Il Medio Oriente ha bisogno dei cristiani, è il titolo del suo pezzo su La Stampa. E perché solo dei cristiani? Non forse anche di tutti i popoli che da sempre ci vivono? Lei dimentica che gli ebrei furono cacciati da tutti i paesi arabi dove vissero per secoli, e che i cristiani trovano sempre più difficile vivere in tutti i paesi musulmani. E questo non è vero che succede solo da quando Bush è presidente. E poi il Medio Oriente non ha forse bisogno anche di una diversa mentalità, che poco assomiglia a quella oggi dominante fra tanti, ma non tutti, quei popoli? Queste realtà così evidenti lei si guarda bene dal ricordarle. Più avanti lei scrive che "Il Medio Oriente ha bisogno di uomini di pace", riportando le parole di Michel Sabbah, epigono di monsignor Capucci; ma entrambi, lei e Sabbah, sembrate dimenticare che coloro che si facevano sorprendere contrabbandando armi all'interno dello stato di Israele, o che si esaltavano al comando dei gruppi dei Fedayn, anche se capi religiosi, anche se cristiani, poco avevano in comune con coloro che voi chiamate "uomini di pace". Mentre secondo Sabbah, che lei cita parzialmente, proprio in Israele, e solo lì, non ci sarebbero gli uomini di pace. A sostegno poi di una sua falsa teoria di tempi finalmente migliori, lei ricorda i corsi impartiti d'ufficio a 40000 imam, ma dimentica di spiegare quelle che sono le ragioni vere che li hanno originati: la necessità, per quei regimi arabi cosiddetti moderati, dall'Egitto all'Arabia Saudita, di fermare l'avanzata del fondamentalismo, pericoloso anche per la loro stessa sopravvivenza. Cercano così, quei Ras e quei monarchi, non certo illuminati, di convincere, con la religione, i violenti a calmarsi, ma questo lo fanno solo per cercare di salvare i loro traballanti regimi. Ancora profondamente falsi sono i suoi riferimenti ad Israele: sia quando parla della trita storiella della passeggiata di Sharon, avvenuta in realtà d'intesa con le autorità religiose della Gerusalemme musulmana, senza alcuna provocazione, e senza che quindi potesse dare il la all'intifada in quel momento già fin troppo ben programmata (e infatti, se no, questa non avrebbe potuto scoppiare l'indomani!); sia quando parla di "una trattativa al rialzo" col Vaticano, senza accennare alle divergenze di ordine fiscale che stanno alla base delle lunghe discussioni. Queste trattative si svolgono sempre per gradi, e ognuno in una trattativa cerca sempre di ottenere il massimo. Ma lei invece muove severe accuse ad Israele, quasi oltraggiose, senza spiegare né documentare. E ancora le chiedo a che cosa si riferisce quando scrive che Israele "sputa sui cristiani". Ma non si accorge che non vi è un solo paese, in tutto il medio oriente, dove tutte le minoranze hanno i diritti che hanno in Israele, dove tutte le religioni vengono rispettate? Vede, Di Giacomo, dare contro l'America e Israele è sempre molto facile, perché va di moda, ma poi basta andare a fondo dei concetti e ci si accorge che le cose stanno diversamente. Escludendo che lei sia un ignorante, lei mi obbliga a pensare che mente sapendo di mentire. Se lei affrontasse, con mente libera da preconcetti, la realtà di tutte le minoranze nei paesi arabi, dovrebbe capire che forse la stessa sorte è programmata, almeno nella testa dei fondamentalisti musulmani, anche per i cristiani d'Europa, in un futuro sempre più vicino. E la colpa non è di Bush o di Israele ma di coloro che predicano solo l'odio verso i miscredenti. Emanuel Segre Amar