L'accerchiamento di Israele l'analisi di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 28 marzo 2008 Pagina: 0 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Israele è sempre più accerchiata»
Da L'OPINIONE del 28 marzo 2008:
I nuovi razzi iraniani in dotazione agli Hezbollah, riarmatasi con comodo all’ombra della missione Unifil 2, possono ormai raggiungere anche la città di Dimona. Dove, tra l’altro, ha sede il più segreto degli impianti per la costruzione di armi nucleari del Medio Oriente. Quello del governo israeliano. Un segreto che purtroppo non è più tale da quando il famigerato scienziato Mordechai Vanunu lo ha raccontato a tutto il mondo vendendo, anche per pochi soldi, le foto dei laboratori in cui lavorava, beccandosi per questo una condanna a diciotto anni di carcere in Israele, scontata dopo essere stato rocambolescamente rapito dal Mossad a Roma nel 1986. Durante i colloqui tra Ehud Olmert e il numero due dell’attuale amministrazione americana Dick Cheney sarebbero stati discussi molti temi riguardanti la sicurezza di Israele nei prossimi mesi. E pare che il problema non sia più solo l’Iran, bensì il riformarsi, come all’epoca che precedette la guerra dei Sei Giorni, di una “santa alleanza” arabo-islamica, trasversale a sunniti e sciiti, volta a distruggere lo Stato ebraico. Ormai circondato da Hamas, Hezbollah, la Siria e lo stesso Iran. Che potrebbero, anche prima della prossima estate, sferrare un attacco congiunto, tutto missilistico, che, secondo i rapporti segreti fatti vedere a Cheney da Olmert, potrebbe costare qualche centinaio di morti civili israeliani e costringere Israele a una nuova guerra asimmetrica. Per la quale, poi, si troverà sempre qualche europeo o italiano che parlerà di “reazione sproporzionata”.
Israele, inoltre, teme attacchi terroristici con armi non convenzionali, probabilmente chimiche, che potrebbero causare oltre 16 mila vittime. Infine il pericolo più grosso nel lungo termine è quello rappresentato dai nuovi rapporti di cooperazione nucleare tra la Russia e l’Egitto, che potrebbe diventare la seconda potenza arabo islamica, dopo il Pakistan, dotata di bomba atomica. Magari ancora prima dell’Iran. E si sa benissimo quanto l’Egitto cerchi la rivincita contro Israele nonostante l’attuale “pace fredda” tra i due paesi. Per quel che riguarda le nuove capacità missilistiche degli Hezbollah (che dovranno un giorno ringraziare anche D’Alema per avere, di fatto, protetto il loro riarmo con la missione Unifil 2), il movimento sciita sarebbe riuscito a potenziare notevolmente le proprie capacità di attacco e di rifornimento del suo arsenale al punto che oggi sarebbe in grado di colpire la maggior parte del territorio israeliano. Secondo le fonti dell’esercito israeliano, citate tanto dal Jerusalem Post quanto dalla Cnn in lingua araba, Hezbollah avrebbe ottenuto nuovi razzi di fabbricazione iraniana con un raggio d’azione di circa 300 chilometri, che quindi potrebbero colpire il territorio dello Stato ebraico esattamente fino a Dimona, nel Sud Est di Israele, vicino al Negev. Ben oltre, dunque, le città di Tel Aviv e Gerusalemme. Staremo a vedere come le Nazioni Unite reagiranno a questi ulteriori allarmi che vengono dal Medio Oriente. Il problema però è che all’Onu Israele esiste solo per le condanne da infliggergli in nome del politically correct filo palestinese e terzomondista. In sessanta anni ne ha collezionate a centinaia, se non migliaia.
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