta a chi lancia accuse farneticanti sullo Stato ebraico. Ma siamo sicuri che i tre siano così monolitici nelle loro polemiche antigovernative ? Possibile che non gliene vada mai bene una ? A leggerne gli articoli tradotti in italiano si direbbe di si. Ma traducono poi tutto ? Prendiamo A.B.Yehoshua, che viene pubblicato dalla Stampa, perchè la lunga intervista uscita su Haaretz il 15 febbraio scorso, nella quale Yehoshua riassume in maniera chiara ed approfondita il suo pensiero, non è stata giudicata degna di apparire sul giornale torinese ? La risposta l’abbiamo trovata leggendo le sue risposte ai due giornalisti di Haaretz che gliele ponevano, allora abbiamo capito perchè un certo Yehoshua va bene ed un altro no. Non va bene Yehoshua quando dice che i codici morali di ebrei e arabi sono diversi, questi ultimi rapiscono soldati isrealiani per scambiarli, non importa se vivi o morti, con prigionieri nella carceri israeliane, gli israeliani non lo fanno. Gli arabi mandano terroristi suicidi in mezzo alla popolazione civile per farsi esplodere, gli israliani non lo fanno. Nemmeno durante la Shoah, dice Yehoshua, un ebreo avrebbe mandato il proprio figlio a suicidarsi in quel modo. E aggiunge che gli ebrei sono venuti in Israele per vivere tra di loro, non per entrare in simbiosi con gli arabi.Siamo due popoli diversi, abbiamo religione,cultura e lingua diverse, con differenze anche economiche abissali. Chi nel mondo arabo vuole lo stato binazionale in realta vuole l’annullamento di Israele. Non siamo fatti per vivere insieme. Se nel mio condominio ci fosse una famiglia araba, avremmo da ridire sul fatto dell’uso della macchina il giorno di Yom Kippur, o della radio accesa. E, udite udite, al giornalista che gli ricorda che lui è un laico, Yehoshua dà una risposta strabiliante. Che c’entra, Yom kippur è molto importantge per me, deve mantenere un certo carattere, perchè abbiamo le nostre memorie, le nostre feste, e gli altri hanno le loro. In uno stato binazionale ci sarebbe una guerra quotidiana che porterebbe alla distruzione dei nostri valori e della nostra identità. Ho più cose in comune con un religioso moderato di Bnai Brak che non con un arabo moderato e laico come Mahmoud Darwish, anche se siamo due intellettuali laici. Dovremmo cambiare la nostra bandiera e il nostro inno nazionale, questo mi spaventa. Quando parlo di occupazione non uso l’aggettivo brutale. Nei quattro anni della seconda intifada, sono morti 4000 palestinesi e 1000 israeliani. E’ paragonabile Israele al nazismo ? I nazisti ne uccidevano 4000 all’ora ! Descriverci come nazisti è vergognoso. Anche sul prossimo futuro stato palestinese le sue idee sono controcorrente. Noi abbiamo in Israele una minoranza araba, perchè non deve esserci una minoranza di ebrei in quello loro ? Questa eventualità non viene mai presa in considerazione, perchè? L’intervista occupa ben quattro pagine, nelle quali A.B. Yehoshua continua a stupire il lettore europeo con affermazioni inconsuete, come il suo totale appoggio alla guerra contro Hezbollah nel Libano del 2006. Cosa doveva fare un governo per garantire la sicurezza dei suoi cittadini ? Ne viene fuori anche un Yehoshua patriottico, quando dice che quanto scrive su di lui il supplemneto letterario di Haaretz gli importa di più di cinque recensioni sul New York Times. E l’amore per quanto il sionismo ha saputo realizzare per gli ebrei. Insomma, uno Yehoshua diverso da quello che che viene invece giudicato pubblicabile per il palato del lettore italiano. Censura è una parola grossa, ma non ce ne viene in mente nessun’ altra. A.B.Yehoshua sarà a Torino per l’inaugurazione ufficiale della Fiera del Libro giovedì 8 maggio, alle ore 10, insieme al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Terrà poi nella mattina una conferenza, una buona occasione per conoscere il suo pensiero. Quello vero.
Angelo Pezzana